Lunedì nero per le Case automobilistiche del Vecchio continente. Stellantis ha rivisto al ribasso le stime dei risultati del 2024, comunicando il margine del risultato operativo adjusted atteso tra il 5,5% ed il 7% per l’intero 2024, in calo rispetto al precedente double digit, mentre il free cash flow industriale è previsto tra -5 miliardi e -10 miliardi di euro rispetto al precedente “positive”. Segue a ruota Volkswagen che prevede per il 2024 un margine di profitto intorno al 5,6%, rispetto alle precedenti stime di 6,5-7%. In scia anche Aston Martin.
ASTON MARTIN TAGLIA LE STIME PER IL 2024
Aston Martin ha effettuato un riallineamento strategico dei suoi volumi wholesale del 2024, con una riduzione di circa 1.000 unità dovuta all’interruzione della sua catena di fornitura e alla continua debolezza macroeconomica in Cina. Inoltre, la società cerca di uniformare la cadenza dei volumi wholesale nei prossimi trimestri per mantenere il suo approccio basato sulla domanda e massimizzare l’efficienza produttiva.
La società prevede ora un Ebitda rettificato che dovrebbe essere leggermente inferiore all’anno fiscale 2023 e non prevede più di ottenere un free cash flow positivo nel secondo semestre del 2024. Il margine Ebitda rettificato del 2024 è ora visto in percentuale “high teen’s” (in precedenza “low 20s”).
CAMBIANO I CEO, RESTANO I PROBLEMI
Inizia insomma tutta in salita la missione di Adrian Hallmark, che come annunciato a marzo il prossimo primo ottobre arriverà in Aston Martin forte della sua esperienza come Ad in Bentley al posto di dell’ex amministratore delegato di Ferrari, Amedeo Felisa.
Felisa è rimasto al volante di Aston Martin appena due anni, la medesima forbice temporale concessa a Tobias Moers (già in Mercedes). Prima, sulla poltrona dell’amministratore delegato sedeva Andy Palmer. Palmer, quindi Foers, poi Felisa e ora Hallmark: quattro Ad in così pochi anni non sono certo un buon segno. Tanto più che le vetture della Casa di Gaydon sono zavorrate dai debiti.
Da parte sua Adrian Hallmark ha commentato: “Per soddisfare l’ambizioso piano aziendale per il 2024 era necessaria un’esecuzione quasi perfetta. Tuttavia, – ha aggiungo il nuovo amministratore delegato – è diventato chiaro che dobbiamo adottare misure decisive per adeguare i nostri volumi di produzione per il 2024, data una combinazione di interruzione dei fornitori, debole contesto macroeconomico in Cina e una decisione proattiva di riallineare strategicamente i nostri piani di produzione per ottimizzare l’efficienza e raggiungere una cadenza di consegna più equilibrata in futuro”.
INCHIODA ANCHE MERCEDES
Per la seconda volta in neanche due mesi, in settembre il gruppo tedesco Mercedes-Benz ha rivisto al ribasso il suo obiettivo sui margini di profitto per il 2024. La causa principale è il rallentamento del mercato automobilistico cinese, il più grande al mondo.
La casa prevede per il 2024 un ritorno sulle vendite compreso tra il 7,5 e l’8,5 per cento, in calo rispetto al 10-11 per cento precedente. Per il secondo semestre dell’anno il ritorno stimato è intorno al 6 per cento.
L’utile del gruppo prima degli interessi e delle imposte potrebbe attestarsi a 15,8 miliardi di euro, in netto calo rispetto all’anno precedente (19,7 miliardi).
IL CUPO SCENARIO EUROPEO
L’intero comparto automobilistico europeo si conferma ancora una volta in sofferenza, con una produzione in calo del 22% rispetto al 2019, che evidenzia una crisi profonda che mina la competitività dell’intero settore. A colpire l’automotive, in particolare la contrazione del mercato delle auto elettriche in Europa.