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Estate

Come sarà l’estate post Covid-19

L’articolo di Nunzio Ingiusto Ombrelloni a 5 metri l’uno dall’altro, distanza anche in acqua e nessun assembramento, ovviamente. La Regione Marche ha deciso come si deve andare in spiaggia. È una delle prime a farlo mentre il governo tiene in stallo milioni di cittadini e migliaia di proprietari di stabilimenti balneari, concessionari dello Stato. I…

Ombrelloni a 5 metri l’uno dall’altro, distanza anche in acqua e nessun assembramento, ovviamente. La Regione Marche ha deciso come si deve andare in spiaggia. È una delle prime a farlo mentre il governo tiene in stallo milioni di cittadini e migliaia di proprietari di stabilimenti balneari, concessionari dello Stato. I sindaci hanno chiesto a Palazzo Chigi di superare qualsiasi incertezza, decidere in fretta per tutto il territorio nazionale e non penalizzare ulteriormente un settore trainante dell’economia nazionale. Vogliamo un “effettivo sostegno con particolare attenzione al settore turistico e balneare“ ha scritto l’Anci a Conte, quando dal Comitato tecnico scientifico qualcuno diceva che quest’estate bisogna inventare “un modo diverso di vivere il mare”.

Il collasso è palese, la partita ha mille implicazioni su cui cittadini ed associazioni si muovono più velocemente della politica. Legambiente ha proposto ai sindaci piani di gestione delle spiagge libere e criteri di utilizzo di pezzi di territorio abbandonati. Altre organizzazioni territoriali – Pro loco, volontari – mostrano di comprendere più a fondo le ragioni di una filiera di eccellenza del turismo nazionale. Per le connessioni demaniali delle spiagge il coronavirus è stato un detonatore eccezionale. Il rinnovo o l’allungamento delle scadenze viene dibattuto da anni scatenando proteste e preoccupazioni finanziarie. Il Covid-19 segna uno spartiacque.

I Comuni si organizzino per tempo per gestire al meglio gli arenili senza riduzioni, chiusure o cessioni di parti di litorale libero ai privati. Legambiente si candida, dunque, ad affiancare le amministrazioni locali per tutto ciò che può essere utile a risollevare anche il morale degli italiani. Non sono in discussione il rispetto delle regole post virus. La logica è solidaristica nel pieno di un terremoto economico. Il tratto di demanio costiero libero da concessioni è certamente il più delicato, spiegano gli ambientalisti. Fra i beni comuni è una risorsa straordinaria per l’Italia sia dal punto di vista ambientale, che da quello sociale e come tale ne va garantito l’utilizzo.

Molti italiani quest’anno non potranno frequentare gli stabilimenti balneari per ragioni di prezzo o di altre priorità. Molte famiglie affronteranno l’estate in condizioni difficili per il lavoro, le tasse, la paura dell’epidemia. Un contesto complesso, di crisi trasversale, dove la risposta del Comune può dare quel sollievo che milioni di persone aspettano. Legambiente lancia l’assist ai Comuni secondo i suoi principi paesaggistici e di tutela dell’ambiente. Se gli andrà bene sarà stata di esempio per la politica.

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