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ITALIA FRANCIA SPAGNA TESLA

Italia, Francia e Spagna sgomitano per avere Tesla in casa

Il viaggio europeo del patron di Tesla si è trasformato in una sorta di reality in cui i primi ministri e i presidenti di Italia, Francia e Spagna si esibiscono davanti a lui nella speranza di essere scelti. E intanto Elon Musk prova a spaccare il fronte sulle norme comunitarie anti-fake news che infastidiscono Twitter

 

Ovunque vada nel suo viaggio per le cancellerie del Vecchio continente, Elon Musk riceve ovazioni, tappeti rossi e viene accolto con tutti gli onori, più di quanto solitamente non si riconosca a un dignitario estero.

IL VERO MOTIVO DEL VIAGGIO EUROPEO DI MUSK

Un viaggio che il numero 1 di Tesla fa con finalità di vero lobbysta nella speranza di smantellare o almeno smussare quelle regole sulla disinformazione che Twitter (sempre di Musk) non vuole assolutamente sottoscrivere, ma che si sta velocemente trasformando in uno scouting a favore di telecamera degli Stati comunitari che si candidano per ospitare la prossima gigafactory dell’auto elettrica per antonomasia.

ITALIA, FRANCIA O SPAGNA: CHI SCEGLIERA’ TESLA?

Potrebbe sembrare quasi un reality, coi candidati che sfilano di fronte a Musk recitando alla meno peggio i motivi per cui l’ex startupper dovrebbe scegliere quello Stato al posto degli altri, ma in realtà è una strategia alquanto raffinata: Musk blandisce i leader europei con vuote promesse, li mette uno contro l’altro, nella speranza che si spacchi il fronte di chi vuole regole troppo dure per i social (la Francia per ora è la più aggressiva). Mera attività di lobby, appunto. Anche se viene spettacolarizzata al massimo dagli stessi leader convocati dall’imprenditore, evidentemente poco avvezzi a simili trattamenti.

COSA DICONO GLI SPAGNOLI

L’instabilità politica spagnola non preoccupa Musk che la vedrebbe come la meta naturale per la seconda gigafactory dopo quella tedesca: secondo il quotidiano economico Cinco Días, Tesla starebbe negoziando con la Generalitat Valenciana per realizzare un impianto di assemblaggio nell’area metropolitana del capoluogo. La testata riporta persino della sigla di un contratto di riservatezza.

COSA DICONO I FRANCESI

Una notizia che conferma l’attrattiva della Penisola iberica nei confronti dei grandi marchi e che va a minare quanto si riteneva finora, ovvero che fosse la Francia la predestinata. O almeno lo riteneva Emmanuel Macron, che aveva convocato Elon Musk a Versailles lo scorso marzo per un colloquio che pareva andato benone.

“Non è ancora tempo di annunci, ma sono molto colpito da come il presidente Macron e il Governo francese stanno sostenendo il settore industriale. Sono fiducioso sul fatto che Tesla, in futuro, potrà fare grossi investimenti in Francia”, aveva detto il patron di Tesla lasciando le sale della reggia.

 

Macron aveva messo da parte il tradizionale sciovinismo d’Oltralpe lanciandosi persino in un tweet (ospite, dunque, del social di Musk) in lingua inglese. Del resto il titolo del vertice, “Choose France”, arrivato alla sesta edizione, in tempi di Ira di Joe Biden è più una supplica. E infatti le voci di un trasferimento in Spagna hanno allertato il governo francese.

“Cercheremo di convincere Musk che la Francia è il miglior posto possibile in Europa per stabilire la prossima fabbrica della Tesla”, ha recentemente rilanciato alla Cnbc il ministro per le telecomunicazioni e la transizione digitale, Jean-Noel Barrot, dopo che si è diffusa la notizia che Tesla avrebbe portato avanti trattative segrete con la Spgna. Da buon francese, però, ostenta sicurezza: “Sarà bello avere una fabbrica della Tesla in Francia, sono state spese molte energie per assicurarci che questo sia possibile e che questo possa accadere”.

COSA DICONO GLI ITALIANI

Più trasparente Antonio Tajani, che ha incontrato Musk il giorno prima del suo ritorno in Francia per partecipare al Vivatech: “Elon Musk è un grande imprenditore innovativo. Abbiamo parlato di tante cose, di politica industriale e auto elettriche. Gli ho detto che l’Italia è il miglior Paese in Europa per investire, se fosse interessato”.

Il governo italiano aveva iniziato un dialogo surreale con Musk attraverso il suo esponente più social: il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che lo scorso novembre aveva lasciato intendere che il nostro Paese accoglierebbe Tesla a braccia aperte.

 

E tutto pareva finito lì, mentre l’arrivo a sorpresa a Palazzo Chigi e il duplice incontro (al mattino con Tajani perché il presidente del Consiglio impegnato su altri fronti e nel primo pomeriggio con Giorgia Meloni) lascia intendere che anche l’Italia è in corsa con Francia e Spagna per ottenere la prossima gigafactory del gruppo. O almeno ne è convinta. Cosa avrà davvero in testa Musk?

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