La cessione di tre stabilimenti industriali cinesi localizzati a Wuhan, Chengdu e Xiangyang di proprietà delle imprese associate Dongfeng Peugeot Citroën Automobile (DPCA) all’autoctona Dongfeng Motors sembrava rimarcare la volontà del Gruppo di allontanarsi dal Paese, data anche la fine della jv tra Jeep e Gac. Invece a quanto pare l’ad Carlos Tavares intendeva riposizionarsi.
LA STRATEGIA DI STELLANTIS IN CINA
Un riposizionamento strategico che ha avuto ripercussioni anche aziendali, con Grégoire Olivier appena fatto accomodare alla guida dell’ufficio di coordinamento con Leapmotor, la startup dell’auto elettrica in cui Stellantis ha appena messo 1,5 miliardi per il 20% (ulteriori dettagli di seguito).
Il suo attuale incarico di direttore operativo per la Cina e responsabile della joint venture Dpca con Dongfeng Motor è invece passato a Doug Ostermann, direttore finanziario e capo delle Strategie delle attività cinesi.
IL NUOVO ACCORDO CON CATL
Diversi progetti, insomma, bollono in pentola. È notizia delle ultime ore l’annuncio della firma di un Memorandum strategico con Catl. “L’accordo con Catl sulle batterie Lfp è un ulteriore elemento della nostra strategia di lungo termine per garantire la libertà di movimento della classe media europea”, ha dichiarato Tavares, progettista di una strategia ancora tutta da chiarire e finora parecchio ondivaga.
Nel documento viene delineata una collaborazione a lungo termine tra Catl e Stellantis su due fronti strategici: l’elaborazione di una tabella di marcia per la tecnologia che supporti i veicoli elettrici a batteria di Stellantis e l’identificazione di possibili opportunità per rafforzare ulteriormente la catena del valore delle batterie.
“Catl – ha spiegato il Ceo di Stellantis – è un’azienda leader in questo settore e, tramite i nostri marchi iconici, offriremo ai nostri clienti una tecnologia di batterie innovativa e accessibile, che ci aiuterà a raggiungere il nostro ambizioso obiettivo di azzerare le emissioni nette di carbonio entro il 2038”.
IL MAXI INVESTIMENTO IN LEAPMOTOR
Insomma, a sentire Tavares pare proprio che Stellantis non sia più interessata al mercato cinese, che si avvia a diventare il numero 1 al mondo. Anche perché ormai la competizione con i marchi autoctoni si è fatta impossibile. E Stellantis non è così avanti con lo sviluppo di nuovi propulsori elettrici come i rivali asiatici.
Eppure, soltanto a fine ottobre la casa italo-francese che rappresenta quattordici marchi, tra cui Fiat, Lancia, Alfa, Peugeot, Citroën, Jeep, Ram e Opel, ha voluto presidiare il mercato acquistando un pezzo, il 20%, della startup di veicoli elettrici del gruppo Faw, Leapmotor, con l’impegno di Stellantis e della società cinese di dare vita ad una joint-venture, ribattezzata Leapmotor International, in quote 51 e 49% guidata da Stellantis.
Stellantis ha poi spiegato che intende sfruttare l’ecosistema sui veicoli elettrici di Leapmotor in Cina, altamente innovativo ed efficiente in termini di costi, per le proprie elettriche. Insomma, presenza diretta sul mercato asiatico ridotta al minimo e possibilità di sfruttare il know-how cinese per le vetture europee e americane. Questa pare la strategia asiatica di Stellantis. Quel che è certo è che finora Leapmotor in Europa aveva fatto notizia solo per avere prodotto un’auto definita dalla stampa specializzata “clone della Fiat 500”. Insomma, se non puoi vincerli, unisciti a loro.