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Fcas

Fcas, turbolenze in vista per il programma secondo Dassault

L'articolo di Aurelio Giansiracusa per Ares-Osservatorio Difesa

In occasione del Paris Air Forum, Éric Trappier ceo di Dassault ha rilasciato dichiarazioni piuttosto pessimistiche sul futuro del programma Fcas/Scaf volto a realizzare un aereo da combattimento di nuovo generazione.

Infatti, secondo Trappier il decennio del 2040 fissato per l’operatività del New Generation Fighter è ormai irraggiungibile a causa della sostanziale stasi in cui versa il programma; lo stesso Trappier indica nel decennio successivo 2050 come traguardo ormai più probabile.

Lo stesso Direttore della Direzione Generale degli Armamenti francese, Joël Barre, parla di una situazione insostenibile con la necessità di puntare all’efficacia della governance e dell’organizzazione industriale che per la DGA è assicurabile solo dalla Dassault.

Trappier ha ribadito che la gestione del progetto NGF deve essere conferita esclusivamente a Dassault, nonostante Airbus ne abbia richiesto la condivisione e che c’è un sostanziale disaccordo su come è intesa la cooperazione tra Francia e Germania.

Tale situazione comporta la possibilità che la Francia, a questo punto, debba procedere da sola (al massimo con la cooperazione minoritaria spagnola) nel programma di sviluppo del Fcas/Scaf.

Inoltre, il ceo di Dassault si è detto rammaricato per i successi ottenuti dal Lockheed Martin F-35 che tra Germania, Finlandia e Svizzera ha ottenuto commesse per 135 velivoli e che ha un’ampia possibilità di affermazione in Grecia con 20 esemplari nonché in Romania.

Infine, Trappier ha concluso parlando del Rafale, che dopo lo standard F4 il cui sviluppo ormai è in fase conclusiva, passerà allo standard F5 che dovrebbe rappresentare una sorta di ponte tecnologico con i caccia di nuova generazione e, pertanto, rimarrà a lungo in servizio, più di quanto fin qui preventivato.

 

Articolo pubblicato su aresdifesa.it

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