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Fca Dieselgate

Peugeot, Renault, Nissan. Come si muoverà Fca nel risiko auto

Quale futuro attende Fca? Quali sono i veri obiettivi di Elkann e Manley? E quali scenari sono davvero realistici nel risiko fra Case auto? Fatti, indiscrezioni e il commento di Ugo Bertone, giornalista, editorialista ed esperto del settore

Prima le ipotesi di un possibile matrimonio con Peugeot, poi le indiscrezioni, pubblicate dal Financial Times, su un’acquisizione da parte di Renault, dopo la fusione con la giapponese Nissan: è il futuro di Fca a tenere banco in questi giorni, almeno nelle cronache giornalistiche.

La casa italo-americana (molto più americana che italiana se si guarda produzione e mercato) è in balia degli eventi: l’Europa spinge per una riduzione drastica delle emissioni ed il mondo intero promuove una transizione all’elettrico del settore mobilità, ma Fca è in ritardo in fatto di auto sostenibili. Mettersi a lavoro significherebbe spendere una quantità enorme di denaro per un prodotto che arriverebbe sul mercato, comunque, dopo di altri. Ma allora quale destino spetta a gruppo Fiat Chrysler?

COME ACCELERA (E SBANDA) FCA

Tutto parte da qui, per Ugo Bertone, giornalista, editorialista ed esperto del settore auto. Sono le nuove regole Ue sulle emissioni a mettere “ansia” alle case automobilistiche. “Le nuove norme saranno devastanti per chi non è in regola. Fca non lo è e rischia multe miliardarie. Alcuni come General Motors, che in pratica lo ha già fatto, e Ford sono pronti a lasciare il mercato europeo perché non se la sentono di affrontare il problema”, dice Bertone in una conversazione con Start Magazine.

FCA E IL PROBLEMA EMISSIONI

Problema che per Mike Manley, ad di Fca, “può essere affrontato in tre modi: la transizione all’elettrico, il pagamento delle multe, o meglio con il comprare crediti di Co2 e la modifica degli attuali modelli”.

MATRIMONIO CON PEUGEOT?

“Fca è impegnata per una transizione all’elettrico, ma non ha denaro a sufficienza perché il tutto avvenga velocemente. La soluzione del matrimonio con Peugeot, allora, avrebbe i suoi vantaggi perché la casa auto è molto avanti nelle soluzioni di riduzione della C02, ma l’opzione sembra essere già esclusa: John Philip Elkann ha risposto che a Fca non interessano scambi azionari”, chiosa bertone.

FCA IN VENDITA?

Niente scambi azionari, dunque, ma non è esclusa l’opzione vendita: “La casa italo-americana ha già deciso la sua linea di condotta. Probabilmente, approfittando del periodo favorevole (tra un anno-due potrebbe essere già tardi), Fca potrebbe mettersi all’asta per concentrarsi su quello che sanno fare meglio, i marchi di lusso. Qualcosa del genere lo aveva fatto già intendere Elkann, quando ancora era in vita Sergio Marchionne aveva affermato che è possibile trattare la vendita di tutta Fca tra i 20 e i 21 miliardi, senza toccare Maserati ed Alfa”, sottolinea Bertone, precisando che “Fca può essere venduta ad un’altra casa europea perché produce e vende soprattutto in America, l’Antitrust non dovrebbe far problemi”.

IL RUOLO DI MANLEY E TAVARES

“C’è da dire – aggiunge Bertone – che sul futuro di Fca pesa anche la scomparsa di Marchionne. Prima si aveva un’azienda di media forza e un leader fortissimo, ora ci sono buoni manager, perché Manley è un ottimo manager, ma sul prodotto finale che uscirebbe da una fusione c’è comunque spazio per un grande numero uno, come potrebbe essere Carlos Tavares”.

ENTRA IN GIOCO RENAULT

Chissà se al nome del possibile leader ci stia già pensando Renault, che reinventandosi dopo l’arresto dell’ex numero uno Carlos Ghosn e la nomina del nuovo presidente, Jean-Dominique Senard, secondo le indiscrezioni del Financial Times, avrebbe intenzione di acquisire Fca.

MOSSA (FINANZIARIAMENTE) POSSIBILE?

“Certo è che Renault potrebbe mettere in atto questo piano solo dopo aver sigillato la fusione con Nissan, per un gruppo che varrebbe sui 50 miliardi di dollari, da sola non avrebbe ora la forza finanziaria”, dice Bertone.

Renault dispone di una capitalizzazione di mercato di 17 miliardi di euro, inferiore a Fca, e ha meno di 3 miliardi di cassa. Un eventuale gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi-Fca, come scrive il Sole24ore, sarebbe il primo al mondo con più di 16 milioni di veicoli venduti all’anno, una quota di mercato del 16% e una capitalizzazione di Borsa superiore ai 70 miliardi.

 

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