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Fincantieri

Ecco come Fincantieri supplica Conte su Sace, Simest e Cdp

Che cosa ha detto (e che cosa ha lasciato intendere...) il numero uno di Fincantieri, Bono, quando ha parlato a Monfalcone con il premier Conte... Fatti e indiscrezioni

“Abbiamo fatto tanto, facciamo l’ultimo miglio. Affrontiamo l’ultimo periodo senza subire danni che potrebbero essere irreparabili”. E’ l’appello “accorato” che l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha rivolto al premier Giuseppe Conte, in collegamento da Roma, in occasione della consegna della centesima nave da crociera, la Enchanted Princess.

Bono – secondo la cronaca dell’Ansa – non ha chiesto aiuti finanziari ma un sostegno, il prosieguo del “sistema di aiuti (export credit, ndr) alle società armatrici” che “ha funzionato molto bene fino ad ora. Diamogli la spinta finale: meglio rischiare oggi e avere un futuro che non averlo”.

A che cosa si riferisce Bono? Secondo indiscrezioni governative, il messaggio che Bono ha voluto lanciare a Palazzo Chigi è il seguente: non deve essere intaccato il rapporto consolidato e fruttuoso fra Fincantieri e Sace per le garanzie all’export di navi.

Non a caso il numero uno di lunghissimo corso di Fincantieri (che una parte del Movimento 5 Stelle voleva segare quando si decideva il rinnovo delle cariche) ha tra l’altro detto, riferendosi a Conte: si prosegua con “il sistema di aiuti finanziari alle società armatrici” attraverso la Sace (la società che passerà a breve per volontà del Tesoro dalla Cdp al ministero dell’Economia). Un sistema “che ha funzionato molto bene sino ad ora: meglio rischiare oggi e avere un futuro che non averlo, non bisogna avere paura”, ha detto Bono secondo la cronaca del quotidiano Il Piccolo di Trieste.

Non era neppure un caso che a Monfalcone l’amministratore delegato di Sace, Pierfrancesco Latini, era accanto a Bono quando il capo azienda di Fincantieri lanciava questi messaggi a Conte.

Così come gli addetti ai lavori ricordano che Latini fu chiamato anni fa in Cdp da Fabio Gallia, all’epoca numero uno di Cassa depositi e prestiti e ora, dal settembre 2020, direttore generale di Fincantieri.

Ma quali sono le questioni tecniche alla base delle richieste e delle attese di Bono?

Sono tre le organizzazioni statali che sostengono le esportazioni italiane: Sace, che fornisce un’assicurazione del credito all’esportazione a medio e lungo termine garantito dalla Repubblica italiana, Cdp, che fornisce liquidità per i prestiti concessi agli acquirenti stranieri garantiti da una copertura di Sace, e Simest (che fa parte del gruppo Sace ma che non si sa ancora se passerà come Sace sotto il Mef oppure no) che fornisce un contributo in conto interessi e la loro stabilizzazione sui crediti all’esportazione garantiti da Sace.

Secondo osservatori del settore, investimenti così a lungo termine per le società armatrici difficilmente riceverebbero sul mercato finanziamenti anche a 12 anni che costerebbero troppo e quindi sarebbero poco appetibili.

In sostanza, dice un addetto ai lavori al corrente del dossier, Bono ha voluto dire a Conte: non si tocchi l’attuale concerto sistemico che vede come perno Sace.

Evidentemente – secondo indiscrezioni ministeriali – per il passaggio di Sace-Simest da Cdp a Mef ci sono nodi da sciogliere che riguardano, governance, perimetro di attività, prezzo da pagare per il passaggio delle società ecc.

E Bono ha messo in guardia Conte.

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