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Auto, cosa ha deciso il Parlamento europeo sull’Euro 7

Il Parlamento europeo ha approvato una posizione sull'Euro 7 molto più moderata della proposta della Commissione. L'Italia e la Repubblica ceca esultano: tutti i dettagli.

 

Giovedì il Parlamento europeo ha approvato la sua posizione negoziale sull’Euro 7, il nuovo e più stringente standard comunitario sulle emissioni inquinanti dei veicoli stradali che sostituirà l’Euro 6. Si tratta di una posizione più moderata di quella espressa dalla Commissione, secondo cui i benefici per la  salute supereranno i costi di adattamento, e in linea con il parere del Consiglio europeo, definito a fine settembre.

COM’È ANDATO IL VOTO

La posizione negoziale è stata approvata con 329 voti a favorevoli, 230 voti contrari e 41 astensioni. I sì alla proposta sono giunti principalmente dai gruppi dei conservatori e dei nazionalisti, ma anche dalla maggioranza dei liberali e dei popolari e da “circa un terzo” – riporta Il Sole 24 Ore – dei socialisti.

COSA HA DECISO IL PARLAMENTO EUROPEO SULL’EURO 7

Sia i rappresentanti dei governi degli stati membri dell’Unione e sia i legislatori europei – che dovranno negoziare la legge definitiva nei prossimi mesi – hanno dunque deciso di ammorbidire le regole sull’Euro 7. Nello specifico, il Parlamento ha mantenuto le proposte della Commissione sui limiti di emissione di ossidi di azoto, monossido di carbonio e particolato per le automobili. Ha però alleggerito i limiti di emissione di ossidi di azoto per i camion e hanno posticipato i tempi di applicazione delle nuove regole.

La Commissione fissa come data di entrata in vigore dell’Euro 7 il 2025 per le auto e il 2027 per i camion; il Parlamento vorrebbe che le due categorie di veicoli abbiano ventiquattro e quarantotto mesi di tempo, rispettivamente, per adeguarsi al regolamento.

L’ITALIA E LA REPUBBLICA CECA FESTEGGIANO: ECCO PERCHÉ

Alexandr Vondra, il principale parlamentare – è ceco, del gruppo dei Conservatori e dei Riformisti – che sta seguendo la questione Euro 7, ha commentato la posizione del Parlamento dicendo che “l’insensata proposta della [Commissione europea] verrà radicalmente cambiata”.

Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha scritto su X che “con il via libera nella seduta plenaria del Parlamento Europeo sulla nuova versione del regolamento Euro 7, prevale la ragione sulla ideologia […]. Siamo sulla strada giusta per coniugare gli obiettivi di sostenibilità con le necessità del tessuto produttivo e del sistema sociale”. Il ministero dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato che la posizione del Parlamento europeo “è un buon risultato negoziale, verso una transizione realistica e credibile”. Similmente, Marco Bonometti, presidente del Gruppo OMR, che si occupa di componenti per auto, ha detto che “in Europa si delinea una nuova maggioranza politica nella quale, in tema di auto e trasporti, sembra prevalere la ragione sull’ideologia”.

Secondo l’Italia e la Repubblica ceca, ma anche secondo altri paesi molto legati all’industria automobilistica come la Francia, i costi di adattamento all’Euro 7 sarebbero troppo alti, anche considerato che l’Unione ha già vietato la vendita di nuove auto a benzina e gasolio dal 2035: per le aziende del settore, dunque, sarebbe preferibile concentrare gli investimenti nello sviluppo delle tecnologie elettriche piuttosto che nel miglioramento dei motori a combustione interna, il cui orizzonte temporale è limitato.

Lo scorso maggio l’Italia, la Francia, la Repubblica ceca e altri cinque paesi membri dell’Unione (Bulgaria, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria) avevano contestato la proposta della Commissione sull’Euro 7 “poiché queste nuove norme distoglierebbero gli investimenti del settore dal raggiungimento del percorso di transizione net-zero“.

LE CRITICHE DEI VERDI

Di contro, il gruppo dei Verdi ha criticato la posizione del Parlamento, definendolo un’occasione persa per ridurre il numero di morti in Europa legate all’inquinamento prodotto dai veicoli (circa 70.000 all’anno) e per consentire all’Unione di “essere la leader futura nelle tecnologie verdi”, come ha detto il deputato Bas Eickhout.

La Germania, nonostante l’importanza produzione di veicoli, è favorevole a un Euro 7 dai limiti più stringenti; sono favorevoli anche i Paesi Bassi.

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