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Alitalia, ecco gli sprechi sulla Roma-Milano. Report Onlit

Rapporto dell'Osservatorio nazionale per infrastrutture e trasporti, sulla tratta aerea Alitalia Roma-Milano

A.a.a. Cercasi ancora di salvataggio per Alitalia. O almeno, una soluzione che permetta di non vedere sprecati i soldi dei contribuenti per una società che fatica a rialzarsi e a trovare un valido acquirente. Colpa, secondo Onlit anche della mala gestione: l’Osservatorio nazionale delle liberalizzazioni nelle infrastrutture e trasporti denuncia “sprechi imperdonabili”, per esempio, sulla tratta Roma-Milano.

ROMA-MILANO: TROPPI SPRECHI

Secondo quanto riportato da Onlit, la tratta aerea Roma-Milano è coperta, ancora oggi, da ben 56 “movimenti giornalieri tra arrivi e partenze” operati dalla sola Alitalia. In particolare, scrive l’associazione nella sua nota di denuncia, giornalmente vengono effettuati 40 voli Roma-Linate, 8 Roma-Malpenda e 8 Roma-Bergamo).

MALA GESTIONE

Una tratta aerea particolarmente ben collegata, potremmo dire, se non fosse che Roma-Milano, come spiega Onlit, è anche collegata molto bene via terra, con 104 Frecce Rosse giornaliere e 50 treni di Italo.Numeri altissimi che dovrebbero spingere Alitalia, ora in difficoltà, a ridurre i suoi voli che presentano, tra l’altro, “coefficienti di riempimento deludenti”, spiega Dario Ballotta, già ai vertici della Cisl-trasporti, presidente Onlit, aggiungendo che questo dimostra solo “la mala gestione della compagnia”.

UNO SGUARDO ALL’EUROPA

E per rimarcare il fatto che Alitalia spreca troppo, Onlit offre un confronto con altre tratte Europee: “Sulla Lione-Parigi, ad esempio, con l’arrivo dell’Alta velocità i movimenti aerei sono stati ridotti a 12 giornalieri da Air France e sulla Barcellona-Madrid invece sono rimasti 40, ma suddivisi, in concorrenza tra Iberia (24) e Vueling (16)”, spiega Onlit.

LINATE: DOVREBBE PUNTARE SU MEDIO-LUNGO RAGGIO

Linate, per Onlit, dovrebbe concentrarsi su ben altre tratte: “Visto l’ingresso di Ferrovie nel capitale, poi, non si spiega il mantenimento di tutti quei collegamenti sul city airport di Linate, che dovrebbe invece  sfruttare  gli slot per il medio raggio business in partenza per le maggiori piazze, dove i vettori concorrenti, grazie all’overnight, si portano via un sacco di traffico in uscita al mattino, anche per destinazioni intercontinentali”, secondo Ballotta.

ALITALIA: SI CERCA UN NUOVO SOCIO

Intanto, il 21 novembre 2019, è scaduto il termine, l’ennesimo, per presentare un’offerta vincolante che rilevi l’ex compagnia di bandiera. La cordata c’era, ma ora Atlantia ha fatto un passo indietro (qui i dettagli) e Ferrovie dello Stato ha rimandato la palla ai commissari (qui l’approfondimento di Start).

ADDIO A CONTROLLO PUBBLICO MASCHERATO

Questo epilogo (che in realtà è ancora tutto da scrivere) significa “che il progetto di ridare vita ad Alitalia ancora sotto il controllo pubblico mascherato è fallito”, ha detto Ballotta. “La doccia fredda di Atlantia e le difficoltà nel trovare un socio industriale” aumentano l’attesa, che “favorisce sia Delta che Lufthansa”.

ALITALIA MACINA PERDITE

Le opzioni al vaglio del Governo, sulla carta, sarebbero 3: liquidare la società, nazionalizzare per un breve periodo o concedere la settima proroga in attesa di una cordata che presenti un piano industriale decente. Nell’attesa che tutto venga deciso, “il vettore continua a macinare perdite, nel primo semestre erano di 650 milioni”, denuncia Onlit. “In due anni i commissari del Governo, il gruppo FS e un nuovo prestito ponte statale di 1,3 miliardi  non sono riusciti a creare le  condizioni per un’offerta vincolante per Alitalia”.

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