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Fremm Egitto

Fremm Fincantieri all’Egitto, Conte e Massagli arronzano grillini, Fatto e Leu

Fatti, numeri e indiscrezioni sulla decisione del governo Conte che ha dato l'ok alla vendita delle due navi Fremm di Fincantieri all'Egitto

 

L’Italia ha dato ieri il via libera alla vendita delle due fregate Fremm di Fincantieri all’ Egitto.

L’accordo tra Roma e Il Cairo – secondo quanto scrive l’Ansa – sarebbe arrivato due giorni a seguito della telefonata tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il leader egiziano al Sisi dedicata principalmente al dossier libico e al caso Regeni. Le stesse fonti riferiscono che la decisione sarebbe stata già condivisa con i vertici di Fincantieri.

Tensioni sotto traccia nella maggioranza di governo: i subbugli solcano ampi settori del Movimento 5 Stelle (significativo l’articolo di pochi giorni fa del Fatto Quotidiano, critico sull’operazione in fieri tra Fincantieri, governo Conte ed Egitto) e di uno dei 4 partiti della maggioranza che sostiene l’esecutivo, ossia Leu, il partito del ministro della Salute, Roberto Speranza.

Il passo di Palazzo Chigi – come detto – è stato condiviso con i vertici di Fincantieri, che era in trattativa con Il Cairo e attendeva appunto l’autorizzazione all’esportazione delle due navi, la Spartaco Schergat e la Emilio Bianchi, per un valore stimato di circa 1,2 miliardi di euro: si tratta di due fregate realizzate per la Marina Militare italiana, che dovranno quindi essere rimpiazzate con altre due navi di nuova costruzione.

D’altronde sull’operazione di Fincantieri con l’Egitto – seguita a Palazzo Chigi da Carlo Massagli, consigliere militare del premier – c’era già stato un via libera del ministero dell’Economia, come scrisse il 30 gennaio scorso Start Magazine.

A fine gennaio il dossier fu infatti esaminato dal consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti (controllata dal ministero dell’Economia e partecipata dalle fondazioni bancarie) per la concessione di una garanzia fino a 500 milioni con il coinvolgimento della controllata Sace, specializzata nelle assicurazioni internazionali. Nell’operazione di Sace-Cdp sono coinvolte anche Intesa Sanpaolo, Bnp Paribas e Santander. Un’operazione frutto anche del via libera del Cipe a operazioni finanziarie e assicurative del genere. Indiscrezioni parlano di un anticipo dello Stato a Fincantieri pari a circa 600 milioni di euro.

La commessa con le 2 Fremm all’Egitto ora s’interseca anche con il dossier libico: “Al Sisi è infatti, con la Russia e gli Emirati Arabi, uno dei più grandi sponsor del generale Khalifa Haftar, al cui fianco è corso nei giorni scorsi proponendo un’iniziativa unilaterale che potesse fare uscire dall’angolo l’uomo forte della Cirenaica in ritirata dopo mesi di tentato assalto a Tripoli”, ha scritto ieri l’Ansa.

I subbugli – come scritto da settimane su Start Magazine – solcavano non solo il Movimento 5 Stelle ma anche i vertici della Marina militare, che attendono quanto meno una compensazione per le due Fremm che non saranno dunque consegnate alla Marina.

La fregata Schergat – secondo i piani da tempo concordati – doveva essere consegnata alla Marina il 5 giugno. Ma la data non è stata rispettata: se la Fremm fosse stata consegnata a tutti gli effetti alla Marina non poteva essere venduta all’Egitto.

A rinfocolare i timori dei vertici della Marina c’è stata nei giorni scorsi una comunicazione – come svelato da Start Magazine – giunta ai vertici di Occar, l’organizzazione internazionale che cura la gestione dei programmi di attrezzature di difesa.

La lettera, spedita da Orizzonti Sistemi Navali (joint venture tra Fincantieri e Leonardo-ex Finmeccanica), faceva riferimento alla necessità per la nave Schergat di un ulteriore periodo di lavori (che finirebbero il 16 giugno, secondo le indiscrezioni raccolte da Start in ambienti della Difesa) per la “pulizia aggiuntiva dei filtri dell’impianto di condizionamento” e alle “analisi chimiche in linea con il recente rapporto emesso dall’Istituto Superiore di Sanità in merito agli impianti di distribuzione acqua sanitaria”. Per questo la società di Leonardo e Fincantieri chiedeva a Occar una “estensione del termine contrattuale”.

Ha detto nei giorni scorsi a Start Magazine sulle 2 Fremm di Fincantieri un analista che chiede l’anonimato: “Fincantieri costruisce, allestisce la nave ed implementa radar, armamenti, suite ecc che le sono fornite dalla Marina che le acquista da Leonardo (ex Finmeccanica), Elettronica ecc. Ma di questi sistemi non è proprietaria Fincantieri che li gestisce tramite Orizzonti Sistemi Navali (società di Fincantieri e Leonardo). Per cui quando si parla di eventuale cessione da parte di Fincantieri bisogna sempre tener conto di questa particolare situazione tra Fincantieri, Orizzonti Sistemi Navali e committente Marina/Stato”.

Ma evidentemente con l’ok del governo Conte le questioni sono state superate. Mentre non c’è traccia di un contratto per la contropartita a favore della Marina.

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