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Gcap

Ecco come Italia, Giappone e Regno Unito accelerano sul Gcap (Global Combat Air Programme)

Italia, Giappone e Regno Unito puntano a completare il progetto di base entro 2024 secondo i piani discussi a Tokyo dai ministri della Difesa dei tre Paesi Crosetto, Hamada e Wallace. Il ruolo di Leonardo, Elettronica e Mitsubishi Electric. Tutti i dettagli

 

I ministri della Difesa di Italia, Giappone e Regno Unito accelerano sul programma Global Combat Air Programme (Gcap) per lo sviluppo di un aereo da combattimento di sesta generazione operativo entro il 2035.

I tre paesi puntano a completare il progetto di base entro il 2024, riporta Nikkei a margine dell’incontro avvenuto ieri a Tokyo con il Ministro della Difesa del Giappone, Yasukazu Hamada, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto e il Segretario di Stato per la Difesa del Regno Unito, Ben Wallace.

“Italia, Regno Unito e Giappone sono uniti dallo stesso destino e oggi abbiamo posato una pietra per costruire un futuro importante insieme”, ha dichiarato Crosetto. Per i tre ministri si trattava del primo incontro da quando il Memorandum of Cooperation (MoC) sul programma Gcap è stato firmato lo scorso dicembre sulla base delle solide e durature relazioni tra i tre Paesi.

L’accordo ha combinato di fatto il progetto Tempest — a guida britannica a cui partecipa il nostro paese per sostituire i caccia Typhoon — con il programma F-X giapponese in un’impresa chiamata Global Combat Air Program (Gcao), relativo allo sviluppo di un sistema di sistemi di nuova generazione e operazioni multi-dominio.

“Un accordo di grande rilevanza raggiunto in un delicato momento geopolitico”, ha aggiunto Crosetto evidenziando che “le nostre tre Nazioni rafforzano così la loro cooperazione in un progetto che avrà importanti ricadute nel campo tecnologico, dell’innovazione, ricerca e sviluppo nel settore dell’aerospazio, della difesa e sicurezza”. Nella parte conclusiva della trilaterale hanno partecipato anche i ceo della giapponese Mitsubishi, della britannica Bae Systems e  dell’italiana Leonardo. Infatti, le tre aziende faranno parte di una joint-venutre che guiderà il progetto.

Tutti i dettagli.

LA STRATEGIA ITALIANA

“Una volta Indo-Pacifico e Mediterraneo erano aree considerate lontane tra loro. Oggi, invece, il mondo è diventato sempre più piccolo, le crisi sono aumentate e probabilmente in questo decennio la situazione peggiorerà. Il futuro del Mediterraneo dipende da ciò che succede nell’Indo Pacifico e viceversa. Ed è per questo motivo che le nostre Nazioni devono lavorare e cooperare insieme. Soltanto unendo le forze riusciremo a contrastare la grandezza dei problemi e le sfide future”. “Il Gcap” ha sottolineato il Ministro Crosetto “è una scelta industriale, tecnologica ma è, prima di tutto, una scelta politica di tre importanti Nazioni che hanno deciso di intraprendere un percorso comune che permetterà alle rispettive Forze Armate di cooperare insieme in diversi ambiti”.

L’ACCORDO TRA TOKYO, LONDRA E ROMA SUL GCAP

Quindi, i tre Paesi intendono concordare una proposta che risponda alle esigenze dei tre Paesi in termini di autonomia, dimensioni, sistemi d’arma, prestazioni stealth e altre caratteristiche del futuro velivolo. I design avanzati potrebbero essere pronti entro il 2025, seguiti dall’avvio dei collaudi. Hamada ha definito ieri il progetto “una pietra miliare di cooperazione ad ampio spettro per generazioni a venire”.

LA PARTNERSHIP SIGLATA DA LEONARDO, MITSUBISHI ED ELETTRONICA

Già in settimana, in occasione della fiera Dsei Japan a Tokyo, le società Mitsubishi Electric in rappresentanza del Giappone, Leonardo UK per il Regno Unito e Leonardo ed Elettronica per l’Italia hanno firmato un accordo di collaborazione tra partner industriali internazionali nell’elettronica avanzata del Gcap. I partner svilupperanno un sistema di comunicazione che integri ed elabori le informazioni provenienti da velivoli con e senza equipaggio e trasmetta al pilota informazioni su velivoli e missili nemici.

LA QUESTIONE DELLA RIPARTIZIONE DEI COSTI SUL GCAP

Dunque definite le industrie nazionali che collaboreranno alla progettazione del Gcap, resta da capire la distribuzione degli oneri

Reuters ha riferito questa settimana Gran Bretagna e Giappone guideranno un progetto a tre con l’Italia per la costruzione di un caccia di sesta generazione, ma Roma finanzierà solo un quinto del costo complessivo di sviluppo, secondo quanto riferito da due fonti.

Immediata la smentita del ministero della Difesa italiano che ha definito “speculazioni” le informazioni su una distribuzione non paritaria dei costi. “Italia, Giappone e Regno Unito lavorano assieme nell’ambito del Global combat air programme (Gcap) sulla base del condiviso principio di partenariato egualitario stabilito dai rispettivi leader (il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i primi ministri Fumio Kishida e Rishi Sunak) nella dichiarazione congiunta dello scorso dicembre” ha chiarito una nota diramata dal dicastero retto da Crosetto. I tre Paesi stanno lavorando assieme costantemente e rapidamente su un partenariato basato sul principio condiviso di partenariato egualitario”, conclude la nota.

Nel frattempo, durante la visita al Dsei Japan di Tokyo, il segretario alla Difesa britannico Wallace ha dichiarato che il programma richiederà un investimento di più di 25 miliardi di sterline (circa 30 miliardi di dollari) nell’arco dei prossimi 10 anni, e che il Regno Unito investirà 10 miliardi di sterline.

PER CROSETTO ALLARGAMENTO AGLI ALTRI PAESI NEL GCAP

Infine, il programma per un nuovo velivolo di sesta generazione di Italia-Regno Unito e Giappone potrà allargarsi anche ad altri Paesi, come ha ricordato il Ministro Crosetto: “Porterà un insieme di capacità senza precedenti che risulteranno fondamentali per il mantenimento della stabilità globale, creando i presupposti necessari a garantire lo sviluppo continuo nel campo della difesa per i decenni a venire”.

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