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No Tav? Lo Stato pagherà miliardi di penali. Parola dell’analisi costi-benefici di Ponti-Toninelli

Ecco quanto la relazione che di fatto boccia il progetto Tav indica come costi potenziali tra penali e rimborsi in caso di no al progetto.

No Tav? Conto salato. Lo dice indirettamente la relazione dei tecnici commissionata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti retto da Danilo Toninelli (M5S). Ecco tutti i dettagli.

In caso di scioglimento del progetto della Tav il costo massimo tra penali e rimborsi potrebbe raggiungere i 4,2 miliardi. E’ quanto è possibile determinare sommando i vari importi contenuti nella Relazione tecnico giuridica collegata all’analisi costi benefici della Tav, ha scritto l’Ansa.

ECCO LE PENALI DA PAGARE IN CASO DI NO SECONDO L’ANALISI

Molti sono importi massimi ”difficilmente raggiungibili”. Tanto che nella relazione si spiega che “i molteplici profili evidenziati non consentono di determinare in maniera netta i costi in caso di scioglimento”. La variabile è dovuta a “più soggetti sovrani” che dovrebbero negoziare gli importi.

TUTTO IL TESTO COMPLETO DELL’ANALISI COSTI-BENEFICI

Le conclusioni della relazione tecnico giuridica indicano cinque diverse voci che tra penali, rimborsi e possibile richieste dei rivalse. La prima voce e’ quella relativo degli importi “a titolo di risarcimento per lo scioglimento dei contratti in corso per servizi d’ingegneria e lavori”.

ECCO IN PILLOLE L’ANALISI COSTI-BENEFICI

“Si puo’ ipotizzare – e’ scritto nelle conclusioni che non indicano alcun tipo di importo – fino ad un massimo del 30% dell’ammontare dell’importo della parte di utile ancora da conseguire al momento dello scioglimento dei contratti, comprensivi dell’alea naturale del contenzioso e tenuto conto dei profili di incertezza in ordine alla normativa di volta in volta applicabile”.

ECCO LE PENALI DA PAGARE IN CASO DI NO SECONDO L’ANALISI

Nella relazione viene comunque indicato in 9,930 miliardi il costo dell’opera. Il 30 per cento può quindi valere 2,889 miliardi di euro. Ma come si e’ detto e’ solo un calcolo presuntivo ed e’ l’importo massimo ipotizzabile. Una seconda voce a titolo di risarcimento o ‘penalità” è esplicitamente prevista dal Grant Agreement che si verificano solo nell’ipotesi in cui lo scioglimento venisse giudicato alla stregua di una violazione dell’accordo per colpa grave.

TUTTO IL TESTO COMPLETO DELL’ANALISI COSTI-BENEFICI

L’importo tra il 2% e il 10% varia – viene calcolato nel rapporto – tra un minimo di 16 milioni e un massimo di 81 milioni. Il terzo punto, considerato in uno “scenario peggiore”, e’ relativo alla possibile rivalsa da parte dei costi sostenuti dalla Francia.

ECCO IN PILLOLE L’ANALISI COSTI-BENEFICI

La somma indicata ammonta a circa 400 milioni. Ma “e’ lecito ipotizzare che la pretesa risarcitoria legittima difficilmente raggiungerebbe l’intero ammontare”. Ci sono poi i fondi versati dall’Unione Europea: 535 milioni che potrebbero essere richiesti come restituzione e altri 297 milioni di somme non ancora ricevute in base al ‘Grant Agreement’.

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Aggiornamento Ansa:

Lo scioglimento del progetto della Tav costerebbe al massimo, tra penali e rimborsi, 1,7 miliardi. E’ il nuovo calcolo che è possibile fare dopo che il Mit ha corretto una delle voci – quella relativa allo scioglimento dei contratti in corso – indicata nella Relazione tecnico giuridica sulla Tav. L’analisi, pur non sbilanciandosi sugli eventuali esborsi, indica un massimo: di 400 milioni per lo stop ai contratti, di 81 milioni per violazione del dell’accordo, di 400 milioni per la rivalsa francese, di 535 e di 297 milioni per importi Ue da restituire o non incassare.

ECCO LE PENALI DA PAGARE IN CASO DI NO SECONDO L’ANALISI

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