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Fincantieri Tkms

Fincantieri, perché Folgiero punta ai sottomarini tedeschi di Tkms

L'amministratore delegato di Fincantieri apre a una più stretta cooperazione strategica con Thyssenkrupp, in vista dello spin-off del business navale e dei sottomarini (Tkms) da parte del colosso tedesco

Il numero uno di Fincantieri mira ai sottomarini di Thyssenkrupp Marine Systems (Tkms).

Il gruppo cantieristico di Trieste è interessato a una più stretta collaborazione con il partner Thyssenkrupp, che sta cercando di cedere la sua divisione navale e dei sottomarini Tkms. È quanto ha dichiarato l’amministratore delegato del gruppo navale italiano, Pierroberto Folgiero, nel corso di un’intervista che ha rilasciato al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung.

Il colosso teutonico sta attualmente esplorando le opzioni per Tkms, che costruisce sottomarini e fregate, con scenari che vanno da un possibile spin-off a una joint venture con un rivale.

Secondo fonti di Reuters, possibili partner industriali per Tkms sono il gruppo olandese Damen e la svedese Saab, ma anche player di private equity, tra cui Carlyle, hanno mostrato interesse. Tra questi anche Fincantieri dunque che ha riaffermato il suo interesse a collaborare con Thyssenkrupp. Mentre i dettagli precisi di questa potenziale partnership rimangono ignoti, le parole dell’ad Folgiero riflettono una strategia già manifestata di Fincantieri verso la ricerca di collaborazioni e il perseguimento del necessario consolidamento dell’industria europea della difesa che già il precedente ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, andava sostenendo da tempo.

Tutti i dettagli.

FOLGIERO PUNTA AI SOTTOMARINI DI TKMS

“Siamo sempre raggiungibili per Thyssenkrupp, per esaminare e discutere di possibili transazioni”, ha precisato Folgiero spiegando che “potremmo collaborare ancora di più a livello industriale e sviluppare insieme nuove tecnologie. Motori a idrogeno, batterie di nuova generazione e soppressione del rumore sott’acqua: ci sono molte cose che possono essere fatte meglio in coppia che da soli”.

Fincantieri ha stimato che entro il 2031 il mercato globale dei sommergibili tradizionali raggiungerà gli 80 miliardi di dollari di valore, con un tasso di crescita annuale composto (cagr) nel periodo 2023-2031 del 2,4%, riporta MF.

“Costruiamo già sottomarini con Thyssenkrupp e siamo molto soddisfatti di questa collaborazione. Possiamo fare di più? Sì, perché la domanda internazionale è in aumento. Saremmo più che felici di fare ancora di più insieme” ha aggiunto Folgiero.

SULLA SCIA DELLA COLLABORAZIONE GIÀ ATTIVA

Il riferimento è al programma di cooperazione governativa e industriale italo-tedesco relativo alla classe di sottomarini U-212A, nato con un accordo fra i ministeri della Difesa di Italia e Germania nel 1996 e deriva dall’esigenza della Marina militare italiana di disporre entro il 2006 di una nuova classe di sottomarini rispondenti alle moderne esigenze operative.  La flotta U-212A della Marina italiana conta quattro unità, quella tedesca ne annovera sei.

E proprio nell’ambito di questa collaborazione, il mese scorso il gruppo capeggiato da Pierroberto Folgiero ha firmato con la Direzione degli Armamenti navali del Segretariato generale della Difesa e Direzione nazionale degli Armamenti un contratto per l’assistenza a richiesta dei battelli della Marina militare tedesca. Senza dimenticare che pochi giorni prima, Fincantieri aveva annunciato la costruzione del terzo sottomarino di nuova generazione relativo al programma U-212NFS (Near Future Submarine) della Marina militare, evoluzione del programma U-212A, assegnato a Fincantieri, che ha ricevuto l’approvazione parlamentare e proseguirà ora il consueto iter amministrativo.

RIAFFIORA IL TEMA DI UNA FUSIONE O JOINT-VENTURE

Nel corso dell’intervista Folgiero ha precisato che “Eravamo pronti a qualsiasi forma di collaborazione in passato, e lo saremo anche in futuro”. Non va dimenticato infatti che già in passato il gruppo cantieristico di Trieste ha mostrato interesse al ramo navale del gruppo tedesco per creare un hub di produzione incentrato su navi e sommergibili navali.

Negli ultimi anni infatti, Thyssenkupp ha sondato un’acquisizione totale o parziale di Tkms con i principali costruttori navali europei, ma senza successo. E a inizio 2022, il quotidiano tedesco Handelsblatt aveva rivelato che Thyssenkrupp stava contattando Fincantieri e la concorrente francese Naval Group per una fusione con Tkms. All’epoca ThyssenKrupp Marine Systems era valutata 1-2 miliardi di euro. Per Banca Akros un’acquisizione avrebbe implicato un aumento di capitale per Fincantieri con probabile impatto negativo sul prezzo dell’azione, riportava MF.

LA POSIZIONE DI TKMS

In risposta alle affermazioni di Folgiero, il membro del consiglio di Thyssenkrupp e ceo di Tkms Oliver Burkhard, ha dichiarato su Twitter che entrambe le società collaborano da molto tempo.

“Consegnamo pacchi di materiale per sottomarini in Italia. Il nostro obiettivo attuale è rendere Tkms indipendente. Dopodiché, dovremmo parlare di consolidamento europeo. Alla pari e in condizioni di parità” ha sottolineato nel tweet Burkhard.

NECESSARIO CONSOLIDAMENTO DEL SETTORE

Entrambe le posizioni riflettono quindi una più ampia tendenza al consolidamento nel settore europeo della difesa.

È “assolutamente” necessario un consolidamento del settore della difesa europeo, ora “troppo frammentato” ha sostenuto ancora il numero uno di Fincantieri nell’intervista a Sueddeutsche Zeitung,.

Folgiero ha aggiunto che il comparto, “così com’è, spesso non ha senso dal punto di vista tecnico e tutto costa ancora di più”. Tuttavia, “non è facile cambiare” questa situazione, l’ad ha osservato infatti che l’Ue “sta già attuando programmi per indirizzare le industrie verso una maggiore cooperazione, ma si tratta pure sempre dei propri interessi”. Dopodiché, Folgiero ha citato l’esempio di Naviris, joint venture tra Fincantieri e  Naval Group, “aperta a nuovi membri”. Questa società mostra “come deve essere la fine del gioco: più cooperazione europea”. In merito alla collaborazione nella difesa tra le imprese europee, Fogliero ha affermato: “Non voglio dire che è facile, né che viene naturale e da sé, che le cose sono già fatte o che noi di Fincantieri siamo i migliori della classe”. Pertanto, il numero uno di Fincantieri ha ribadito che “possiamo cooperare e noi ci siamo”.

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