La Commissione europea sta lavorando a una misura di sostegno per il settore automobilistico, in difficoltà per via delle scarse vendite, che potrebbe prevedere l’utilizzo di sussidi comuni per stimolare la domanda di veicoli elettrici. Il piano è stato proposto dalla Germania – lo ha rivelato il cancelliere Olaf Scholz durante il Forum economico mondiale di Davos -, che nel 2023 ha cancellato il proprio programma di incentivi.
IL COMMENTO DI SEMINERIO
Riferendosi alla proposta della Germania di un piano di sussidi europei alle auto elettriche, Mario Seminerio – blogger su Phastidio – ha parlato di “una mutualizzazione di debito proprio ora che i tedeschi hanno ristrettezze di bilancio, vere o immaginarie”.
LA VISIONE DI RIBERA
Teresa Ribera, vicepresidente della Commissione e commissaria alla Transizione ecologica, ha detto al Financial Times che i funzionari di Bruxelles sono ancora al lavoro sulla misura. Ha parlato della necessità di una “prospettiva paneuropea” in contrapposizione ai “sussidi nazionali” e dell’importanza di evitare che possa partire una “corsa in cui si confrontino un modello nazionale contro un altro”.
Ad oggi molti paesi membri dell’Unione – inclusa l’Italia – già offrono degli incentivi all’acquisto di auto elettriche, ma le condizioni possono variare notevolmente. Secondo il Financial Times, la sfida per la Commissione sarà quella di definire uno schema conforme alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio ed evitare nel contempo che i sussidi vengano indirizzati alle case automobilistiche cinesi.
La stessa Ribera ha detto che c’è un “equilibrio complicato” da trovare tra l’elettrificazione della mobilità (uno dei pilastri della transizione ecologica europea) e la capacità delle case automobilistiche europee di costruire veicoli elettrici “nella quantità e nella qualità che vorremmo vedere circolare sulle nostre strade”. Ha aggiunto che i produttori europei hanno bisogno “di una visione globale su come aggiornare le loro capacità e recuperare il ritardo rispetto a ciò che è già richiesto a livello mondiale”.
IL DIVIETO AL MOTORE TERMICO DAL 2035 RESTA
Ribera si oppone al rinvio del divieto di immatricolazione di auto con motore termico dal 2035 perché pensa che cambiare le regole significherebbe rimuovere un contesto prevedibile per gli investimenti: “non ha senso riaprire la discussione quando questa fornisce alcune certezze e punirebbe i primi che l’hanno presa sul serio, senza alcun potenziale vantaggio per coloro che devono ancora muoversi”. Si è invece mostrata disponibile a rivedere gli obiettivi di vendita di vetture elettriche e le multe per le case che non rispettano i target sulle emissioni.
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I TRASFERIMENTI TECNOLOGICI
Ribera ha detto anche di stare valutando l’estensione degli obblighi di trasferimento tecnologico alle case automobilistiche straniere – non solo alle aziende di batterie, quindi – che vogliono aprire degli stabilimenti nell’Unione europea e accedere alle sovvenzioni.
A detta della commissaria, c’è una “buona lezione da trarre” dalla Cina, che già da decenni ha adottato un sistema simile di condivisione tecnologica e creazione di joint venture tra i produttori automobilistici stranieri e quelli nazionali.