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Renault Nissan Accordo

Cosa succederà all’alleanza tra Nissan e Renault

Vanno avanti i contatti tra Nissan e Renault per far sopravvivere l'alleanza nata nel 1999 e giunta a un momento critico. I giapponesi starebbero considerando di rilevare fino al 15% di una nuova partnership per la produzione di auto elettriche. L'alleato francese intende ridurre la sua partecipazione nel marchio nipponico dal 43% al 15%

Più che un’alleanza, una telenovela. E’ costellata di colpi di scena, infatti, l’avventura franco-nipponica, intrapresa nel 1999 e sopravvissuta a stento alla fuga e poi all’arresto in Giappone del ceo Carlos Ghosn, accusato di frode fiscale per aver occultato parte dei suoi redditi. Con Nissan che ha vissuto turbolenze finanziarie tutt’altro che concluse (tornata all’utile nel 21 dopo tre anni davvero difficili, con un fatturato netto consolidato di 8,42 trilioni di yen, un utile operativo di 247,3 miliardi di yen, un margine operativo del 2,9% e un utile netto di 215,5 miliardi di yen, circa 1,58 miliardi di euro) e Renault che, è noto, sta scontando più di tutti le conseguenze della chiusura della Russia al mercato occidentale (peraltro, poche settimane fa la casa nipponica si è liberata di tutte le azioni di Nissan Manufacturing Russia vendendole a 97 centesimi l’una al Central Research and Development Automobile Engine Institute di Mosca con un impatto una tantum di circa 100 miliardi di yen, pari a 706,7 milioni di euro sulle casse del gruppo e, a cascata, nuovamente su Renault, che possiede una partecipazione di controllo nella casa giapponese). E ora si prova, faticosamente, a ripartire.

L’ALLEANZA TRA RENAULT E NISSAN FA IL TAGLIANDO

L’ultima conferma che l’alleanza datata 1999 fosse ormai al capolinea non è arrivata né dal Giappone, né dalla Francia, ma da Sunderland, nell’Inghilterra nord-orientale, all’interno della contea metropolitana di Tyne and Wear, dove Nissan ha uno stabilimento impegnato nella produzione delle teste dei cilindri dei motori termici che vengono poi montati nelle vetture della casa della Losanga.

Ebbene, scaduto il contratto in essere, non sarà più rinnovato. Si tratta di un fulmine a ciel sereno, una decisione che ipoteca il futuro di centinaia di lavoratori, sebbene la stessa Nissan abbia immediatamente tranquillizzato le tute blu e l’amministrazione cittadina dichiarando che non ci saranno tagli: “Dall’inizio del 2024, lo stabilimento Nissan di Sunderland cesserà la produzione di teste dei cilindri in loco – ha detto un portavoce della società ai microfoni di Sky News UK – Non prevediamo che ciò comporti la perdita di posti di lavoro, e stiamo lavorando con il personale per la ridistribuzione in altri settori dell’azienda”.

SI RIPARTE DALL’AUTO ELETTRICA?

Una ripartenza che non vuole essere l’unione di due debolezze, ma strategica e incentrata sull’auto elettrica e sulla mobilità sostenibile, sebbene entrambe le Case paiano questa volta mantenere un certo margine di manovra. Secondo quanto riferito da Reuters, Renault sarebbe già in trattativa con i cinesi di Geely e con una compagnia petrolifera (non ancora identificata) per cedere il 60% delle azioni della divisione Horse che, lo ricordiamo, tratterà esclusivamente gli endotermici.

Nello specifico, il 40% al colosso cinese e il 20% all’altra azienda, al momento ignota, coinvolta nell’operazione. L’altro 40% resterebbe nelle mani dei francesi che manterrebbero, così, solo una quota di minoranza della “vecchia Renault” destinata a essere scorporata e a finire al di fuori dei confini francesi ricomprendendo i siti di produzione in Spagna, Portogallo, Turchia, Romania e America Latina. Ma, anche qui, c’è da ottenere l’ok dei giapponesi, dato che parte della tecnologia è la loro.

I CINESI SARANNO D’INTRALCIO?

L’amministratore delegato di Nissan, Makoto Uchida, sempre a Reuters in merito è stato laconico ma possibilista: “Se hanno un nuovo partner, A o B o C, cosa significa? Ne stiamo discutendo apertamente”, ha detto. “La trasparenza è molto importante”, ha aggiunto. Nissan, secondo quanto anticipato dall’Agenzia Kyodo, starebbe considerando di rilevare fino al 15% di una nuova partnership assieme alla Renault per la produzione di veicoli elettrici, in quella che viene vista come l’evoluzione strategica dell’accordo che lega le due case automobilistiche. La proposta di investimento sarebbe giunta mentre le due società discutono il piano dell’alleato francese di ridurre la sua partecipazione in Nissan dal 43% al 15%, con le negoziazioni che sarebbero ormai nella fase conclusiva.

LE RICHIESTE DEI GIAPPONESI

“Vogliamo che sia una partnership paritaria”, ha detto Uchida all’agenzia di stampa, aggiungendo che “una partnership paritaria avrebbe senso e accelererebbe ulteriormente la collaborazione”. “La discussione è su come rendere la nostra competitività ancora più forte”, ha proseguito il manager nipponico. “Questo è il primo punto”. Parole vaghe ma che lasciano intuire come entrambi i marchi siano pronti a ridiscutere totalmente gli accordi del 1999. Secondo persone informate sullo svolgimento delle trattative sentite da Reuters, l’obiettivo che si sarebbero date le due Case sarebbe chiudere il tavolo entro il 15 novembre.

L’APPUNTAMENTO RENAULT DI NOVEMBRE

In merito, però, il numero 1 di Nissan non ha voluto commentare la possibilità di raggiungere un accordo entro questo mese. Ma ha dichiarato di aver parlato con l’amministratore delegato di Renault Luca de Meo ogni fine settimana e che i colloqui saranno “continui per il futuro”. Se così fosse, però, significa che nulla in merito sarà annunciato dai francesi il prossimo 8 novembre, quando Renault presenterà “il secondo capitolo della strategia Renaulution” e un aggiornamento dei suoi obiettivi finanziari a medio termine. Finora, la Losanga ha confermato le prospettive finanziarie per il 2022: margine operativo al di sopra del 5% e flussi di cassa operativi del ramo Auto superiori a 1,5 miliardi di euro.

Quanto al prossimo futuro, invece, Uchida, citando il deprezzamento dello yen e indicandolo come una nuova fonte di preoccupazioni per Nissan, dato che ha raggiunto il livello più basso degli ultimi decenni, ha detto che il marchio nipponico sta preparando piani di emergenza per la prospettiva di una recessione globale. “Per essere sostenibili sul mercato – ha spiegato facendo riferimento alle varie crisi che stanno impattando sull’economia mondiale -, dobbiamo prevedere molti scenari, ed è quello che stiamo facendo”, ha detto.

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