skip to Main Content

Gcap

Leonardo, Bae Systems e Mitsubishi Heavy Industries accelerano sul Gcap

L'italiana Leonardo, l'inglese Bae Systems e la giapponese Mitsubishi Heavy Industries hanno definito i termini della collaborazione per il sistema di difesa aerea di nuova generazione nell'ambito del Global Combat Air Program (Gcap). Tutti i dettagli

Passo in avanti per Leonardo, Bae Systems e Mitsubishi Heavy Industries sul Global Combat Air Program (Gcap), il programma di Regno Unito, Italia e Giappone per lo sviluppo di un aereo da combattimento di sesta generazione entro il 2035.

I leader dell’industria della difesa nel Regno Unito, Giappone e Italia hanno definito i termini della collaborazione trilaterale per soddisfare i requisiti della fase concettuale del sistema di difesa aerea di nuova generazione nell’ambito del Gcap. È quanto si legge in una nota congiunta di Leonardo (Italia), Bae Systems (Regno Unito) e Mitsubishi Heavy Industries (Giappone).

È dello scorso dicembre la firma dell’accordo con cui Regno Unito, Italia e Giappone hanno stabilito di unificare i rispettivi progetti di sviluppo di velivoli da combattimento di quinta generazione. L’accordo ha combinato di fatto il progetto Tempest — a guida britannica a cui partecipa il nostro paese per sostituire i caccia Typhoon — con il programma F-X giapponese in un’impresa chiamata Global Combat Air Program (Gcap), relativo allo sviluppo di un sistema di sistemi di nuova generazione e operazioni multi-dominio.

I tre paesi si riuniranno per la prima volta nel Regno Unito al DSEI di Londra per mostrare i progressi compiuti in questo impegno internazionale, precisa la nota.

Mentre il programma trinazionale Gcap accelera, i partner Giappone, Italia e Regno Unito stanno pianificando di definire l’hardware dei sensori da montare a bordo del caccia entro la metà del 2025 e di formare una nuova joint venture industriale per dividere la quota di lavoro, ha affermato Andrew Howard, Direttore Future Combat Air/GCAP UK presso Leonardo UK a Defense News.

Tutti i dettagli.

L’ACCORDO TRA BAE SYSTEMS, LEONARDO E MITSUBISHI HEAVY INDUSTRIES

“L’accordo tra BAE Systems (Regno Unito), Leonardo SpA (Italia) e Mitsubishi Heavy Industries (Giappone) riflette la forte cooperazione tra i tre paesi coinvolti e rappresenta un volano importante per i partner industriali verso l’integrazione, la collaborazione e la condivisione di informazioni per la fase successiva del Global Combat Air Programme” indica la nota congiunta.

“Abbiamo mantenuto un ritmo elevato di impegno con i nostri partner industriali e governativi in Italia e Giappone sin dal lancio del Gcap. L’accordo di collaborazione rappresenta il forte allineamento tra tutte e tre le nazioni per raggiungere scopi e obiettivi comuni per un sistema di difesa aerea di nuova generazione internazionale” ha commentato Herman Claesen, Managing Director, Future Combat Air Systems, BAE Systems.

“Siamo davvero onorati di far parte del Gcap e metteremo a disposizione tutta la nostra considerevole conoscenza maturata attraverso i programmi precedenti. L’accordo di collaborazione è uno dei passaggi chiave per garantire il nostro reciproco successo. Abbiamo già iniziato a collaborare strettamente con i nostri partner britannici e italiani e crediamo che il nostro mix di culture e prospettive diverse contribuirà al successo di questo programma” ha aggiunto Hitoshi Shiraishi, Senior Fellow, GCAP, Mitsubishi Heavy Industries.

LA STRATEGIA DEL GRUPPO EX FINMECCANICA

Per Leonardo “questa collaborazione trilaterale per lo sviluppo di un sistema di difesa aerea di nuova generazione rappresenta il fiore all’occhiello delle capacità distintive e delle tecnologie dirompenti che i partner delle tre nazioni condivideranno per il successo del programma”.

“La partecipazione al DSEI di Londra si inserisce perfettamente nella cornice di avanzamento del programma e consolida i forti legami creati tra le aziende partner di Italia, Regno Unito e Giappone. In questo contesto, siamo particolarmente orgogliosi di poter contribuire al futuro e alla prosperità delle generazioni a venire con ricadute significative nel campo della sicurezza e dello sviluppo tecnologico, nonché nel campo della ricerca e dell’innovazione nei settori aerospaziale e della difesa” dichiarato Guglielmo Maviglia, Director Gcap Programme per la società di Piazza Monte Grappa.

A LAVORO SULLA SUITE DEI SENSORI

Nel frattempo Andrew Howard, Direttore Future Combat Air/GCAP UK presso Leonardo UK ha spiegato a Defense News che, “con un valore pari fino al 30% del valore del previsto caccia di sesta generazione, il radar e altri sensori sono un elemento chiave dell’aereo, che i partner sperano di mettere in servizio entro il 2035”.

Con un occhio a quella scadenza, le aziende che lavorano sulla tecnologia dei sensori – Leonardo UK, Leonardo Italia, il gruppo italiano ELT e la giapponese Mitsubishi Electric – stanno ora lavorando verso un obiettivo chiave a due anni di distanza.

“Siamo fiduciosi di poter congelare l’hardware e formare una joint venture per allocare la condivisione del lavoro entro la metà del 2025”, ha affermato Howard aggiungendo che “un ulteriore obiettivo è quello di concordare con il team di propulsione del caccia – Rolls Royce, la giapponese IHI e l’italiana Avio – la quantità di energia necessaria alla suite di sensori”.

IL SISTEMA ISANKE &ICS

Il sistema complessivo, denominato ISANKE & ICS (Integrated Sensing and Non-Kinetic Effects & Integrated Communications System), includerà un radar pubblicizzato come un passo avanti rispetto all’ECRS Mk2 su cui Leonardo UK ha lavorato per l’Eurofighter Typhoon, sottolinea Defense News.

“La soluzione ‘Isanke’ cambierà costantemente per far fronte alla minaccia e, anche se ci saranno chiaramente degli standard di base periodici su cui lavorare, non credo che ci sarà un momento in cui diremo che è tutto, che abbiamo raggiunto la capacità” ha spiegato il manager di Leonardo Uk. Howard ha affermato di prevedere che il Giappone e l’Italia potrebbero utilizzare i propri velivoli di prova, simili al 757 che Leonardo UK sta ora utilizzando per testare i sensori di volo, per affinare l’uso dei loro sensori in servizio oltre la fase di sviluppo.

Ciò distinguerebbe il Gcap da caccia di quinta generazione F-35, utilizzato da Regno Unito, Giappone e Italia, evidenzia ancora Defense News.

“L’F-35 è un aereo sul quale hai un controllo limitato in termini di dati e di modo in cui opera”, ha illustrato Howard. Con il Gcap, ha aggiunto, le forze aeree “avranno accesso alle informazioni per modificare gli aerei, caricare i dati della missione e comprendere e interpretare i dati senza ricorrere a un’altra nazione, in modo da avere una vera libertà di azione, e la stragrande maggioranza di questi dati sarà essere sbloccato da Isanke.”

A CHE PUNTO È LA RICHIESTA DELL’ARABIA SAUDITA DI ADERIRE AL PROGETTO GCAP

Infine, l’accordo di collaborazione sottoscritto da Leonardo, Bae Systems e MHI “fa da cornice alle discussioni in corso per definire le condizioni a lungo termine, le capacità e i requisiti per lo sviluppo di un sistema di difesa di nuova generazione” ha concluso la nota congiunta.

Nel frattempo, anche l’Arabia Saudita punta a salire a bordo del progetto Gcap. Il principe ereditario e leader de facto Mohammed Bin Salman ha chiesto al Regno Unito, al Giappone e all’Italia di diventare partner a pieno titolo nel nel programma congiunto per costruire la prossima generazione di aerei da combattimento, in una mossa sostenuta dal governo britannico.

Come riportato per primo dal Financial Times a metà agosto, la richiesta di Riad è stata confermata da numerosi alti funzionari di tutti e tre i paesi membri del Gcap. Allo stesso tempo, la mossa del paese del Golfo ha creato tensioni nell’alleanza, con il Giappone contrario alla sua adesione mentre Regno Unito e Italia sono aperti all’idea, ricorda il Ft. Tokyo teme che la presenza di un quarto membro nell’alleanza possa ritardare la scadenza già ravvicinata. I paesi mirano a sviluppare l’aereo in circa la metà del tempo impiegato per costruire l’Eurofighter Typhoon, utilizzando metodi di produzione avanzati e strumenti digitali.

Back To Top