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Tagikistan

Tagikistan e non solo, come avanza la Cina

L'approfondimento di Giuseppe Gagliano

Anche il Tagikistan costituisce oramai uno snodo rilevante per la Cina tanto quanto Gibuti nel Corno d’Africa e le isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale. Infatti, attraverso il corridoio Wakhan, la Cina può accedere direttamente all’Afghanistan (corridoio questo che fino al 2001 costituiva la porta d’accesso delle forze armate americane) ma anche al Pakistan. Infatti il corridoio di Walkha è sostanzialmente una valle di alta montagna in Afghanistan che separa il Tagikistan e il Pakistan.

Inoltre la presenza di unità militari nel Gorno-Badachšan, permette un controllo maggiore dell’Afghanistan ma soprattutto la presenza cinese nel Tagikistan consente alla Cina un controllo più capillare dello Xinjiang.

Infatti il Gorno-Badachšan confina a sud e ad ovest con Afghanistan e a est con la regione autonoma cinese dello Xinjiang.

Tuttavia la presenza militare cinese in Tagikistan è di scarso peso rispetto a quella russa. Infatti non solo il Tagikistan è membro dell’Organizzazione del Trattato per la sicurezza collettiva (Csto) ma sul suo territorio è presente ospita la Motor Rifle Base, una delle più significative infrastrutture militari russe a livello globale.

Indubbiamente la presenza cinese in Tagikistan deve essere inquadrata a livello geopolitico nella Nuova Via della Seta e proprio per questa ragione la Cina ha non solo posto in essere importanti investimenti infrastrutturali, ma detiene metà del debito estero della nazione. Nel contesto del soft power, la Cina ha investito in modo rilevante in borse di studio per gli studenti universitari e per la formazione dei cadetti delle accademie militari.

Ma vediamo adesso di entrare nello specifico.

Il 30 ottobre il parlamento del Tagikistan — nel contesto dell’accordo che la Cina aveva concluso a giugno all’interno della Conference on Interaction and Confidence Building Measures in Asia (Cica)— ha ratificato con il Dragone un finanziamento di 360 milioni di dollari — la cifra complessiva dei finanziamenti arriva a 1,5 miliardi di dollari — che consentirà di modernizzare le infrastrutture stradali di Kulob-Bokhtar (che guarda caso consente di accedere più agevolmente all’ l’Afghanistan) e di Kulma-Dushanbe che dal Tagikistan giunge fino all’Uzbekistan.

Inoltre dobbiamo tenere presente che fra gli investimenti più rilevanti vi è sia quello relativo alla diga di Roghun — stiamo parlando di circa 4 miliardi di dollari — sia nel settore minerario attraverso la Kashgar Xinyu Dadi Mining Investment.

Per quanto concerne la diga il Tagikistan per raccogliere fondi è entrato nel settembre del 2017 nel mercato obbligazionario internazionale incassando 500 milioni di dollari in obbligazioni junk bond decennali con un rendimento del 7,125. Sul fronte del settore minerario il parlamento del Tagikistan ha votato per ratificare un accordo che concede proprio alla Mining Investment i diritti di sviluppo di una miniera d’argento nelle montagne del Pamir con un investimento di 39,6 milioni di dollari.

È probabile che il governo abbia autorizzato la Cina a compiere un’operazione di questo genere per ripagare almeno in parte il debito che ha contratto con il Dragone.

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