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Tesla Messico

I piani messicani di Tesla

Con il via libera delle autorità locali, Tesla intende costruire in Messico la sua giga-gigafactory, ovvero l'impianto più grande tra quelli mai realizzati finora

Guai a parlare di manodopera a basso costo e ovviamente non sindacalizzata. Certo è che la scelta di Tesla di puntare sulla gigafactory di Shangai per stare dietro all’impressionante piano produttivo voluto da Elon Musk per restare competitivi e ora di aprire un nuovo polo in Messico, destinato a diventare il più grande nella costellazione di siti che il Gruppo sta aprendo un po’ in tutto il mondo, sembrano andare proprio in quella direzione.

IL DIFFICILE RAPPORTO COI SINDACATI

Tesla, è noto, non ha mai amato i sindacati. Negli Usa, come ricorda la Uil, l’azienda ha provato a vietare ai dipendenti dello stabilimento californiano di Fremont di indossare t-shirt con il simbolo della United Automobile Workers durante una campagna per la sindacalizzazione.

GLI SCANDINAVI SI SCALDANO

Lo stesso Elon Musk, patron di Tesla, qualche tempo fa via X aveva minacciato i lavoratori nelle sue gigafactory di perdere le stock option se si fossero costituiti in sindacato. Il National Labor Relations Board aveva poi stabilito che il magnate sudafricano avesse violato la legge federale sul lavoro, intimandogli di cancellare il tweet. E sempre Tesla ora vede le sue attività paralizzate in Scandinavia, sempre per rivendicazioni sindacali.

ELON MUSK RIPARA IN MESSICO

Se il Nord Europa sta causando grattacapi all’azienda di Elon Musk, il Ministero dell’Ambiente e delle Risorse Naturali messicano ha appena autorizzato il cambio di destinazione d’uso del terreno destinato a ospitare la fabbrica di Tesla Manufacturing México. Un lotto da 261 ettari di terreno a uso attualmente forestale all’interno di una proprietà da 561 ettari al di fuori di importanti aree naturali protette, vale a dire Cerro la Mota e Cumbres de Monterrey, potrà ospitare la costruzione di una gigafactory a Santa Catarina, nello Stato messicano del Nuevo Leon.

COSA SAPPIAMO SULLA “GIGA-GIGAFACTORY” TESLA IN MESSICO

Se ne parla da marzo ma tutto era rimasto fermo allo scorso 31 luglio, quando l’azienda di Musk aveva presentato gli ultimi documenti in tema ambientale alle autorità locali e federali: l’azienda ha promesso un “impatto ambientale mitigabile e compensabile” per la deforestazione dell’area e ha garantito misure idonee per proteggere la flora e la fauna, tra cui la realizzazione di un vivaio per 30 mila specie vegetali.

E dato che le rivali cinesi incalzano, con Byd che ormai ha superato di 1 milione di unità la capacità produttiva delle gigafactory di Musk (e presto costruirà il suo primo impianto in Europa, in Ungheria), anche Tesla dovrà correre, ultimando il nuovo sito produttivo nei prossimi 36 mesi. A Nuevo Leon dovrebbe sorgere la più grande fabbrica al mondo del Gruppo di auto alla spina le cui linee dovrebbero essere adibite, tra il 2026 e il 2027, alla produzione del Cybertruck e della Model 2.

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