Nel mese di dicembre, a seguito del clamore della vicenda legato allo stupro di una ragazza su un taxi Uber, era stato ordinato a tutte le società di ride sharig di interrompere i servizi sino al momento in cui non si fossero dotati di una regolare licenza. Il divieto in realtà è stato seguito da pochi o da nessuno, rendendo inefficaci le misure introdotte dalle autorità. Società come Uber, e la sua rivale indiana Ola, hanno continuato a operare normalmente in città come Nuova Delhi.
Olacabs, il concorrente indiano di Uber. Con sede a Bangalore e fondata nel 2010 da due giovani laureati del IIT Bombay, Bhavish Aggarwal e Ankit Bhati , OLA è riuscita a guadagnare importanti fette di mercato, estendendo la propria attività a 65 diverse città compre Nuova Dheli. In costante crescita la società guidata da Bhavish Aggarwal è stata capace di attirare il sostegno dalla giapponese SoftBank, che in OlaCabs ha investito 210 milioni di dollari.
Secondo quanto riporta Reuters, le autorità cittadine hanno fatto sapere ai conducenti di Uber e ad Ola che se vogliono che loro domande per le licenze vengano elaborate, quindi mettersi in regola, devono arrestare la loro attività. Tuttavia il mancato rispetto dei divieti ha spinto le autorità di Delhi a richiedere un blocco dei servizi direttamente al governo federale indiano. L’unica via per far rispettare le norme sarebbe quindi un blocco dei servizi.
Per ora. il portavoce di Uber si è rifiutato di rilasciare commenti, mentre Ola non ha risposto in alcun modo alle richieste dei media. Lo stesso fanno i funzionari del Ministero della Tecnologia.
Una battaglia globale quella di Uber, che anche in Italia ha avuto numerose difficoltà. In India è l’ultimo di una lunga serie di problemi, che oltre alla questione delle licenze dei driver si aggiungono anche questioni legate alla sicurezza.