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Navi

Nel 2030 anche le navi saranno driverless

Un gruppo di startup sta lavorando per creare tecnologie a guida autonoma per le navi     Pilotate dalla terra ferma, senza equipaggio e senza nessuno dietro al timone, in poche parole telecomandate. Queste le caratteristiche delle navi del futuro, che vedremo in mare entro il 2030. Sono molte le società che hanno deciso di…

Un gruppo di startup sta lavorando per creare tecnologie a guida autonoma per le navi

 

 

Pilotate dalla terra ferma, senza equipaggio e senza nessuno dietro al timone, in poche parole telecomandate. Queste le caratteristiche delle navi del futuro, che vedremo in mare entro il 2030. Sono molte le società che hanno deciso di investire e sperimentare in questo nuovo settore, che promette di diventare la nuova scommessa del mondo di mari.

Come Rolls-Royce, che ha messo a disposizione la sua divisione dedicata alle attività marittime, proprio in questa nuova tecnologia. Lo storico gruppo inglese sta lavorando all’Advanced autonomous water-borne application (Aawa), iniziativa che vede coinvolti anche atenei e armatori del Nord Europa. Oskar Levander, responsabile innovazione della divisione Marina ha dichiarato che “Non è una questione di se, ma di quando”.

Aawa infatti sta sperimentando e testando i sistemi per la navi autonome a controllo remoto, in collaborazione con i principali atenei finlandesi e alcune grandi imprese come Deltamarin e Dnv

Il vascello del futuro potrà rimanere in mare aperto per 100 giorni e il suo debutto è previsto per il 2030. Lungo 60 metri, è pensato per la marina militare. “Nei prossimi dieci anni ci aspettiamo di veder nascere piattaforme di medie dimensioni senza equipaggio soprattutto per quanto riguarda le principali marine militari del mondo”, spiegano da Rolls-Royce.

Sea Machines Robotics

Un’altra startup impegnata nelle navi autorizzate, la società ha sede a Boston e la sua idea è un sistema costituito da due elementi: il primo è montato sulle navi ed è una sorta di centrale di controllo, il secondo è un telecomando, utilizzabile da chi è a terra, grazie alle telecamere presenti a bordo. Il sistema permette sia di inserire il pilota automatico sia di guidare il vascello da remoto.

Alla Sea Machines Robotics, sono convinti che il progetto“migliora produttività, efficienza e sicurezza” del trasporto marittimo.
A settembre la startup ha anche commercializzato il primo sistema di controllo da remoto per imbarcazioni a 98 mila dollari.

Autonomus Marine Systems

Questa startup sta inavinvestendo nei vascelli autonomi per raccogliere dati. Ovvero le imbarcazioni compiranno lunghi viaggi in mare, accompagnati da droni, per raccogliere informazioni utilizzabili da enti di ricerca e società private. Queste imbarcazioni sono catamarani e sono stati ribattezzati “datamarani” per via delle loro funzionalità.

Funzioni e problemi

Questa tecnologia si basa su un sistema di sensori esattamente come nelle auto a guida autonoma. Una volta individuati eventuali ostacoli in mare, questi sensori invieranno input al computer centrale che li tradurrà in istruzioni di guida. In quel momento da remoto si potranno modificare le rotte. Ovviamente non tutti sono entusiasti delle nuove navi. Sia per il rischio di attacchi hacker sia perché l’avvento della nuova tecnologia potrebbe far diminuire l’occupazione marittima.

Non solo tecnologia. Navi sempre più green

L’altro futuro che ci aspetta dal mondo del mare è quello relativo alle cosiddette “navi green”. E’ di pochi giorni fa la notizia dell’inizio dei lavori di Costa Smeralda, la prima nave da crociera che andrà interamente a LNG, il combustibile fossile più pulito del mondo.

Verranno ridotte in maniera significativa tutte le emissioni di gas di scarico con particolare attenzione a quelle di zolfo (SO2), di azoto (NO2), di CO2 e particolato. Il gas sarà immagazzinato in appositi serbatoi a bordo delle navi e verrà utilizzato per produrre l’energia necessaria sia alla navigazione che ai servizi di bordo, grazie a motori ibridi a doppia alimentazione.

Navi elettriche

Ma non solo LNG, Tantissime aziende infatti ,con la collaborazione dei cantieri navali, stanno realizzando imbarcazioni elettriche o ibride, che puntano al rispetto dell’ambiente anche nella navigazione.

Alla luce dell’altissimo tasso di inquinamento delle navi, le nuove tecnologie porteranno ad un abbattimento di emissioni inquinanti.
Questi mezzi non inquinano e non consumano carburante, sono silenziosi ed economici. Ma non solo: abbattono al massimo il moto ondoso e fanno rifornimento ricaricandosi direttamente con l’energia proveniente dalla rete elettrica.

Si stanno producendo moltissimi prototipi, di differenti dimensioni, sia in Italia che all’estero. Anche l’utilizzo sarà differenziato a seconda del progetto realizzato.

Come Scossa, il battello elettrico che trasporterà fino a quaranta passeggeri lungo il Canal Grande di Venezia.  L’imbarcazione è uno dei rari esempi di soluzioni sostenibili: dotata di un motore elettrico da 180 kW all’interno dello scafo, è operativa in modalità “full electric” all’interno nel centro cittadino, e passerà al diesel nei tragitti aperti in maniera da ricaricare il pacco batterie.

Lungo quasi 15 metri e largo 3,20, costruito per Alilaguna dai Cantieri Vizianello, in collaborazione con Siemens Italia – Divisione Nautica, il battello è il classico esempio di come una soluzione ibrida possa mantenere le stesse performance delle vecchie imbarcazioni.
Un altro vantaggio delle imbarcazioni green è quello che la loro batteria può diventare una sorta di zavorra, contribuendo alla stabilità e quindi alla sicurezza nella navigazione.

Federica Maria Casavola

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