skip to Main Content

Ups

La Procura consegna a Ups un bel pacco: sequestro e divieto di pubblicità

La frode di Ups Italia da 480 milioni di euro, di cui 86 di Iva non pagata, secondo la ricostruzione sarebbe avvenuta facendo figurare contratti di appalto con società esterne, consorzi o coop, quando in realtà si sarebbe trattato di somministrazione di manodopera

Obbligo di tenere il basso profilo. Anzi, obbligo di sparire dai radar. La Procura di Milano ha chiesto la misura interdittiva del divieto di pubblicizzare per un anno i servizi di Ups Italia che nelle ultime ore è stata oggetto di perquisizioni dei finanzieri tra Milano, Como, Roma e Reggio Emilia.

L’INDAGINE SU UPS

Sulla filiale italiana pende una indagine per frode sull’Iva di oltre 86 milioni di euro, che in attesa di giudizio sono già stati sequestrati dalla Gdf. A occuparsi delle indagini, il procuratore capo, Marcello Viola con il coordinamento di Paolo Storari.

In base agli accertamenti condotti dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf in collaborazione con il settore Contrasto Illeciti della Agenzia delle Entrate, si è ipotizzata una attività di frode fiscale sull’Iva commessa attraverso fatture per operazioni inesistenti e la stipula di fittizi contratti di appalto di manodopera che sono soggetti all’imposta sul valore aggiunto.

Un meccanismo illecito dalla portata pluriennale, attuato tra il 2017 e il 2022 , per un ammontare complessivo di oltre 480 milioni, con una evasione contestuale di circa 86,5 milioni, per la precisione 86.469.931,21 euro. Inoltre non sarebbero stati versati gli oneri previdenziali e assistenziali.

LA LOGISTICA SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO

Tutto ciò attraverso una vera e propria ragnatela contrattuale: rapporti di lavoro in taluni casi ’schermati’ da società ’filtro’ che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative, presumibilmente al solo scopo di ostacolare le indagini. Oltre alla società, indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, ci sono i tre legali rappresentanti della divisione italiana che si sono succeduti negli anni. Non è la prima volta che colossi della logistica attuano schemi simili per evadere l’Iva e omettere il pagamento previdenziale e assicurativo.

Inoltre, dalla Procura meneghina fanno sapere che si sta procedendo alla notifica delle informazioni di garanzia, oltre che per le responsabilità personali in ordine ai reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società.

Back To Top