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Fcas

Difesa, ecco perché Airbus è ottimista sul programma Fcas/Scaf

Intervistato dal quotidiano Handelsblatt, l'ad di Airbus Faury si è detto ottimista sullo Scaf. Dassault e Airbus non hanno ancora firmato il contratto con cui avviare la fase 1B per il sistema combattimento aereo Fcas/Scaf...

 

L’obiettivo è “ancora” la firma dei contratti “entro la fine del 2022” per lo Scaf/Fcas,  il programma franco-tedesco-spagnolo per il caccia di sesta generazione per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli.

L’amministratore delegato del gruppo aerospaziale europeo Airbus, Guillaume Faury, si è detto infatti ottimista in merito agli sviluppi del progetto per il Sistema di combattimento aereo del futuro (Scaf). Intervistato dal quotidiano Handelsblatt, l’Ad ha osservato che le parti dell’iniziativa, ossia Francia e Germania, sono in “trattative pionieristiche”, riporta Agenzia Nova.

Tuttavia, come evidenziato da Faury, “lo Scaf è più di questo” perché se Francia e Germania non fossero d’accordo, “in 20 o 30 anni vi sarebbero soltanto due sistemi” come quello progettato da Airbus, “uno statunitense e uno cinese”. Pertanto, è “normale” che ciascun Paese intenda “ottenere il massimo per se stesso”.

Lo Fcas/Scaf è uno dei cinque progetti riguardanti il settore degli armamenti decisi nel 2017 da Francia e Germania insieme all’Eurodrone, il carro armato del futuro (Main Ground Combat System-Mgcs), la creazione di un aereo di pattugliamento marittimo comune e l’ammodernamento degli elicotteri Tigre.

E proprio l’altro progetto che coinvolge direttamente Germania e Francia — l’Mgcs — è impantanato, sempre a causa di disaccordi tra i produttori interessati. Al momento del lancio dello Scaf e dell’Mgcs, i parlamentari tedeschi avevano chiesto che questi due progetti fossero portati avanti “allo stesso ritmo” e — soprattutto — con una migliore considerazione degli interessi dell’industria tedesca.

Ma da allora non ci sono stati molti passi avanti. Tanto che in un vertice bilaterale a Parigi a fine ottobre il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz hanno cercato di rivitalizzare la cooperazione sulla difesa…

Tutti i dettagli.

LA POSIZIONE DI AIRBUS SULLO SCAF

Nell’intervista al quotidiano tedesco, il numero uno di Airbus ha sottolineato che, “con lo Scaf, vogliamo proteggere in maniera sovrana lo spazio aereo dell’Europa”. Allo stesso tempo, i partner del progetto, ossia Airbus e il gruppo aerospaziale francese Dassault, hanno “retroterra molto diversi”. Inoltre, ha affermato Faury, “non si deve sottovalutare quanto sia difficile per un’azienda come Dassault passare da una comprovata esperienza di decenni come primato nazionale in Francia alla cooperazione multinazionale. Airbus, invece…”.

IL PROGETTO SCAF/FCAS

Lanciato da Francia e Germania nel 2017, al progetto di difesa congiunto Scaf ha aderito la Spagna nel 2019. Il suo principio è sviluppare una serie di sistemi d’arma interconnessi. Al centro di questo sistema di sistemi, un aereo da combattimento di nuova generazione interagirà con i droni e sarà in grado di mobilitare molteplici capacità aeree, navali, terrestri o spaziali, grazie all’Intelligenza Artificiale e a un cloud da combattimento.

Le stime del suo costo complessivo vanno da 100 miliardi di euro a un recente rapporto della Frankfurter Allgemeine Zeitung che lo colloca a 500 miliardi di euro.

LE INDUSTRIE COINVOLTE

In questa fase, i principali attori coinvolti sono Airbus, Dassault Aviation, FCMS, Indra, ITP, MBDA, MTU, Safran, Satnus e Thales.

GLI STALLI CHE HANNO PENALIZZATO IL PROGRAMMA FCAS

La parte dimostrativa del programma Fcas è prevista per il 2027, con l’intero “sistema di sistemi” da mettere in campo intorno al 2040. Airbus e la francese Dassault collaborano da tre anni al progetto Fcas. Ma le discussioni attualmente sembrano essersi bloccate, minacciando di posticipare il progetto agli anni ’50 del 2000, ricorda La Tribune.

Tanto che a inizio giugno, Éric Trappier il ceo di Dassault (azienda aeronautica francese che guida il programma Fcas insieme a Airbus e Indra) ha affermato che il decennio del 2040 fissato per l’operatività del New Generation Fighter è ormai irraggiungibile a causa della sostanziale stasi in cui versa il programma.

Di recente “Trappier ha ribadito che la gestione del progetto NGF deve essere conferita esclusivamente a Dassault, nonostante Airbus ne abbia richiesto la condivisione e che c’è un sostanziale disaccordo su come è intesa la cooperazione tra Francia e Germania” ricordava Aurelio Giansiracusa di Ares Difesa.

LA POSIZIONE DI AIRBUS A PROPOSITO DEL PARTNER FRANCESE…

In merito alle critiche rivolte a questa azienda dall’amministratore delegato di Dassault, Eric Trappier, Faury ha notato: “La comprensione reciproca è importante per me se si vuole lavorare insieme con successo”. Per l’Ad del gruppo europeo, “la collaborazione transfrontaliera fa parte dello stile Airbus, a cui è legato il rispetto per i nostri partner”. Interrogato sulla possibilità che lo Scaf possa essere realizzato, Faury si è detto convinto del successo del progetto, su cui “stiamo lavorando alacremente per raggiungere un accordo il prima possibile. Dobbiamo essere d’accordo perché l’alternativa sarebbe peggiore per tutti coloro che sono coinvolti in Europa” ha sentenziato il numero uno di Airbus.

I RAPPORTI (NON TROPPO DISTESI) TRA PARIGI E BERLINO

Infine, visto che a livello industriale non si era ancora concluso nulla per disaccordi sulla ripartizione dei lavori, ci ha provato la politica ad accelerare i processi.

Durante la sua prima visita ufficiale a Berlino a fine settembre, Sébastien Lecornu, ministro delle Forze armate, e la sua controparte tedesca, Christine Lambrecht, hanno riaffermato la volontà di Francia e Germania “di andare fino in fondo con il sistema di combattimento aereo del futuro (Fcas/Scaf)”.

Eppure nel frattempo è saltato il consiglio dei ministri congiunto franco-tedesco, che si sarebbe dovuto tenere il 26 ottobre a Fontainebleau, rimandato proprio a causa dei disaccordi su vari dei dossier sul tavolo delle discussioni. Negli ultimi mesi infatti Parigi e Berlino si sono scontrate su molteplici temi, dai sistemi di difesa aerea ai gasdotti, fino alle soluzioni su come affrontare la crisi energetica.

Il 27 ottobre il presidente francese Emmanuel Macron ha ricevuto a a Parigi il cancelliere tedesco Olaf Scholz. I due leader politici hanno cercato di appianare le frizioni per far avanzare le discussioni su difesa, energia e innovazione. Non resta che attendere la fine dell’anno per capire se il programma Scaf decollerà con la fase 1B che permetterà la messa a punto di una serie di dimostratori di tecnologie.

 

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