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BYD

Auto, perché Buffett frena sulla cinese Byd?

BYD è pronta a cingere il mercato occidentale con una mossa a tenaglia, proponendo batterie e pure veicoli elettrici. Il colosso di Shenzen, che ha tra i suoi azionisti Buffett, ha anche stretto un accordo nel settore dei noleggi

 

È solo questione di tempo. Il mercato dell’automotive occidentale a breve, anzi, brevissimo, parlerà cinese. In Cina abbiamo infatti i maggiori costruttori di batterie e sempre dalla Cina arriveranno marchi che oggigiorno quasi nessun europeo conosce, ma che gareggeranno seriamente per imporsi sulle Case “autoctone”. Tra queste c’è sicuramente il produttore automobilistico BYD, che nei primi sei mesi dell’anno ha venduto più veicoli elettrici di Tesla, la società americana guidata da Elon Musk e comunemente associata a questo tipo di automobili. Non contento, il marchio si appresta a debuttare in Europa e sfrutterà il Paris Motor Show 2022 della prossima settimana come vetrina pre-lancio.

LA MOSSA A TENAGLIA DI WANG CHUAN-FU

BYD, fondata nel 1995 da Wang Chuan-Fu, tutt’ora guidata dallo stesso Wang e dal cugino Lu Xiangyang (numero 1 della società di investimenti Youngy Investment Holding), dicevamo, oltre a essere attiva pure nel settore dei componenti per cellulari e fotovoltaico (tra i suoi clienti figurano Dell, Apple, Xiaomi e Huawei) si appresta a stringere il mercato occidentale con una morsa a tenaglia: da un lato vende difatti batterie alle case europee e statunitensi che vogliono passare all’elettrico, dall’altro propone ai consumatori modelli che, lo vedremo a breve, sono pronti a rivaleggiare con alcuni dei marchi più affermati.

Partiamo dalle batterie. Al momento il produttore cinese più affermato è un altro: l’azienda Contemporary Amperex Technology Co. Limited (meglio nota come CATL) che detiene una quota di mercato del 34,8 per cento. Fino a poco tempo fa al secondo posto della classifica c’era, fissa, la sudcoreana LG Energy Solution, con una quota di mercato che non era nemmeno la metà di quella di CATL, per chiudere con BYD. Fino poco tempo fa, appunto. In agosto, secondo un rapporto di SNE Research, società di ricerca con sede a Seoul, BYD ha operato uno storico sorpasso sulla sudcoreana e adesso i primi due gradini del podio sono occupati da cinesi.

CINA ELETTRIZZATA DALLE AUTO EV

I tre marchi asiatici non hanno rivali, detenendo oltre il 60% del mercato. C’è solo la giapponese Panasonic – al quarto posto, con il 9,6 per cento – a infastidirli e il suo successo è legato all’affermazione di Tesla, dato che è il fornitore privilegiato della casa texana. In più, Panasonic sta investendo per ridurre le dimensioni delle batterie, nel tentativo di scalare la classifica, dato che le Case automobilistiche sono in cerca di soluzioni più innovative, che impattino sempre meno su dimensioni e peso delle vetture. Seguono poi la sudcoreana SK On, col 6,5 per cento e, sempre dalla Corea del sud, Samsung SDI con il 4,9 per cento. Le cinesi CALB, Gotion High-Tech, Sunwoda e SVOLT hanno market share rispettivamente del 4,1, del 2,9, dell’1,5 e dell’1,3 per cento.

IL RALLY DEL PRIMO SEMESTRE: SUPERATA TESLA

E poi c’è la divisione che produce auto. Nel primo semestre del 2022 BYD ha venduto più veicoli elettrici di ogni altra casa automobilistica: 641mila unità, un aumento di oltre il 300 per cento su base annua. Nello stesso periodo di tempo, Tesla ne ha vendute 564mila. Secondo quanto annunciato dalla società, le vendite di settembre hanno raggiunto le 201.259 unità. Nel terzo trimestre, BYD ha venduto 538.704 Nev, con un aumento del 194% rispetto all’anno precedente e un’impennata rispetto ai 355.021 del secondo trimestre.

Covid (che in Cina ha provocato diversi durissimi lockdown ancora nella prima parte dell’anno), impennata dei costi delle materie prime e assenza dei semiconduttori non hanno rallentato le prestazioni di BYD, le cui vendite nei primi nove mesi dell’anno sono aumentate del 250% rispetto all’anno precedente, raggiungendo il ragguardevole traguardo di 1,18 milioni di veicoli venduti. Numeri che bastano a farne la principale rivale di Tesla al mondo, nel campo delle auto EV.

IL DISIMPEGNO DI BUFFETT NON FRENA LA CORSA DI BYD

Tra gli azionisti spicca il celebre investitore Warren Buffett che, come ricorda Il Sole 24 Ore, grazie all’intraprendenza cinese ha visto crescere la sua fortuna in BYD dai 230 milioni del 2008 ai 9,5 miliardi di dollari a fine giugno. Poi lo scorso 30 agosto, puntualizza sempre il quotidiano di Confindustria, Buffett ha iniziato a vendere, scendendo dal 20.49% al 18.87%. “Il sentiment sul titolo è peggiorato e adesso da inizio d’anno il calo a Hong Kong è del 22%. Ma BYD non è mai stata tanto in salute, ha appena segnato il suo record di vendite di automobili a settembre (oltre 200mila , su base annua +187%). Ha venduto più auto nel 2022 che nei due anni precedenti messi insieme. E la quota di mercato dei veicoli elettrici e ibridi in Cina è ormai il 29%”.

E ORA L’EUROPA

“L’Europa – ha dichiarato Chuan-Fu – è la culla dell’industria automobilistica e ha un forte spirito di innovazione. Gli europei stanno compiendo un grande, comune sforzo per accelerare l’elettrificazione dell’automobile e l’Europa rappresenta il principale mercato trainante per il progresso dei veicoli elettrici. Siamo quindi orgogliosi che BYD possa iniziare a contribuire all’adozione di automobili a zero emissioni in così tanti mercati locali, pressoché contemporaneamente. Non vediamo l’ora di collaborare con i migliori concessionari europei e partner industriali per creare prodotti di alta qualità con tecnologia rispettosa dell’ambiente e offrire scelte ed esperienze diversificate a un maggior numero di consumatori”.

NEMMENO A DIRLO, IL SEGRETO DELLE AUTO BYD È NELLE BATTERIE

BYD punta tutto sulla tecnologia delle sue batterie con le celle a lama, note nell’ambiente come Blade Battery, con chimica litio-ferro-fosfato. Prive di cobalto, queste batterie offrono prestazioni elevate unite a ottima sicurezza e per questo la casa le garantisce 8 anni. E poi sono pure meno ingombranti: si parla di circa 5-10 cm più sottili di altri pacchi agli ioni di litio.

PRIMA TAPPA, GERMANIA

Il Paese scelto per lo sbarco europeo è, a sorpresa, la Germania, tra gli Stati del Vecchio continente più presidiati da marchi storici. Il perché è comprensibile: ha una infrastruttura per le auto EV adeguata, come il Nord Europa, ma rispetto al Nord Europa è nel pieno della transizione ecologica, con tantissimi guidatori affezionati alle endotermiche che presto o tardi dovranno passare all’elettrico. Alla base della gamma con cui il marchio cinese proverà a sfondare nel Vecchio continente il SUV di Segmento C BYD Atto 3, offerto al prezzo di partenza di 38.000 euro; salendo di fascia troviamo la berlina BYD Han e il SUV Full Size BYD Tang che partono da 72.000 euro.

RIVALI OCCIDENTALI

Chiaro l’intento della Atto 3 di infastidire la nuova Tesla Model Y RWD da 49.900 euro, con Tesla che peraltro proprio quest’anno ha inaugurato a Berlino la sua prima gigafactory europea. Le top di gamma BYD HAN e BYD TANG invece in Germania proveranno a erodere quote di mercato a BMW, Audi e Mercedes-Benz.

GLI ACCORDI NEL CAMPO DELLE AUTO A NOLEGGIO

È notizia delle ultime ore che BYD ha firmato con Sixt un accordo a lungo termine che vede la società di noleggio, impegnata nella elettrificazione della propria flotta, a ordinare circa 100mila veicoli elettrici di BYD, da qui al 2028.

Le auto elettriche di BYD saranno noleggiabili inizialmente in Germania, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito già alla fine di quest’anno, per poi approdare negli altri Paesi Ue (Italia compresa) nel corso del 2023. Il primo modello di BYD per i clienti di Sixt sarà Atto 3, SUV elettrico compatto a trazione anteriore, con motore da 204 CV e autonomia dichiarata di circa 420 km, assicurata da una batteria da 60 kWh. Sappiamo che Sixt intende pure realizzare una sua rete di colonnine per clienti e filiali: BYD entrerà anche in questo mercato?

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