Il 2021 è stato l’anno della ripresa del trasporto aereo: 80,5 milioni di passeggeri per 737 mila. Numeri ancora lontani da quelli pre covid ma in ripresa. La Relazione annuale al parlamento dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti offre un quadro dello stato di salute di tutto il mondo dei trasporti nei primi 10 anni dell’ART.
TUTTI I NUMERI DEL TRASPORTO AEREO
Nel 2021 in Italia sono stati trasportati 80,5 milioni di passeggeri “tale grandezza registra un significativo incremento rispetto al 2020, pari al 53%”, si legge nella Relazione annuale al parlamento dell’ART. “Nel confronto con il 2019, si rileva invece una diminuzione pari al 58%”. Tale dato conferma il fatto che il gap rispetto al periodo pre covid non è stato ancora colmato. “Per quanto riguarda il 2022, il numero di passeggeri è raddoppiato rispetto al 2021, attestandosi su una quota pari all’85,5% del dei valori registrati nel 2019”. A crescere di più è stato il traporto interno rispetto al traffico internazionale. Un discorso analogo vale per il numero dei voli negli aeroporti italiani nel 2021, pari a 737 mila, in aumento del 34% rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso il confronto con il 2019 restituisce una contrazione del 49%, “seppure in forte ripresa rispetto al 2021 (+69%), non ha ancora completamente recuperato il livello del 2019.
LE PERFORMANCE DELLE COMPAGNIE AEREE LOW COST
Un dato molto interessante è quello che riguarda le compagnie low cost. “Con riferimento alle tipologie di compagnie aeree che transitano negli aeroporti italiani, anche nel 2021 si è rilevata la crescita della quota di mercato delle compagnie aeree low cost, sia in relazione al traffico domestico che a quello internazionale”.
ALLE COMPAGNIE AEREE (NON SOLO LOW COST) SUSSIDI PER 340 MILIONI DI EURO
A questo dato occorre affiancarne un altro. Di recente l’Autorità di regolazione dei trasporti ha concluso il monitoraggio sui sussidi erogati dal 2015 al 2022 dalle società aeroportuali alle compagnie aeree come incentivi “all’attività volativa”. L’ammontare di tali sussidi ha raggiunto lo scorso anno il valore più elevato, pari a circa 340 milioni di euro.
IL 65% DEI SUSSIDI EROGATI DALLE SOCIETÀ AEROPORTUALI FINISCE ALLE COMPAGNIE AEREE LOW COST
Come scrive Il Fatto quotidiano il 65% finisce a Ryanair (221 milioni), un altro 30% è suddiviso tra Easyjet e Wizzair, il restante tra le altre compagnie. Il controllo in materia è svolto in base alle misure di regolazione fissate dall’Autorità con i suoi modelli per i diritti aeroportuali e prescrivono obblighi di predeterminazione dei criteri di scelta del beneficiario, rispetto dei criteri di trasparenza e massima partecipazione dei vettori aerei potenzialmente interessati alle incentivazioni. Le compagnie aeree low cost, però, non ricevono solo i sussidi dai gestori aeroportuali anche dagli enti territoriali e di sviluppo locale: il totale potrebbe aggirarsi tra i 450 e 500 milioni di euro.
PER IL SALVATAGGIO DI ALITALIA SPESI 12,6 MILIARDI DI EURO IN 45 ANNI: 280 MILIONI ALL’ANNO
Il Sole 24 Ore riportando i dati dello studio “Stima dei costi diretti, pubblici e collettivi, originati dalla gestione Alitalia (1974-2014)” di Mediobanca, rileva che il nostro paese ha speso 12,6 miliardi di euro per salvare la compagnia di bandiera. “Il punto di partenza è lo studio di Mediobanca, che ha calcolato in 7,4 miliardi i costi diretti di Alitalia dal 1974 al 2014 – si legge sul Sole 24 ore -. Quel valore aggiornato a oggi è pari a 7,62 miliardi. Aggiungiamo i 75 milioni versati da Poste a fine 2014 per l’operazione Etihad, i 900 milioni «prestati» nel 2017 dal governo di Paolo Gentiloni, si arriva a 8,6 miliardi, più 145 milioni di interessi, non rimborsati”. Una cifra che annualmente si aggira intorno ai 280milioni.
CON LE COMPAGNIE AEREE LOW COST IL GOVERNO USA BASTONE E CAROTA
L’esecutivo sta usando con le compagnie aeree low cost il bastone e la carota. Il governo ha affidato all’Authority guidata da Nicola Zaccheo ulteriori poteri per monitorare questi sussidi. Allo stesso il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) di Adolfo Urso ha preparato un emendamento per correggere la norma per contrastare il caro-voli. Viene eliminato ogni riferimento al tetto massimo sui prezzi dei biglietti aerei da e per le isole maggiori ed è affidata all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) l’accertamento di abusi tramite algoritmi, riconducendoli a restrizioni su concorrenza e posizione dominante. Il testo dell’emendamento, presente nel decreto Asset in questi giorni all’esame della commissione Industria del Senato, sarebbe il frutto dell’incontro fra i vettori aerei ed il ministro Urso, che si è tenuto al Mimit lo scorso giovedì 14 settembre 2023. Un vertice anticipato dalle indiscrezioni, circa le intenzioni delle low cost di tagliare alcuni collegamenti aerei programmati nella stagione invernale 2023, e di cancellare un ulteriore 10% di rotte.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DELL’ART ZACCHEO: BENE L’EMENDAMENTO AL “CARO VOLI”
Al riguardo il Presidente dell’ART Nicola Zaccheo ha espresso “apprezzamento per l’emendamento presentato dall’Esecutivo nell’ambito della norma sul “caro voli” inserita nel c.d. dl asset, (comma7), che attribuisce nuovi e più efficaci poteri di monitoraggio all’Autorità di regolazione dei Trasporti a beneficio della trasparenza e della omogeneità dei criteri utilizzati dagli aeroporti per la concessione di sussidi allo sviluppo di rotte”.