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Unione dei radiotaxi sfida Uber

E’ scontro a 360° quello tra l’ Unione Radio Taxi d’Italia e Uber. Dopo le proteste e le manifestazioni viste in città come Torino e Genova, l’associazione dei tassisti italiani vuole proseguire lo scontro anche nell’universo digitale, cercando il supporto dei colleghi stranieri. L’Unione ha siglato una partnership con IRU, Global Taxi Network, e ECab per…

L’Unione ha siglato una partnership con IRU, Global Taxi Network, e ECab per la costruzione di un’app funzionante su 3 continenti capace di mettere in rete 160mila taxi in tutto il mondo.

« Solo in Italia sono 10mila i taxi coinvolti in oltre 40 città – dice Loreno Bittarelli, presidente di Unione Radiotaxi d’Italia, -. Con questo accordo puntiamo a fornire un servizio internazionale, molto prezioso soprattutto per i turisti ».

L’ unione dei radiotaxi aveva già lanciato un’app attiva sul territorio nazionale chiamata it Taxi attualmente disponibile su queste città: Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Catania, Cervia, Como, Ferrara, Firenze, Fiumicino, Forlì, Genova, L’Aquila, Merano, Milano, Modena, Capri, Monza, Napoli, Palermo, Parma, Perugia, Pescara, Ravenna, Riccione, Rimini, Roma, Ronchi dei Legionari, Taranto, Torino, Trento, Trieste, Udine, Teramo e in altri comuni minori.

ITTAXI

Secondo il presidente dell’Unione dei radiotaxi , It Taxi «raggiunge già più di 10mila taxi in tutta Italia ed è stata scaricata da più di 100mila persone in pochi mesi. Stiamo preparando i pagamenti con gli smartwatch e abbiamo stretto accordi con Braintree di Paypal per le transazioni con carta e in Bitcoin».

Unioni dei radiotaxi e le proteste contro Uber

L’associazione dei tassisti ha inoltre tenuto a dissociarsi dagli eccessi avvenuti durante le proteste: «Siamo convinti che i gesti ignobili e le azioni compiute non appartengano alla categoria dei tassisti, di cui facciamo parte e che siamo onorati di rappresentare. I tassisti sono persone per bene ed ancora oggi, come ieri, sono in grado di difendere il nostro lavoro e la dignità delle nostre famiglie e dei nostri figli».

Basterà un app per influenzare le scelte dei consumatori? Forse bisognerà rivedere anche qualche tariffa.

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