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Magneti Marelli

Perché Magneti Marelli era strategica per Fca nella corsa all’auto elettrica

Il ruolo e il peso di Magneti Marelli nello sviluppo dell'auto elettrica. Tutti gli effetti della cessione decisa dal gruppo Fca alla società giapponese Calsonic Kansei per l'Italia. Articolo di Giusy Caretto

Magneti Marelli parlerà giapponese. L’azienda fiore all’occhiello dell’industria italiana è stata venduta a Calsonic Kansei, per 6,2 miliardi di euro. Se la vendita, come spiega il comunicato, non avrà impatti sui livelli occupazionali (43.000 dipendenti nel mondo, di cui 9.981 in Italia), è anche vero che la scelta di Mike Manley, nuovo ad di Fca dopo la scomparsa di Sergio Marchionne, non puiò garantire (almeno per ora) la continuità dei piani della casa automobilistica italo-americana.

In un momento in cui tutto sembra portare il settore della mobilità verso l’elettrificazione veloce delle vetture, Magneti Marelli rappresentava la speranza di un recupero del ritardo di Fca sui motori elettrici: l’azienda, infatti, era fornitore del team Mahindra Racing in Formula E. Ma andiamo per gradi.

L’ACCORDO

Magneti Marelli passa al 100% sotto il controllo della nipponica Calsonic Kansey per circa 6,2 miliardi di euro: la società acquirente è nata l’anno scorso da uno spin-off della casa automobilistica Nissan ed è ora di proprietà del fondo Usa Kkr.

L’accordo, per ora, garantisce che il marchio Magneti Marelli continuerà a vivere, così come verranno salvaguardati tutti i posti di lavoro e l’operatività in Italia, ma per capire realmente come andranno le cose bisognerà attendere la metà del 2019, data in cui si dovrebbe chiudere siglare il matrimonio finanziario, non appena le autorità antitrust avranno vagliato l’accordo.

UN UNICUM NEL PANORAMA ITALIANO (E NON SOLO)

A parlare giapponese sarà un gioiellino dell’industria italiana: con Magneti Marelli, infatti, Fca aveva al suo interno una società di componentistica che produce tra le altre cose quadri di bordo, sistemi di lighting (la parte più appetibile della società), sensori, ammortizzatori, sistemi di controllo motori benzina e diesel, motori elettrici.

I MOTORI ELETTRICI MAGNETI MARELLI

E proprio sui motori elettrici, la Marelli avrebbe potuto fare la differenza per Fca. Mentre la casa automobilistica è nettamente in ritardo sulla propulsione a batteria, analisti ed esperti di settore si consolavano sostenendo che la società di componentistica aveva già il pacchetto pronto.

E così era: l’azienda era. ad esempio, fornitore del team Mahindra Racing in Formula E. “Dall’esperienza Kers -il sistema elettromeccanico di recupero di energia cinetica usato per la prima volta in Formula1 nel 2008 e oggi presente sulle vetture da competizione- nasce lo sviluppo dei motori per trazione elettrica Magneti Martelli”, si legge sul sito della stessa azienda. “La capacità di ottenere un prodotto dalle dimensioni ridotte , pensato per il settore competizioni, consente la realizzazione di componenti installabili anche negli spazi angusti disponibili su veicoli già in produzione, quindi non nati per sistemi ibridi”.

LO STABILIMENTO DI MODUGNO

E sull’esperienza Magneti Marelli puntava Sergio Marchionne per recuperare il tempo perduto nel settore dell’elettrificazione: a Modugno, in provincia di Bari, era stata avviata la produzione dei componenti elettronici per motori ibridi destinati ai nuovi Ram 1500, i nuovi pick up lanciati sul mercato a metà 2018.

I PIANI ELETTRICI DI FCA

L’auto elettrica è uno dei pilastri fondamentali del piano industriale 2018-2022 di Fca. Investiremo oltre 9 miliardi di dollari per creare e industrializzare l’elettrificazione dei nostri prodotti”, aveva accennato Sergio Marchionne all’Investro day di giugno 2018, in cui aveva accennato anche lo stop alla produzione di auto diesel entro il 2021.

UN AFFARE GIUSTO NEL MOMENTO SBAGLIATO?

Ma se questi sono i piani della casa auto italo-americana e se la Magneti Marelli avrebbe potuto fornire tutto il suo know how per accelerare sulla produzione elettrica, allora l’affare (che Fiat-Chrysler chiude per cifre importanti che faranno la differenza a livello di bilancio e cassa), potrebbe essere arrivato nel momento peggiore. E a vantare un tempismo perfetto, invece, sarebbero i giapponesi e gli americani. Ma tutto, ancora, è da scrivere.

LA DOMANDA DI BRICCO DEL SOLE 24 ORE

Una domanda, comunque, s’impone, come ha scritto oggi Paolo Bricco, giornalista del Sole 24 Ore, esperto di storia dell’industria e saggista (è uscito da poco il suo libro “Marchionne – Lo straniero”: “Ma come si fa, adesso, a realizzare dentro al perimetro di Fca il motore elettrico e a sviluppare le tecnologie in grado di sostenere il nocciolo tecno-manifatturiero che è all’intersezione fra elettrico e autonomous driving? È questa la vera domanda che pone a tutti – policy makers e sindacalisti, imprenditori dell’automotive industry e operai che lavorano nella filiera italiana – la cessione di Magneti Marelli a Calsonic Kansei”.

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