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Fincantieri, tutti i piani e il nodo del debito

Fincantieri prevede di tornare in utile dal 2025 quando registrerà ricavi per 8,8 miliardi. Ecco come il gruppo scansa l'ipotesi di un aumento di capitale nel piano industriale 2023-27

Fincantieri punta al ritorno all’utile nel 2025.

Ieri il cda del gruppo cantieristico di Trieste, presieduto dal Generale Claudio Graziano, ha approvato il nuovo piano industriale ’23-’27 e illustrato dal nuovo ad Pierroberto Folgiero.

Il gruppo navale controllato da Cdp punta a focalizzarsi sulla costruzione di navi ad alto valore aggiunto, digitalizzando i processi produttivi con un’attenzione ai costi e alla “disciplina finanziaria”.

Inoltre, Fincantieri potenzierà le sinergie tra i settori cruise, difesa e navi specializzate offshore, sulla scia della transizione energetica e dell’innovazione tecnologica.

Il gruppo in una nota indica che a fine piano, nel 2027, registrerà ricavi per 9,8 miliardi con un ebitda margin dell’8%. L’indebitamento scenderà da un rapporto tra posizione finanziaria netta ed ebitda di 4,5-5,5 nel 2025 a uno di 2,5-3,5 nel 2027.

In questo modo, il numero uno Folgiero sostiene che non ci sarà bisogno di un aumento di capitale per Fincantieri, ipotesi tornata in auge nei mesi scorsi visto il debito del gruppo (3,03 miliardi).

Tutti i dettagli.

LA ROTTA DI FINCANTIERI

Il Piano Industriale — comunica Fincantieri — esprime l’ambizione del Gruppo di diventare leader mondiale nella realizzazione e gestione a vita intera della nave digitale e green, per i settori del turismo crocieristico, della difesa e dell’energia. Forte della sua eccellenza industriale, mira inoltre a rafforzare il posizionamento competitivo internazionale del Gruppo e dell’industria navalmeccanica italiana, creando valore anche per la filiera. In quest’ottica, verranno potenziate ulteriormente le sinergie tra i settori cruise, difesa e navi specializzate offshore, sulla scia della transizione energetica e dell’innovazione tecnologica.

Inoltre, il piano prevede la focalizzazione sul business della cantieristica navale ad alto valore aggiunto, ulteriore rafforzamento dei cantieri italiani ed esteri e concentrazione su costi e disciplina finanziaria.

FOLGIERO: VERSO NAVI SEMPRE PIÙ AUTOMIZZATE E DIGITALLIZATE

“Distintività e sostenibilità sono punti qualificanti del nostro piano, ci permetteranno di continuare a crescere, volgendo in opportunità le criticità del settore e del contesto macroeconomico” ha dichiarato l’ad Pierroberto Folgiero. “Le linee guida del piano 2023-2027 si basano su cinque pilastri volti a far evolvere Fincantieri in leader mondiale nella abilitazione della transizione energetica per le grandi navi e nella costruzione e gestione di navi sempre più automatizzate e digitalizzate. Tale evoluzione è possibile grazie alla focalizzazione sui nostri tre core business – navi da crociera, navi militari e navi specializzate offshore – con riferimento ai quali siamo pronti ad essere pionieri nella abilitazione delle nuove tecnologie. Il piano prevede l’impegno continuo sulla modernizzazione e digitalizzazione delle operazioni dei cantieri navali fino all’eccellenza, e la massima attenzione alla disciplina finanziaria e al deleveraging” ha concluso Folgiero.

GLI OBIETTIVI ECONOMICI

Secondo il gruppo, Fincantieri tornerà in utile del 2025, anno in cui sono previsti ricavi di 8,8 miliardi di euro (stimati a 9,8 miliardi nel 2027). Nel triennio la società prevede l’ebitda margin passare dal 7% all’8%.

Le nuove linee guida del nuovo piano strategico 2023-2027 puntano anche a un rapporto posizione finanziaria netta/ebitda pari, rispettivamente, a 4,5-5,5 volte e a 2,5-3,5 volte.

MIGLIORATO L’INDEBITAMENTO

Guardando ai risultati dei primi 9 mesi dell’anno di Fincantieri, la posizione finanziaria netta è a debito per 3,03 miliardi (in aumento rispetto ai 2,2 miliardi al 31 dicembre 2021), Tuttavia in miglioramento rispetto al 30 giugno 2022 (debito per 3,2 miliardi al 30 giugno), coerente con volumi di produzione, investimenti e piano consegne.

NESSUN AUMENTO DI CAPITALE

Dunque per Folgiero, Fincantieri non “avrà bisogno” di un aumento di capitale, visti gli obiettivi di deleveraging incorporati nel piano industriale.

Come scrive Bloomberg, il gruppo cantieristico di Trieste vuole ridurre drasticamente il suo rapporto debito/profitto nel nuovo piano industriale fino al 2027, poiché il costruttore navale controllato dallo stato cerca di evitare di cercare nuovi fondi dagli investitori, secondo quanto sostenuto dall’ad Folgiero.

Esclusa quindi l’ipotesi ricapitalizzazione per Fincantieri, di cui si vocifera da mesi dopo che Pierroberto Folgiero è stato nominato nuovo amministratore delegato del gruppo, succedendo dopo venti anni a Giuseppe Bono, ad dal 2002. Negli ultimi anni, “il ceo Bono ha ripetutamente escluso che  Fincantieri avesse bisogno di un aumento di capitale a meno che non effettuasse grandi operazioni di fusione e acquisizione” ha ricordato in primavera Banca Akros. A lungo termine, la nomina di una guida nuova “può significare che la strategia di cambierà”.

Proprio per questo, gli analisti della banca non escludevano che Folgiero potesse effettuare “un’approfondita revisione dell’attività con possibili risvolti in termini di svalutazioni e, nel peggiore dei casi, di un aumento di capitale come fece quando 8 anni fa prese la guida di Maire Tecnimont”.

Ma, con il nuovo piano industriale, il numero uno di Fincantieri ha scongiurato l’aumento di capitale per il gruppo navale.

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