L’ultimo volo di Alitalia ha aperto le danze per una disputa, anche geopolitica, sul futuro della compagnia di bandiera. A questo tema è stata dedicata l’ultima puntata di Report, la trasmissione di inchieste e approfondimento di Rai 3. Il conflitto è stato vinto da Lufthansa, la compagnia di bandiera tedesca, che entrerà in Ita Airways con 325 milioni di euro raggiungendo il 41% del capitale del nuovo vettore ma con la promessa di arrivare al 90% dopo il 2020. Dietro questo accordo si è combattuta una vera e propria guerra che ha visto anche il siluramento del presidente di Ita, Alfredo Altavilla.
DALLE CENERI DI ALITALIA NASCE ITA, UNA NEWCO CONTROLLATA DAL MEF
L’operazione Ita, la newco che subentra al posto di Alitalia, viene ideata dal secondo governo Contiecon Roberto Gualtieri ministro dell’Economia e sostenuta dal governo Draghi che indica come presidente di Ita Alfredo Altavilla, già top manager di Fca molto vicino all’ex numero uno della casa automobilistica Sergio Marchionne e molto apprezzato dal consigliere draghiano Francesco Giavazzi. L’amministratore delegato è invece Fabio Lazzerini, un dirigente esperto di trasporto aereo proveniente da Alitalia. La presidenza di Altavilla dura fino al 7 novembre 2022 quando decide di presentare le sue dimissioni in via ufficiale per “consentire al nuovo corso la più rapida spedita ed efficiente attuazione delle proprie decisioni”, visto l’insediamento del nuovo governo. In realtà Altavilla cede alle pressioni dei sei consiglieri del cda che imputavano ad Altavilla di aver ostacolato la trattativa con il consorzio guidato dal fondo Certares per l’acquisto di Alitalia: il cda lo sfiducia e gli toglie le deleghe, poi l’esecutivo lo rimuove.
LA LETTERA ANONIMA ACCENDE I RIFLETTORI SU ALTAVILLA
Le acque nelle quali si muoveva il presidente Altavilla avevano iniziato ad essere limacciose da quando, il 10 ottobre del 2022, il CdA riceve una busta anonima nella quale sono presenti una serie di documenti riservati e una lettera che contiene un messaggio indirizzato alla premier Giorgia Meloni. Le rivelazioni del plico – secondo la ricostruzione di Report – convincono l’azienda ad aprire un’indagine interna incaricando una società informatica di passare al setaccio le e-mail del Presidente Altavilla e di alcuni top manager. E vengono fuori i dettagli di una battaglia industriale che dura da mesi.
ALTAVILLA AVREBBE FAVORITO LUFTANSA?
Secondo quanto riportato da Report la lettera anonima mette in moto la ricerca di informazioni che arrivano a rivelare come il presidente Altavilla abbia agevolato la compagnia tedesca. “Un audit interno all’azienda rivela che nel corso di un meeting del 9 marzo è stata proiettata una presentazione del Business plan dettagliato e assolutamente riservato di ITA – rivela la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci -. L’audit ha trovato una serie di atti, di scambi, di e-mail nei quali sostanzialmente si predisponeva l’offerta”
TUTTI GLI ADVISOR NOMINATI DA ALTAVILLA
Report fa il punto su tutti gli advisor nominati dal Presidente. La Boston Consulting firma un contratto da 370mila euro, allo studio di avvocati newyorkesi Sullivan & Cromwell viene riconosciuto un importo di 2,7 milioni di euro, mentre per lo studio Grande Stevens, tradizionalmente vicini alla Fiat e alla famiglia Agnelli, viene pattuito un compenso fisso di 550mila euro e una success fee alla conclusione dell’operazione da 2,15 milioni di euro.
Una email interna a ITA del 23 marzo 2022 rivela l’esistenza di un incontro in cui Air France avrebbe mostrato interesse a subentrare al posto di Lufthansa per acquistare ITA. Segui #Report ora in diretta su #Rai3👇https://t.co/ncB8yhNKKR pic.twitter.com/OfR2gTde20
— Report (@reportrai3) June 19, 2023
LE PRESUNTE “SPESE PAZZE”
Non mancano però anche le spese personali, che, secondo quanto riportato a “La Verità”, documenti interni di Ita attribuiscono all’ex presidente Altavilla. “Ottomila euro in un mese per un’elegante berlina a noleggio con autista. Più di 2.000 euro di pernottamenti in albergo in una settimana. Trentadue multe per un totale di 2.671 euro, per infrazioni al codice della strada commesse dalla Maserati aziendale”, scrive il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro. Tra le multe alla Maserati ben 545 euro sono comminati per eccesso di velocità. Tra le altre contravvenzioni ci sono 4 accessi non autorizzati a zone a traffico limitato e 26 transiti sulle corsie preferenziali degli autobus. Non ci sono solo le spese per i trasporti ma anche quelle per i pernottamenti. “C’è poi una fattura per 4 pernottamenti in «appartamento» da 454 euro l’uno, a cui si aggiungono «colazioni extra», spese di minibar – scrive ancora “La Verità” -, pasti in camera con relativo supplemento. Il conto, inviato a Ita, riporta come indirizzo direttamente quello del ministero dell’Economia e delle finanze: Via XX settembre 97”.
Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro ha anche anticipato alcune manovre messe in atto con alcuni siti, ma le anticipazioni non sono state poi mandate in onda dalla trasmissione tv.
LA BATTAGLIA LEGALE: ALTAVILLA CONTRO ITA
Ma Alfredo Altavilla non ci sta a concludere la sua carriera con questa macchia e ha presentato una richiesta di risarcimento da tre milioni di euro ai sette componenti del board e all’azienda. E sommando i danni d’immagine e gli stipendi persi, il conto sale a 4,1 milioni. Come scrive La Stampa, l’azienda, dal canto suo, ha depositato un dossier da centinaia di pagine per dimostrare «la gestione personalistica» dell’ex presidente, fatta di consulenze opache, voli per sé e gli amici e operazioni all’insaputa del cda. Quindi anche per lui arriverà una contro-richiesta di danni. L’ex manager di ITA ha fatto sapere, inoltre, che aveva ricevuto una promessa da parte dell’ex premier Mario Draghi per “incarichi di alta dirigenza in aziende privatizzate strategiche per il Paese”, persi per via del suo allontanamento da Ita Airways. Il manager ne tiene conto nella sua richiesta danni: un milione all’anno per tre anni. Nel dossier di Ita ci finiscono anche le consulenze volute da Altavilla “le informazioni non permettono di identificare i compiti affidati agli advisor, definiti con modalità generiche”, con tanto di “fatture non dettagliate”, sovrapposizione di compiti con i consulenti del Tesoro, “compensi spropositati” e criteri di valutazione non chiariti. In ballo ci sono assegni per circa cinque milioni di euro a diversi studi legali. Contratti che il presidente aveva firmato con i consulenti senza passare dal cda.