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Fincantieri Corvette

Ecco come le corvette di Fincantieri restano in pole in Grecia

Si avvicina la scelta per le nuove corvette della Marina Ellenica e Fincantieri resta ancora la favorita. L'approfondimento di Giovanni Martinelli

Nei giorni scorsi, diversi mezzi di informazione Greci hanno dato ampio risalto a una riunione del “Naval Supreme Council” della Marina Ellenica, cioè il massimo organismo decisionale della Marina Militare di Atene. Al centro della riunione, un aggiornamento dei piani di sviluppo futuri della propria flotta di superficie.

Piani che, come noto, hanno già avuto un primo step con la decisione di acquistare dalla Francia le 3 Fregate del tipo FDI (Frégate de Défense et d’Intervention), in seguito denominate classe Kimon. La prima di queste è già in costruzione presso il cantiere di Lorient; struttura facente parte di Naval Group che si è aggiudicata la commessa in oggetto. E rispetto a questo programma, la Marina Ellenica pare sia già intenzionata a compiere un ulteriore passo.

Nel contratto originale era prevista l’opzione per la realizzazione di una quarta fregata. Una scelta importante non solo da un punto di vista strettamente operativo ma (anche) economico. Uno infatti dei cardini dei piani di aggiornamento della flotta di Atene è infatti rappresentato dalla disponibilità di un budget predefinito; circa 5,5 miliardi di euro.

Con questa somma si prevede, per l’appunto, l’acquisizione di nuove fregate (le FDI medesime, al costo di circa 3 miliardi di €) e l’aggiornamento di altre 4 fregate della classe Hydra già in servizio (costo stimato, intorno ai 600 milioni di €); con i rimanenti 2 miliardi circa da destinare così all’acquisizione di 4 corvette. È dunque evidente che se la Marina Ellenica decidesse di esercitare l’opzione per quarta FDI, inevitabilmente si ridurrebbero i fondi disponibili per queste ultime.

Tanto che secondo fonti ben informate, proprio quest’ultimo programma potrebbe subire un ridimensionamento; con la previsione di acquistare inizialmente 3 unità mentre la quarta rimarrebbe solo come opzione. A ogni modo, a oggi non sono giunte comunicazioni ufficiali; dunque, sempre ufficialmente, si parla ancora di 4 corvette e, più nel dettaglio, di una competizione ormai limitata alle sole Fincantieri e alla stessa Naval Group (mentre i cantieri Olandesi Damen appaiono ormai fuori dai giochi).

Con il dato interessante rappresentato dal fatto che proprio la proposta presentata dal gruppo cantieristico Italiano sarebbe ancora in vantaggio su quella francese; peraltro, grazie a una serie di solidi motivi. Essa sarebbe avanti perché economicamente più vantaggiosa; nello specifico si parla di 2,1 miliardi di € contro 2,2 e di un piano finanziario complessivo più favorevole per Atene.

Poi lo sarebbe anche dal punto di vista industriale; dato che Fincantieri stessa ha già stretto accordi con soggetti industriali locali (così come fatto anche Leonardo ed Elettronica) e perché alla fine appare più concreta la possibilità di realizzare alcune unità direttamente in Grecia (attraverso i cantieri Elefsis Shipyards appena rilevati dal gruppo ONEX, il quale a suo tempo ha stretto accordi proprio con il gruppo cantieristico di Trieste).

Infine, pure dal punto di vista del prodotto. Denominata infatti FCX-30HN, la proposta di Fincantieri è basata sulle corvette classe Doha o Al Zaburah realizzate per la Marina del Qatar.

Piattaforme di 107 metri di lunghezza e 14,7 di larghezza, con un dislocamento di oltre 3.250 tonnellate, la cui propulsione è assicurata da 4 motori diesel che consentono velocità massime nell’ordine dei 28 nodi e un’autonomia di oltre 3.500 miglia all’andatura di crociera di 15 nodi. Il tutto, a fronte di un equipaggio di 98 uomini ma con la disponibilità di altri 14 posti letto.

In altri termini, non solo piattaforme dalle dimensioni già importanti ma che conservano comunque  ulteriori margini di crescita; di più, quelle offerte della Grecia finirebbero con il richiedere anche pochi adattamenti rispetto alle Doha. Di fatto, dovrebbero rimanere intatti sia il quadro dei sensori principali (in particolare, l’avanzato radar Kronos di Leonardo), sia quello dei sistemi d’arma sempre principali (ovvero, il pezzo di artiglieria 76/62 Super Rapido ancora di Leonardo, gli 8 missili antinave Exocet MM40 Block 3 e il sistema per la difesa di punto RAM o Rolling Airframe Missile).

Inalterate sarebbero anche le dotazioni aeronautiche (rappresentate dalla possibilità di imbarcare un elicottero medio) e le già eccellenti capacità di guerra elettronica e di contromisure (principalmente nei confronti dei missili antinave e dei siluri); quest’ultimo, un tema molto sentito dalla Marina di Atene.

Di fatto, le uniche modifiche di un certo rilievo sarebbero l’aggiunta di un sonar a scafo (per conferirle maggiori capacità nella lotta anti-sommergibile) e la sostituzione dei 16 missili Aster 30 a lungo raggio delle unità Qatariote con almeno 24 missili antiaerei CAMM-ER (Common Anti-Air Missile-Extended Range) a medio raggio. La Marina Ellenica infatti non prevede la difesa aerea quale missione principale per le sue nuove unità, preferendole invece più multiruolo.

All’apparenza dunque, sembrerebbe non esserci (quasi) competizione; l’offerta di Naval Group viene infatti indicata meno vantaggiosa/performante rispetto a tutti i punti sopra elencati: finanziario, industriale, di qualità della piattaforma. Il punto però è che anche i francesi hanno dei punti a favore; qualche comunanza logistica con le FDI e un più che probabile forte rilancio dell’offerta nel suo complesso.

Ma soprattutto, ciò che potrebbe avere un ruolo determinante è il peso politico-diplomatico di Parigi nei confronti di Atene. La Francia si è infatti schierata apertamente a fianco della Grecia in tutte le ultime dispute di quest’ultima con la Turchia; appoggio chiaramente esplicitato attraverso l’accordo (decisamente “robusto”) franco-greco nel campo della Difesa, siglato nel settembre del 2021.

Certo è che comunque non occorrerà attendere ancora molto per conoscere l’esito di questa competizione. Entro il 2022 arriverà infatti la scelta di Atene; anche perché, al netto del mutato quadro economico che potrebbe anche dei riflessi, resta il fatto che la Marina Ellenica ha un forte bisogno di nuove navi e anche nel più breve tempo possibile.

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