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Porto Hainan

Come la Cina punterà sul porto di Hainan per azzoppare Hong Kong

L'obiettivo della Cina con il porto di libero scambio di Hainan è quello di fornire su medio termine una valida alternativa a Hong Kong agli investitori globali. L'analisi di Giuseppe Gagliano

 

Mentre la politica estera americana è altalenante quella cinese al contrario è in grado di porre in essere pianificazioni sul lungo periodo dimostrando di avere un piano di sviluppo unitario e organico a livello globale come dimostrato d’altronde dal progetto Nuova via della seta di cui più volte abbiamo discusso su queste pagine.

Proprio all’interno del contesto o dell’architettura volta a rafforzare la potenza economica e tecnologica della Cina, il 27 febbraio è stato firmato il primo gruppo di progetti “chiave” del porto di libero scambio di Hainan. Bisogna anzitutto tenere conto che 34 piani sono già stati posti in essere con successo, di cui 6 realizzati con fondi esteri e 28 con fondi nazionali per un totale di 1,13 miliardi di dollari.

Nonostante le scelte di politica estera compiute dall’amministrazione Trump, le sinergie nel contesto imprenditoriale in relazione al porto di libero scambio procedono speditamente. Come dimostra il fatto che alcuni di questi progetti sono stati possibili anche grazie alla presenza di aziende francesi come la Schneider Electric in collaborazione con la Xindafu di Hong Kong e la cinese Jiacheng International Logistics.

Il primo obiettivo è quello di trasformare la provincia dell’isola meridionale in un porto di libero scambio che sia in grado di avere una rilevanza globale a livello economico e tecnologico. Questo progetto dovrebbe raggiungere il suo apice entro il 2035 stando almeno alle indicazioni fornite dal comitato centrale del partito comunista cinese e dal consiglio di Stato.

Il secondo obiettivo è quello di fare di questa infrastruttura portuale la più grande zona economica speciale della Cina partendo dalla constatazione che vi sono a livello globale scelte di natura protezionistica e scelte di natura unilaterale — come quelle dell’amministrazione trumpiana — poste in essere allo scopo di contenere la crescita cinese e salvaguardare l’egemonia americana.

Il terzo obiettivo sarà quello di facilitare la cooperazione con i paesi del sud-est asiatico e di promuovere quindi lo sviluppo congiunto con la Greater Bay Area del Guangdong-Hong Kong-Macao.

Il quarto obiettivo sarà quello di consentire all’innovazione tecnologica e industriale di potersi sviluppare nel più breve tempo possibile. Proprio a tale fine il 15 aprile del 2020 è stato avviato un ufficio amministrativo nella Hainan Resort Software Community (RSC), un parco incentrato sull’industria di Internet e sede di circa 5.000 aziende registrate al quale è stato affiancato un istituto di ricerca blockchain, istituito congiuntamente dall’RSC e dall’University College Oxford Blockchain Research Center presso l’Università di Oxford.

Secondo i dati del Dipartimento provinciale del commercio di Hainan nel 2019 sono state create 338 imprese finanziate dall’estero a Hainan, con un aumento del 102,4% su base annua, e l’utilizzo effettivo del capitale straniero ha raggiunto 1,5 miliardi di dollari Usa, aumentando del 100% anno su anno. Lo scorso anno l’uso effettivo di investimenti esteri da parte di Hainan ha raggiunto circa 316 milioni di dollari Usa, con un aumento del 252,3% su base annua. La provincia ha visto 110 società finanziate dall’estero di nuova costituzione, che coprono commercio, investimenti, medicina e logistica.

Infine il quinto obiettivo, stando almeno ad alcune analisi dei principali studiosi europei e americani della Cina, sarebbe quello di fornire su medio termine una valida alternativa a Hong Kong agli investitori globali che consentirebbe alla Cina di non rallentare la sua crescita economica.

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