Nuovo timoniere per Fincantieri dopo 20 anni di guida nel segno di Giuseppe Bono.
Mercoledì la Cdp – che controlla al 71,3% Fincantieri tramite Cdp Industria – ha proposto Pierroberto Folgiero (attuale numero uno di Maire Tecnimont) come nuovo amministratore delegato, succedendo dopo venti anni a Giuseppe Bono, ad dal 2002.
La nomina dovrebbe essere approvata in assemblea il prossimo 16 maggio. Sempre Cdp ha indicato per la presidenza il generale Claudio Graziano in sostituzione di Giampiero Massolo.
“Entrambi gli uomini hanno competenza e visione”, ha affermato il sottosegretario di Stato alla Difesa (in quota Forza Italia) Giorgio Mulè a DefenseNews. Alla testata Mulè ha aggiunto che Folgiero ha una vasta esperienza come manager globale, mentre Graziano ha avuto “ottimi rapporti” negli Usa e in Europa.
Inoltre, il sottosegretario alla Difesa ha sottolineato che il rimpasto potrebbe favorire un rapporto di lavoro più stretto tra il gruppo navale e il colosso della difesa e dell’aerospazio Leonardo.
Secondo Repubblica “a Folgiero toccherà far quadrare i conti e rilanciare la produzione di navi da crociera che ha dovuto subire il forte rallentamento del flusso turistico a causa della pandemia”.
Per gli analisti di Banca Akros Folgiero è l’uomo giusto per un aumento di capitale in Fincantieri. Ricapitalizzazione esclusa nel 2021 da parte di Giuseppe Bono. Di un eventuale aumento di capitale del gruppo cantieristico di Trieste si vocifera infatti già dallo scorso novembre. Ovvero in occasione delle ipotesi di acquisizione di Oto Melara e Wass messe in vendita da Leonardo.
Ecco tutti i dettagli.
LA NOTA DEL SOTTOSEGRETARIO GIORGIO MULÈ
“Congratulazioni al generale Claudio Graziano per la nomina a presidente di Fincantieri. Il prestigioso incarico giunge in un momento cruciale per il settore strategico dell’industria della difesa. La sua grande esperienza e competenza sono garanzia di successo per uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo. Buon lavoro al dottor Pierroberto Folgiero, designato amministratore delegato. Faccio a entrambi i miei più sinceri auguri” ha scritto in una nota il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, che ringrazia Giuseppe Bono “per gli importanti risultati raggiunti in questi venti anni alla guida della società”.
ROTTA VERSO LEONARDO?
Ma a DefenseNews Mulè ha suggerito che il rimpasto potrebbe essere positivo. Inoltre ha anche previsto un rapporto di lavoro più stretto tra Fincantieri e l’altro colosso controllato dallo Stato Leonardo. Prevedo che il rapporto politico-industriale ora si rafforzi e si forgiano legami più stretti con Leonardo” ha detto Mulè.
Il rapporto tra i due colossi entrambi impegnati nella Difesa non è stato tra i più idilliaci negli ultimi anni.
IL DOSSIER OTO MELARA E WASS
Ha sottolineato oggi La Verità: “Basti pensare ai forti contrasti tra Bono e Alessandro Profumo, ad di Leonardo, sulla vendita di Oto Melara e Wass”.
“Bono la rivendicava anche a costo di imporre un aumento di capitale da parte di Cdp, mentre il numero uno di Leonardo aveva già messo in cantieri la cessione a un consorzio tedesco. L’ultimo di una serie di scontri tra le due ammiraglie della Difesa (ingombrante per il governo è stato anche quello relativo al cloud di Stato) che ha imposto una revisione non solo dei cda ma anche dei metodi di lavoro”, ha scritto Claudio Antonelli del quotidiano fondato e diretto da Maurizio Belpietro.
AUMENTO DI CAPITALE IN VISTA?
Infine, secondo gli analisti di Banca Akros — ripresi da MF — con Folgiero potrebbe tornare in auge l’ipotesi di un aumento di capitale per Fincantieri.
Negli ultimi anni, “il ceo Bono ha ripetutamente escluso che Fincantieri avesse bisogno di un aumento di capitale a meno che non effettuasse grandi operazioni di fusione e acquisizione” ha ricordato Banca Akros. A lungo termine, la nomina di una guida nuova “può significare che la strategia di cambierà”.
A breve,Banca Akros non esclude che il prossimo ad Folgiero effettui “un’approfondita revisione dell’attività con possibili risvolti in termini di svalutazioni e, nel peggiore dei casi, di un aumento di capitale come fece quando 8 anni fa prese la guida di Maire Tecnimont”.
Sulle voci, invece, di una possibile fusione con Leonardo, gli analisti ritengono che mettere insieme Fincantieri (il 75% del business proviene dalle navi da crociera) con una compagnia militare quasi pura come Leonardo, “non abbia molto senso: il gruppo che nascerebbe sarebbe un conglomerato che scambierebbe con uno sconto ancora maggiore rispetto ai concorrenti”.