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Alitalia

Alitalia, che cosa sta combinando il governo tra Ferrovie, Mef, Cdp, Atlantia, Delta e Toto

Fatti, nomi, indiscrezioni e scenari sul dossier Alitalia

Un’ipotesi reale (Toto) o un bluff per “convincere” Atlantia sul dossier Alitalia? Un accordo potenziale o un secondo forno sbandierato per premere indirettamente su partner recalcitranti? Oppure una strada per evitare di chiedere sostegno ai bistrattati Benetton del gruppo Atlantia-Autostrade?

Sono alcune delle domande che circolano in queste ore tra gli addetti ai lavori dopo la notizia pubblicata oggi dal quotidiano la Repubblica. Ecco tutti i dettagli.

L’ARTICOLO DI REPUBBLICA SU TOTO E ALITALIA

“Il socio italiano in grado di chiudere il cerchio di Alitalia è Riccardo Toto”. Lo scrive oggi Repubblica che riferisce di “un dialogo” con il ministro Luigi Di Maio “andato sempre più avanti” ed “arrivato ad un passo dall’intesa”. Una trattativa “condotta in prima persona” dal vicepremier M5s (tenuta in segreto anche ai più alti esponenti del Movimento, secondo la ricostruzione di Start).

I DETTAGLI E LE INDISCREZIONI

La quota che verrebbe acquisita da Toto sarebbe “tra il 20 ed il 30%”, quota, con “un esborso intorno ai 250 milioni” che “dipende dalla presenza o meno dei cinesi” di China Eastern.

TOTO E TONINELLI

Sarebbe un ritorno nel settore per il gruppo Toto, a suo tempo azionista di Air One poi fatta confluire nell’Alitalia tutta italiana dei ‘capitani coraggiosi’ chiamati nel 2008 da Silvio Berlusconi a salvare l’ex compagnia di bandiera. Famiglia di costruttori abruzzesi è anche titolare della concessione autostradale per la A-24 A-25 Strada dei Parchi, una delle autostrade più randellate mediaticamente dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli (M5S), e finita sotto il fucoo delle polemiche anche per il rincaro record dei pedaggi sulla base della convenzione in vigore.

TOTO E ALITALIA, UNA LUNGA E CONTRASTATA STORIA

Riccardo Toto è figlio di Carlo, l’ex patron di quella AirOne che fu acquistata da Alitalia Cai (la cordata di Roberto Colaninno e soci): per AirOne Alitalia sborsò 454 milioni di euro e si prese 600 milioni di debiti. In più Toto senior era sì uno degli azionisti (dopo aver versato 60 milioni) ma anche fornitore della compagnia tricolore: con la sua holding irlandese l’imprenditore forniva in leasing decine di aerei. “Un’avventura finita a carte bollate. Non solo per i contratti di noleggio degli aeromobili, tanto che in una perizia Enrico Laghi, oggi uno dei tre commissari straordinari di Alitalia, stimò 150 milioni di euro di danni dall’operazione”, ricorda il Corsera.

ADVISOR E NON SOLO STUPITI SU TOTO

Anche per questi precedenti l’idea di imbarcare la famiglia Toto nella nuova Alitalia ha colto di sorpresa gli advisor che stanno seguendo il dossier, i vertici delle stesse Ferrovie e del Movimento 5 Stelle, secondo le indiscrezioni raccolte da Start. E persino Delta Air Lines sarebbe rimasta di stucco, secondo il Corriere della Sera.

DELTA SORPRESA

Il socio industriale pescato per consentire il rilancio dell’ex compagnia di bandiera che non sarebbe nemmeno stata avvisata su questo nuovo nome, ha scritto il Corsera: “Con il rischio che gli americani, destinati nel 2019 a diventare l’aviolinea con i ricavi maggiori nel mondo, decidano di ritirarsi dalla partita diventata secondo gli esperti «solo ed esclusivamente una questione politica»”.

IL NO COMMENT DEL FONDO QUATTROR

Lievita, invece, la possibilità che sia della partita un fondo partecipato da Cassa depositi e prestiti, come svelato giorni fa da Start. Oggi è arrivato un no comment da QuattroR sull’ipotesi di un coinvolgimento nel salvataggio di Alitalia. La società di gestione del risparmio gestisce un fondo da 700 milioni specializzato in investimenti di equity in aziende italiane in “temporanea situazione di crisi ma con solidi fondamentali industriali”. Le quattro ‘R’ del fondo infatti sono Rilancio, Ricapitalizzazione, Ristrutturazione e/o Riorganizzazione.

LA STRATEGIA DEL FONDO PARTECIPATO DA CDP

La strategia del fondo prevede però che la dimensione media dei singoli investimenti sia “compresa indicativamente tra i 50 e i 100 milioni di euro”. QuattroR è una società controllata dal management che ha iniziato ad operare a fine 2016. Tra i suoi sottoscrittori annovera Cdp (che è anche anchor investor) oltre ad Inail, Inarcasse e Cassa Forense. A febbraio QuattroR ha realizzato il suo primo intervento nella moda rilevando il 60% di Trussardi, ma ha anche in portafoglio aziende come Fagioli e Ceramiche Ricchetti.

LO STATUTO DEL FONDO

Per statuto la società non prevede una specializzazione settoriale, ma esclude quello immobiliare e quello finanziario. Inoltre afferma di investire solo in società che hanno un ebitda positivo, mentre Alitalia è da anni in territorio negativo. Ma i consulenti al lavoro su Alitalia asserisco che ci sono soluzioni tecniche per evitare il paletto (qui tutti i dettagli).

IL RUOLO DELLE FONDAZIONI BANCARIE

Un apporto, quello del fondo QuattroR, su cui ci sarebbe un via libera nella sostanza anche da parte delle fondazioni bancarie azioniste di Cdp (controllata dal Mef) e che esprimono il presidente della Cassa depositi e prestiti, Massimo Tononi (qui le indiscrezioni sugli incontri delle fondazioni sul dossier).

GLI INCONTRI DI TONONI E GUZZETTI

Un cambiamento di impostazione rilevante rispetto alle parole secche pronunciate in passato dal presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti. Stesso discorso anche per gli annunci e le assicurazioni del governo e del Mef secondo cui non ci sarebbe stato esborso diretto del Tesoro per Alitalia, mentre il decreto Crescita autorizza espressamente il Mef a entrare nel capitale sociale della compagnia aerea.

LO SCENARIO E LE DOMANDE

Resta da vedere, ora, se la “carta”-Toto sia davvero sul tavolo oppure se sia stata giocata come una forma di pressione indiretta verso altri partner potenziali riottosi, in primis il gruppo Atlantia, che controlla Autostrade per l’Italia e la società Aeroporti di Roma, tanto bistrattato dai Pentastellati in particolare.

IL PRESSING GRILLINO

Un pressing che si rintraccia indirettamente da una frase di un lungo post pubblicato su Facebook dalla senatrice del Movimento 5 Stelle, Giulia Lupo, assistente di volo: “Non si può prescindere da una stretta condivisione di obiettivi anche con l’aeroporto di Roma. Nel rilancio di Alitalia è imprescindibile una nuova centralità per l’hub di Fiumicino e per le attività nella base di Roma”. Chiaro il messaggio?

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