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Trinity

Continuavano a chiamarlo Trinity… L’ammiraglia elettrica VW tarda solo o non uscirà?

Il motore elettrico (ed elettronico) di Volkswagen singhiozza: a rischio il progetto Trinity, annunciato nel 2021 e ora posticipato a data da destinarsi. Colpa, ancora, del software. Ma non è finita qui: Blume avrebbe scritto ai dipendenti che ha avviato l’esame di "tutti i progetti e gli investimenti per verificarne la fattibilità economica"

Non è facile mettersi in scia a Tesla, per chi finora ha regnato nel settore delle endotermiche. Lo sta scoprendo a proprie spese (alte, altissime) Volkswagen che, dal 2021, promette al mondo la sua risposta alle auto elettriche di Elon Musk, ovvero Trinity, ma ancora non si è visto nulla. E non si vedrà nulla per un bel po’, dato che, secondo la stampa tedesca, tutto è stato rinviato un’altra volta, forse al 2030, se non persino sine die.

CHE COS’È IL TRINITY PROJECT

Sul piatto Volkswagen aveva annunciato di voler mettere non meno di 2 miliardi di euro. Tanti, difatti, ne sarebbero serviti per edificare una gigafactory per auto elettriche nelle vicinanze nella storica fabbrica di Wolfsburg, con data di inizio lavori nel 2023.

Nel nuovo stabilimento avrebbe preso corpo il progetto Trinity per la produzione di una gamma di auto a batteria su una piattaforma inedita. Il tutto, appunto, inaugurato da un’ammiraglia, la futuristica  berlina elettrica animata dalla avveniristica SSP (Scalable Systems Platform, piattaforma “meccatronica” che fonde a livelli inediti componente meccanica e software), che, è chiaro, nei progetti di Volkswagen avrebbe dovuto competere direttamente con Tesla. La data di uscita sarebbe dovuta essere 2026. Ma…

IL CAMBIAMENTO DI PASSO DI BLUME

Questo accadeva sotto la passata dirigenza, che aveva imposto una corsa all’elettrificazione che, è noto, ha portato Herbert Diess alla defenestrazione. Con Oliver Blume alla guida, la Casa di Wolfsburg sembra voler procedere con molta più calma, arrivando perfino a sospendere l’intero progetto a causa dei ritardi nello sviluppo dell’architettura informatica. Del resto, che i piani strategici siano in fase di restyling, lo aveva fatto sospettare la recente decisione di rinviare da novembre a febbraio le riunioni autunnali dei consigli di gestione e sorveglianza chiamate ad approvare i piani quinquennali di investimento.

Alla base dello slittamento o della cancellazione di Trinity ci sarebbero problemi in ambito software, i medesimi che inseguono il marchio da un po’ e che VW sta provando a risolvere affidandosi a realtà esterne cinesi. Come si anticipava, la stampa tedesca parla di un progetto Trinity rinviato di ben quattro anni rispetto alle indicazioni originarie su un avvio per il 2026, con conseguenze a catena che potrebbero perfino travolgere il maquillage della fabbrica di Wolfsburg, come chiesto e ottenuto dall’agguerrita presidente del consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, nell’asprissima contrapposizione col passato Ceo che ha portato all’uscita di scena di quest’ultimo.

L’AVVERTIMENTO DEL CEO AI DIPENDENTI

Se così fosse, l’automotive tedesca perderebbe uno dei siti strategici di riferimento della nuova industria 4.0 del Paese, pensato non solo per assemblare le venture elettriche della gamma, ma soprattutto per mettersi in scia a Tesla, dato che dovrebbe contemplare processi produttivi all’avanguardia. Di conseguenza, sarebbe a rischio anche il programma di sviluppo della nuova ammiraglia assegnata a Wolfsburg. Ma la scure del nuovo Ceo potrebbe impattare su altri progetti già annunciati da VW: la stampa tedesca riporta di un messaggio inviato da Blume ai dipendenti per avvisare di aver avviato l’esame di “tutti i progetti e gli investimenti per verificarne la fattibilità economica”. Brinda Musk che, pur con tutti i problemi che gli dà la gigafactory di Berlino, ora vede sempre più VW nel suo specchietto retrovisore…

 

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