Prosegue il tira e molla tra Ryanair e l’Italia. Prima la lite per il dl Prezzi, poi la nomina di Roberta Neri nel CdA della compagnia aerea low cost per tentare una riappacificazione (pur con qualche dubbio) e ora la richiesta al governo italiano di abolire l’addizionale municipale, come ha già fatto il Friuli Venezia Giulia, che ci ha guadagnato nuove rotte per l’estate 2024.
COSA CHIEDE E COSA OFFRE RYANAIR ALL’ITALIA
“Se il governo italiano dovesse abolire l’imposta municipale, Ryanair risponderà con un investimento di 4 miliardi di dollari in Italia, aggiungendo 40 nuovi aerei e altri 20 milioni di passeggeri all’anno e oltre 250 nuove rotte”. Ad affermarlo è, Jason McGuinness, il direttore commerciale della compagnia irlandese.
MODELLO FRIULI VENEZIA GIULIA…
Quanto chiesto da Ryanair, almeno riguardo all’eliminazione dell’addizionale municipale, è già stato messo in atto dalla regione Friuli Venezia Giulia, dove il gruppo ha fatto sapere che aggiungerà due altre nuove rotte da/per Trieste per l’estate, oltre alle 5 (Berlino, Brindisi, Cracovia, Parigi, Siviglia) presentate la scorsa settimana. I due nuovi collegamenti aerei estivi interesseranno l’aeroporto di Ronchi dei Legionari e le destinazioni saranno Budapest e Olbia.
“Le prospettive di crescita dello scalo – ha dichiarato l’ad di Trieste Airport, Marco Consalvo – sono ora estremamente interessanti, l’incremento strutturale e costante della connettività aerea apre significative opportunità di miglioramento della mobilità per i cittadini e per lo sviluppo delle attività produttive. L’aeroporto del Friuli Venezia Giulia vuole essere sempre più un asset strategico per lo sviluppo economico del territorio. Ryanair con la nuova base ci consente di accelerare le tappe del nostro piano industriale”.
“Questa crescita – ha aggiunto McGuinness – è una conseguenza diretta della decisione della regione Friuli Venezia Giulia di abbassare i costi di accesso e di abolire l’addizionale municipale e rientra nella nostra visione condivisa volta a raddoppiare il traffico verso la regione nei prossimi 5 anni”.
…PER TUTTA L’ITALIA
Ryanair mette poi l’accento sulle isole italiane e invita il governo a favorire la connettività: “Ryanair chiede ora allo Stato italiano, e in particolare ai governi di Sardegna e Sicilia di abolire questa tassa eccessiva che serve solo a ostacolare la connettività e la crescita economica soprattutto nelle regioni italiane e nelle isole”, ha concluso il direttore commerciale.
QUANTO PESA LA TASSA D’IMBARCO
L’addizionale municipale, ufficialmente addizionale comunale sui diritti d’imbarco, è una tassa pagata nel prezzo finale del biglietto dai passeggeri agli aeroporti, che a loro volta la ripartiscono tra Inps, Enav, servizi antincendio e ai Comuni sul cui territorio è presente lo scalo. Come ricorda Qui Finanza, istituita dalla Manovra finanziaria del 2004, doveva restare in vigore “per un solo anno al costo di 1 euro per ogni persona imbarcata, ma con il passare del tempo non solo è stata prorogata trasformandola in una tassa fissa, ma il suo importo è cresciuto fino a 6,50 euro”.
“Attualmente – scrive Trasporti Italia -, questa tassa varia da aeroporto ad aeroporto in Italia. Negli aeroporti di Roma e Venezia, i passeggeri si trovano ad affrontare rispettivamente costi aggiuntivi sul biglietto del volo aereo di 7,5 euro e 9 euro per la tassa d’imbarco aeroportuale. In altri aeroporti italiani il costo aggiuntivo sul biglietto del volo aereo è di 6,5 euro”.
“Questo aumento delle tasse d’imbarco, contenuto nella manovra [2024] – prosegue l’articolo -, potrebbe portare ai comuni introiti aggiuntivi considerevoli, ma apre al contempo nuove sfide, in particolare con le compagnie aeree, soprattutto quelle low cost, e gli aeroporti”.