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Bird

La conoscete l’idea di Bird per decongestionare il traffico e divertire (e pagare) i giovani?

Per ricaricare i veicoli elettrici che offrono in condivisione agli utenti, i fondatori di Bird hanno inventato un gioco davvero carino (e conveniente), ma non mancano i problemi. Articolo di Giusy Caretto Eliminare il traffico di città ed abbattere l’inquinamento, senza dover rinunciare a spostamenti veloci e comodi. E’ questo l’obiettivo che si è fissata…

Eliminare il traffico di città ed abbattere l’inquinamento, senza dover rinunciare a spostamenti veloci e comodi. E’ questo l’obiettivo che si è fissata Bird, una startup americana, che ha lanciato nel 2017 un servizio di scooter sharing. A dire il vero, i mezzi in condivisione non sono veri e proprio scooter, come noi intendiamo, ma dei monopattini elettrici che tanto piacciono agli utenti.

La startup, che potrebbe in pochi mesi diventare un unicorno della tecnologia (come Uber, per interderci), avviando un nuovo round di finanziamenti. Ma non è questa la particolarità che vogliamo raccontarvi: la società, per ricaricare i monopattini e assicurarsi che tutti siano utilizzabili durante la giornata, ha deciso di coinvolgere altri utenti, che grazie al servizio potranno arrotondare le entrate. Ma andiamo per gradi.

BIRD CERCA NUOVI FINANZIAMENTI

Secondo indiscrezioni, Bird sarebbe nuovamente pronta ad avviare un altro round di finanziamenti, dopo aver aver chiuso quello da 100 milioni di dollari a marzo. L’obiettivo della società sarebbe quello di raccogliere fino a 200 milioni di dollari e avere in cassa le risorse necessarie ad affrontare la concorrenza. Uber, tra gli altri, avrebbe in mente di offrire come servizi anche la condivisione di bici e scooter.

COME FUNZIONA BIRD

Tutto molto semplice. Gli utenti posso cercare e prenotare il monopattino tramite un’app e, dopo aver pagato la tassa di accesso al servizio, pari ad un dollaro, possono usufruirne per 25 centesimi di dollaro al minuto. Sarà possibile lasciare lo scooter, ovunque si desideri.

COME VENGONO RICARICATI I MONOPATTINI?

La particolarità di Bird, come racconta The Atlantic, è il modo di ricarica dei mezzi con cui ci si sposta. Tutte le sere, infatti, dei ragazzi girovagano per la città in cerca di “Bird” da ricaricare in casa, dietro compenso ovviamente (che varia tra i 5 e i 20 dollari).

Chiunque voglia essere arruolato tra i “cacciatori di Bird” deve registrarsi e comunicare dati personali e fiscali all’azienda. Se la domanda viene approvata, allora, l’azienda spedirà a casa i pacchi batterie per ricaricare i veicoli e lo stesso giorno sarà possibile avviare la nuova attività.

“Cercare gli scooter di Bird è come giocare a Pokémon Go, ma qui si viene pagati”, dice Nick Abouzeid, un ragazzo-caricatore di 21 anni di San Francisco. Diverse sere alla settimana dopo il lavoro, lui e la sua ragazza vanno in giro per la città, raccolgono gli scooter e li portano nel seminterrato del condominio per ricaricarli.

“È davvero divertente cercare gli scooter, ricaricarli e ed essere pagati”, dice Abouzeid. “È come un gioco e lo farei anche se i prezzi fossero dimezzati, come probabilmente saranno”.

“Penso che lo facciano tanti adolescenti perché è un modo davvero semplice per guadagnare un sacco di soldi”, afferma Brandon. “Tutti adorano Bird”

NON MANCANO I PROBLEMI

Ma c’è anche chi fa il furbo e, nei mercati affollati, decide di togliere il monopattino dalla circolazione fino a quando la società non offre 20 dollari per tutti coloro che lo ritrovano.

E poi c’è chi fa della caccia un vero e proprio lavoro, cercando di guadagnare più soldi possibili, a qualsiasi mezzo. “Una volta mi sono fermato a prendere uno scooter, sono arrivato lì forse 10 secondi prima dell’altra persona”, ha detto un caricatore di San Diego. “Questa ha iniziato a gridare contro di me. Ha preso uno scooter Bird e ha iniziato sbatterlo contro la mia auto”.

C’è anche chi si spinge oltre. Ruba il monopattino, lo distrugge e cerca la batteria per poterla vendere a 50 dollari.

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