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CACCIA TURCHIA

F-35, F-16 ed Eurofighter. Tutto sul risiko dei nuovi caccia per la Turchia

Dopo l'esclusione nel 2019 dal programma F-35 e aver ricevuto il diniego per la modernizzazione e l’acquisto di nuovi F-16, la Turchia ha espresso l’intenzione di acquisire i caccia Eurofighter Typhoon. Ma Berlino sta facendo resistenza.

Nella ricerca di un sostituto per i suoi F-16 vetusti, la Turchia si sta scontrando con notevoli difficoltà nell’acquisire un caccia di progettazione occidentale.

Secondo quanto affermato dal ministro della Difesa turco, la Germania starebbe ostacolando la vendita degli Eurofighter. Se confermata, questa situazione potrebbe avere ripercussioni significative sull’industria della difesa tedesca e i suoi partner.

LA NECESSITÀ DELLA TURCHIA DI NUOVI CACCIA

Dopo essere stata esclusa nel 2019 dal programma F-35 e aver ricevuto il diniego per la modernizzazione e l’acquisto di nuovi F-16, a novembre la Turchia ha espresso l’intenzione di acquisire gli Eurofighter Typhoon EF-2000, prodotti dal consorzio che include Gran Bretagna, Spagna, Italia e Germania.

Nonostante il sostegno di Spagna e Gran Bretagna, l’acquisto degli Eurofighter da parte della Turchia sembra incontrare ostacoli, in particolare dalla Germania, come suggerito dalle dichiarazioni del ministro turco Yasar Guler.

IL VETO TEDESCO SUGLI EUROFIGHTER AD ANKARA

Questo rifiuto tedesco potrebbe essere legato alle tensioni tra la marina tedesca e il governo turco nel Mediterraneo, relative al controllo di una nave turca sospettata di esportare armi in Libia, contravvenendo alle sanzioni della Nato.

Dopo un episodio simile di rifiuto della vendita degli Eurofighter all’Arabia Saudita, si tratta della seconda volta in pochi mesi che la Germania ostacola la vendita dell’aereo a uno stato non europeo.
Queste decisioni hanno causato notevoli proteste da parte di Gran Bretagna, Spagna e degli industriali coinvolti, e potrebbero avere effetti negativi per l’industria della difesa tedesca.

Un veto tedesco avrebbe molteplici conseguenze.

LE POSSIBILI CONSEGUENZE PER BERLINO

Internamente, l’industria tedesca della difesa è fortemente coinvolta in progetti di cooperazione europea, come l’Eurofighter e il consorzio A400M.

La dipendenza dell’industria tedesca dal successo commerciale di questi programmi è tale che, secondo Michael Schoellhorn, ceo di Airbus Defence and Space e Presidente dell’Associazione federale dell’industria aerospaziale tedesca, senza nuovi ordini di EF-2000, la la produzione dell’Eurofighter a Berlino potrebbe fermarsi entro il 2030. Tale scenario potrebbe portare alla perdita di competenze tecniche e know-how nella produzione di caccia.

La riluttanza del governo tedesco nell’esportare gli Eurofighter in Turchia, dopo il blocco delle esportazioni verso l’Arabia Saudita, potrebbe indicare che i rischi segnalati dagli industriali non hanno trovato eco a Berlino.

Da un punto di vista esterno, un nuovo blocco nelle esportazioni di armamenti potrebbe danneggiare l’immagine della Germania come partner industriale affidabile nello sviluppo di armamenti. Se il blocco dovesse essere confermato, ciò potrebbe avere ripercussioni significative sui futuri programmi di armamento in cui la Germania è coinvolta. A inizio novembre il Times aveva riferito che la Berlino stava considerando di aderire al programma  Global Combat Air Programme (Gcap), guidato tra gli altri dalla Gran Bretagna. Tuttavia, la posizione attuale della Germania sulle esportazioni di armi rende questo scenario improbabile. La riluttanza tedesca solleva dubbi sull’interesse della Gran Bretagna nel collaborare nuovamente con la Germania per sviluppare il proprio futuro caccia.

LA POSIZIONE DI ANKARA

Per la Turchia e le sue forze aeree, questa decisione rappresenta un punto critico.

Ankara, con oltre 200 F-16 e circa 50 F-4E Phantom di progettazione nordamericana, è un importante cliente per l’industria della difesa occidentale e una delle più grandi forze aeree tra gli stati membri della Nato. Tuttavia, le relazioni politiche e militari della Turchia con gli alleati della Nato sono ambigue. Da un lato, Ankara mostra aggressività sul piano militare, come dimostrato da un incidente nel giugno 2020 con una nave militare turca che ha effettuato manovre aggressive nei confronti di una fregata della Marina francese. Dall’altro, il paese utilizza il proprio diritto di voto all’interno della Nato a favore dei propri interessi strategici. Questo atteggiamento è all’origine delle cattive relazioni politiche e militari tra Washington e Ankara, ulteriormente aggravate dal fatto che la Turchia condiziona il suo sostegno all’adesione della Svezia alla Nato all’accettazione dell’ordine di nuovi caccia F-16.

I BUONI RAPPORTI CON UK E SPAGNA…

Nonostante le complicate relazioni diplomatiche e militari con alcuni stati della Nato, la Turchia è riuscita a stabilire partenariati industriali e politici con altri membri dell’Alleanza. In termini di armamenti e cooperazione nella difesa, la Turchia ha recentemente sottolineato le sue intenzioni di lavorare a stretto contatto con la Gran Bretagna e la Spagna. La Gran Bretagna partecipa attivamente allo sviluppo del programma turco di combattimento TF-X “Kaan” e ha firmato con la Turchia, nel novembre 2023, un protocollo d’intesa per rafforzare ulteriormente la cooperazione militare tra i due paesi. Anche la Spagna mantiene eccellenti relazioni militari e diplomatiche con la Turchia. Nel 2021, il Presidente turco Erdogan ha annunciato l’intenzione della Turchia di ordinare una portaerei e un sottomarino di progettazione spagnola.

…E LA FRANCIA?

Pertanto, la Turchia cerca di capitalizzare sulle eccellenti relazioni che ha con la Gran Bretagna e la Spagna per fornirsi di armamenti, incluso l’acquisto di caccia. Tuttavia, l’ostruzione esercitata dalla Germania rimane un serio ostacolo, poiché l’Eurofighter EF-2000 rappresenta l’unica alternativa viable ai F-16 nordamericani.
Per quanto riguarda la Francia e le sue ambizioni di esportazione nel settore degli armamenti, il veto tedesco avrebbe potuto aprire una finestra di opportunità per Dassault Aviation e il suo Rafale di competere per il mercato turco, come nel caso dell’Arabia Saudita.Tuttavia, le relazioni militari e diplomatiche tra Francia e Turchia sono particolarmente tese. Se l’Arabia Saudita ha considerato l’offerta di Dassault Aviation e del suo Rafale per aggirare il blocco tedesco sull’acquisizione di Eurofighter, è improbabile che la Turchia faccia lo stesso, considerando il sostegno francese alla Grecia e le divergenze di opinioni sulla crisi in Siria e Libia.

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