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Che cosa (non) cambia dopo l’accordo marittimo Cina-Filippine

L'accordo tra Cina e Filippine sul mar Cinese meridionale potrebbe favorire la stabilizzazione della regione, ma alcune divergenze sulle rivendicazioni territoriali rimangono irrisolte.

L’intesa raggiunta tra Cina e Filippine sul Mar Cinese meridionale rappresenta un’importante evoluzione nei rapporti tra i due Paesi, soprattutto in un’area strategica e fortemente contesa.

COSA PREVEDE L’ACCORDO CINA-FILIPPINE SUL MAR CINESE MERIDIONALE

L’accordo, annunciato il 21 luglio dal Ministero degli Esteri di Manila, prevede missioni di rifornimento per una nave della marina filippina arenata sul Second Thomas Shoal. Sebbene i dettagli specifici delle missioni non siano stati divulgati, il Dipartimento degli Affari Esteri (DFA) ha evidenziato che l’accordo è frutto di discussioni costruttive e mira a ridurre le tensioni nella regione, gestendo le divergenze attraverso il dialogo.

Il ministero degli Esteri cinese ha confermato la natura temporanea dell’intesa, sottolineando l’impegno delle due nazioni nella gestione congiunta delle controversie marittime. Pechino ha ribadito la propria disponibilità a consentire rifornimenti umanitari, pur mantenendo ferme le proprie rivendicazioni territoriali. In particolare, la Cina ha avvertito che impedirà qualsiasi tentativo di costruzione permanente sulla nave filippina, proteggendo così la propria sovranità.

LE TENSIONI NEL MAR CINESE MERIDIONALE

Il contesto in cui si inserisce questo accordo è caratterizzato da tensioni crescenti nel Mar Cinese meridionale, un’area di grande importanza strategica e ricca di risorse naturali. Le Filippine, sostenute dagli Stati Uniti, hanno cercato di contrastare la presenza cinese nelle loro acque, un’azione che ha portato a ripetuti scontri verbali e diplomatici. La decisione di Manila di portare avanti autonomamente le missioni di rifornimento, nonostante l’offerta di supporto da parte degli Stati Uniti, dimostra la volontà del governo filippino di affermare la propria indipendenza operativa.

L’accordo prevede l’istituzione di nuove linee di comunicazione tra Cina e Filippine per migliorare la gestione delle controversie marittime. Questi canali includeranno rappresentanti designati dai rispettivi leader, funzionari dei Ministeri degli Esteri e le rispettive Guardie Costiere, una volta concluso il Memorandum of Understanding (MOU). Questo meccanismo mira a facilitare il dialogo e a prevenire escalation di conflitti nella regione.

Il Mar Cinese meridionale è da tempo al centro di dispute territoriali, con la Cina che rivendica la sovranità su gran parte dell’area basandosi su vecchie mappe e possedimenti storici. Questa posizione è stata respinta da una sentenza internazionale del 2016, che ha stabilito l’infondatezza delle rivendicazioni cinesi secondo il diritto internazionale. Tuttavia, Pechino ha ignorato la sentenza, continuando a esercitare una presenza militare significativa nella regione.

IL RUOLO DEGLI STATI UNITI

Gli Stati Uniti hanno costantemente sostenuto le Filippine, condannando le azioni della Cina e ribadendo il loro impegno nella difesa di Manila in base a un Trattato di mutua difesa del 1951. La Cina, dal canto suo, ha accusato Washington di interferenza negli affari interni regionali, alimentando ulteriormente le tensioni.

L’intesa tra Cina e Filippine potrebbe rappresentare un passo verso la stabilizzazione della regione, ma le fondamentali divergenze sulle rivendicazioni territoriali restano irrisolte. La capacità dei due Paesi di gestire queste tensioni attraverso il dialogo sarà cruciale per evitare conflitti e promuovere la cooperazione nel Mar Cinese meridionale.

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