Ita Airways, la compagnia aerea presieduta da Antonino Turicchi (nella foto) e controllata dal ministero dell’Economia, si trova in una situazione finanziaria precaria. La ricerca di oltre 300 milioni di euro di linee di credito destinate agli investimenti di flotta è diventata una sfida, con alcune istituzioni bancarie italiane che sembrano restie a fornire il supporto necessario. Le trattative in corso sono state ostacolate anche da una serie di problematiche tecniche e di gestione, compromettendo la fiducia delle banche nei confronti della compagnia di bandiera.
TUTTE LE ULTIME TURBOLENZE IN ITA AIRWAYS
L’urgenza di ottenere nuove linee di credito è diventata vitale per Ita Airways, soprattutto dopo il ri-negoziamento delle scadenze per l’entrata in flotta dei nuovi aeromobili. Si sta cercando di ottenere dei fondi supportati dalle garanzie di Sace, il gruppo del ministero dell’Economia. Tuttavia, l’atto di pignoramento svelato oggi da Repubblica potrebbe complicare ulteriormente l’ottenimento dei nuovi finanziamenti, poiché potrebbe influenzare negativamente le decisioni delle banche, conformemente ai criteri di Basilea sulla valutazione del merito creditizio.
IL PIGNORAMENTO
La situazione finanziaria di Ita Airways sembra si sia aggravata ulteriormente nelle ultimissime ore a causa dell’atto di pignoramento dei conti correnti della compagnia di bandiera da parte di 78 ex dipendenti di Alitalia, vincitori di una vertenza legale lo scorso maggio. Lo studio legale Panici, che segue i 77 ex Alitalia che hanno vinto il ricorso di primo grado con la sentenza “Cottatellucci” e con la sentenza “Marino”. Va ricordato che la Corte d’Appello di Roma, a fine agosto, aveva respinto il ricorso di Ita sulla richiesta di sospensiva dell’esecutorietà della sentenza di primo grado, e quindi lo studio Panici nei giorni scorsi ha presentato un atto di precetto alla volta del quartier generale di Ita per ottenere giudizialmente le spettanze arretrate degli ex dipendenti attualmente impiegati in Ita.
LE BANCHE
Come prevede la legge, Ita dopo la notifica del precetto, aveva 10 giorni di tempo per pagare o eventualmente per opporsi all’atto e contestare gli importi, ma essendo un atto immediatamente esecutivo inevitabilmente è stato messo in esecuzione. E‘ seguito quindi un atto di pignoramento presso terzi verso alcune banche con cui Ita intrattiene rapporti di conto corrente tra le quali Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena, Credit Agricole ma la lista potrebbe essere anche più lunga. La cifra, che comprende stipendi arretrati, contributi, e interessi legali, si aggira attorno ai 9,4 milioni di euro.
Le banche hanno ricevuto pochi giorni or sono l’atto nel quale viene ordinato loro di accantonare “fino alla concorrenza di…” e cioè in ogni banca dovranno essere accantonati, sempre che ci sia la disponibilità di denaro, l’importo oggetto di pignoramento. E quindi se nelle varie banche ci dovesse essere liquidità sufficiente, complessivamente potrebbero essere accantonati più di 40 milioni di euro in attesa che il Giudice in un’udienza successiva emetta il provvedimento di assegnazione della provvista e svincoli il resto del denaro eccedente. I tempi tecnici per fare tutto ciò potrebbero orientativamente andare da un minimo di 30 ad un massimo di 90 giorni ma anche oltre, nei quali ITA si ritroverà a non poter disporre di una buona parte della sua cassa.
DOSSIER EX DIPENDENTI ALITALIA
Il pignoramento è successivo ad un’altra questione che vede sempre coinvolti una parte dei 78 ex dipendenti che sono stati reintegrati per effetto della sentenza Cottatellucci e Marino. Gli ex dipendenti di Alitalia erano stati reintegrati circa 3 mesi fa in ITA, ma erano a sola paga base, dal momento che l’azienda non aveva mai programmato le visite mediche per poter essere riammessi al volo. Circa una ventina di giorni or sono la compagnia, utilizzando le mail personali dei dipendenti e non quella aziendale, li ha invitati ad effettuare le visite mediche per il re-inserimento nelle mansioni previste dal contratto. Di questi 78, circa una cinquantina non avrebbero avuto modo di leggere in tempo la convocazione e per loro sarebbe scattata la sospensione dal lavoro senza stipendio. Ora sembra che siano stati convocati dall’azienda per poter avviare le procedure di licenziamento.
LA GESTIONE DI ITA E LE CRITICITA’
L’atto di pignoramento sembra aver messo in luce l’ultima di una serie di carenze della gestione manageriale, e che sarebbero state riscontrate anche in altri ambiti (qui e qui gli approfondimenti di Start Magazine), alimentando dubbi sulla capacità della compagnia di gestire le attuali criticità e quindi lo stesso dossier di privatizzazione Ita-Lufthansa. E l’incertezza sul futuro legato all’ingresso di Lufthansa in Ita e la possibile privatizzazione stanno creando non poche preoccupazioni anche nel governo che sta tenendo sotto la lente di ingrandimento tutte le attività della compagnia di bandiera.
E dopo questi eventi si ha la netta impressione che la gestione attuale non abbia creato le condizioni adeguate per facilitare il dossier Ita-Lufthansa. Infatti non si comprende come in una fase così delicata del dossier, l’azienda abbia potuto agire con queste modalità, pur sapendo che inevitabilmente la controparte, e cioè gli ex dipendenti Alitalia, sarebbero andati fino in fondo con un atto di pignoramento creando sia un notevole imbarazzo ma allo stesso tempo delle difficoltò oggettive dal punto di vista bancario. Due le ipotesi, secondo alcuni addetti ai lavori: o l’azienda ha avuto il benestare ad agire con queste modalità proprio dal Tesoro oppure non c’è spiegazione logica rispetto a questa condotta legale.
Detto ciò risulta evidente che le attuali manovre gestionali e finanziarie di Ita, nella politica di gestione attuale, poco si adattano ad una privatizzazione in corso d’opera e nei fatti sembra che seguano logiche diametralmente opposte.
Va anche sottolineato che nel caso in cui i tempi di ingresso di Lufthansa si dovessero dilatare ulteriormente per effetto dell’analisi da parte della DG Comp e quindi si dovesse andare alla cosiddetta “fase 2”, oppure, Lufthansa per motivi diversi dovesse desistere dall’attuare la privatizzazione con ITA, quest’ultima si ritroverebbe senza un partner che le consentirebbe di poter sopravvivere e quindi si creerebbero le condizioni per uno vero squilibrio finanziario.
INGRESSO IN STAR ALLIANCE?
Rumors interni alla compagnia riferiscono che il direttore delle operazioni volo di Ita starebbe portando avanti la trattativa per l’ingresso del vettore italiano in Star Alliance e che la dead line sarebbe stata fissata al 31 dicembre di quest’anno. Un segnale che si starebbe andando in questa direzione, arriva dall’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle dove pochi giorni or sono i voli di ITA sono stati spostati dal terminal 2F, ad appannaggio normalmente dei voli KLM/AirFrance/Skyteam, al terminal 2B, dove per l’appunto approdano le low cost. Lufthansa e Bruxelles permettendo.