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La svendita delle auto elettriche Fisker per salvare il salvabile

Piccolo e mesto colpo di scena nel (secondo) fallimento del designer danese che sta chiudendo la propria Casa produttrice di auto elettriche sommersa dai debiti. Si è fatto avanti un compratore che però esige un prezzo stracciato per l'acquisto in blocco delle Fisker Ocean: il giudice approverà la svendita?

Pare sia destinata a finire con una mesta svendita delle poche auto elettriche prodotte finora l’ultima avventura imprenditoriale di Henrik Fisker e di sua moglie Geeta Gupta-Fisker, in grado almeno in un primo tempo di scalzare Mercedes nello sviluppo di una nuova Papamobile elettrica.

Il designer, noto per aver progettato due delle auto più belle degli ultimi tempi (la Bmw Z8 e l’Aston Martin V8 Vantage), non ha dimostrato spiccate attitudini da manager se si considera il pregresso fallimento del 2013.

LE AUTO ELETTRICHE HANNO LA BATTERIA SCARICA

Non tutto ciò che è successo, comunque, è imputabile al Ceo, considerato che nell’ultimo periodo non si contano i fallimenti di startup dell’auto elettrica, spuntate nel sottobosco dell’automotive come funghi dopo un acquazzone autunnale.

Qualche mese fa ha cessato di correre (anche perché sedotta e poi abbandonata dal partner taiwanese Foxconn) Lordstown Motors, dell’Ohio, fondata nel 2018 da Steve Burns. In Germania ha chiuso e.Go Mobile, anche nota come Next.e.GO Mobile, che pure aveva già raccolto 11mila ordini per la sua auto elettrica, ancora da lanciare sul mercato, e.wave X, seconda vettura alla spina della startup tedesca dopo quella del debutto sul mercato nel 2017.

È andata a sbattere pure Arrival, la startup britannica che avrebbe dovuto portare i furgoncini della Royal Mail nel terzo millennio e invece venderà i propri asset e le proprietà intellettuali in UK per pagare i debiti.  Era arrivata a valere oltre 13 miliardi di dollari, per poi sprofondare sotto quota 10 milioni.

CHE SUCCEDE ORA A FISKER?

Insomma, ormai i fallimenti delle startup delle auto elettriche sono così frequenti che dovrebbero iniziare a fare notizia quelle realtà che non hanno ancora portato i libri in tribunale. Ma, tornando alla disavventura di Fisker, che succederà adesso?

Ora si prova a salvare il salvabile per soddisfare almeno in parte i creditori, dai dipendenti ai fornitori. Sembra che Fisker, in totale autonomia e al di fuori della procedura fallimentare, sia riuscita a trovare un acquirente disposto a vendere le rimanenti scorte di SUV Ocean completamente elettriche: per questo ha chiesto al giudice del tribunale fallimentare del Delaware che supervisiona il caso del Chapter 11 di approvare la vendita.

Ma più che una vendita, si tratta di una vera e propria svendita, che il magistrato, posto anzitutto a tutela dei creditori, dovrà accettare sentiti gli avvocati delle controparti. Con ogni probabilità procederà solo laddove non si facciano avanti offerte migliori. Ipotesi remota, considerato che nell’ultimo periodo i partner sondati dal Ceo – Nissan in primis – si sono via via dileguati, complice la bolla delle auto elettriche in corso.

LA SVENDITA DELLE OCEAN FISKER

Se il giudice approverà la richiesta presentata dall’amministratore delegato, Fisker potrà cedere 3.231 veicoli elettrici finiti a una società di leasing con sede a New York per 46,25 milioni di dollari. Vorrebbe dire vendere ogni Ocean a 14.000 dollari rispetto al prezzo di listino di 70.000 dollari.

È una offerta di gran lunga inferiore ai prezzi stracciati che Fisker offriva durante l’ultimissimo periodo per evitare la bancarotta e spingere le vendite. Vendite avvenute in zona Cesarini che potrebbero allargare ulteriormente il buco nel bilancio e dare vita a nuove cause, dato che il modello presenta vizi che dovranno essere sanati mediante richiami e gli acquirenti si stanno già riunendo in comitati per chiedere di non perdere assistenza tecnica e pezzi di ricambio.

UN OCEAN DI DEBITI

Ma che cosa potrebbero rappresentare quei 46 milioni rispetto alla posizione debitoria della startup? Per avere una idea, molto parziale, delle passività, il bilancio 2023 racconta di ricavi che hanno sfiorato i 273 milioni di dollari a fronte però di perdite nette per 762 milioni.

Non solo: Fisker deve complessivamente circa 1 miliardo di dollari a tutti i suoi creditori non garantiti. E sono naturalmente quelli che mugugnano maggiormente di fronte a tale ipotesi che, se approvata, difficilmente lascerebbe loro qualcosa da aggredire, come hanno già esplicitato gli avvocati alla loro prima udienza, il 21 giugno scorso.

Nel frattempo i creditori non privilegiati comunque temporeggiano chiedendo di avere prima a disposizione la lista di tutti gli asset della startup di auto elettrica, il cui inventario non è stato stranamente ancora presentato. I difensori che rappresentano i creditori privilegiati sono stati invitati a presentare una mozione di approvazione per l’ultima vendita, anzi, svendita, delle Ocean Fisker.

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