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La chiusura del Tridente a Roma, piagnistei ed innovazione sociale

A Roma il sindaco Marino vuole pedonalizzare l'intero tridente, il centro della città, che racchiude le vie del lusso più famose (da via Condotti a via del Babuino). Come sempre i commercianti non vogliono. Come si esce da questo scontro? Innovando

 

 

Di fatto la proposta del sindaco di Roma Ignazio Marino di pedonalizzare il Tridente ha provocato una reazione prevedibile. Prevedibile perchè vecchia, conservatrice, poco ragionata: la contrarietà dei commercianti di Via dei Condotti e di Piazza di Spagna.


Il traffico privato sta letteralmente strangolando il centro storico di Roma, la sosta in particolare è un problema che umilia la città. Piazze ed edifici storici, come piazza Farnese, sono spesso ridotte a parcheggi a cielo aperto.

 

I negozianti di Via dei Condotti e di Piazza di Spagna sono contrari perché profetizzano un calo degli incassi. Sebbene in tutta Europa studi ed esperimenti abbiano ampiamente dimostrato che una pedonalizzazione gestita bene porta maggiori incassi agli esercenti, Roma ha bisogno di uscire da questa empasse.


Per farlo c’è un solo modo: innovare. Quali sono i clienti che i commercianti del centro di Roma temono di veder sparire? Quelli che arrivano fino alle vetrine glamour di Via Condotti in auto con autista (gli altri già hanno rinunciato all’automobile in centro da tempo).


Clienti con ottima capacità di spesa, si può ipotizzare. Perchè non pensare ad un servizio ad hoc per loro? Auto elettriche (che il Comune ed il Sindaco dovrebbero autorizzare a circolare) che possano usufruire di apposite aree di scambio ai limiti del tridente (che Comune e Sindaco dovrebbero individuare) e che coprano l’ultimo tratto di strada al posto delle auto tradizionali.


Oppure, per chi in centro oggi arriva in taxi (mezzo che non crea il problema della sosta per lo scambio) un servizio geolocalizzato di piccole vetture elettriche che possano circolare in centro storico. O ancora, un servizio di minibus elettrici che copra un percorso predefitino con fermate stabilite.

Anche la sharing economy può fare la sua parte. Perché non prevedere tragitti (limitati) riservati ad auto a pieno carico, favorendo il car sharing?


Uno dei drammi del traffico in centro storico è la mancanza fisica di spazio, dove mettere quindi i mezzi elettrici? i garage privati che già esistono all’interno del centro storico di Roma avrebbero un ruolo importante (ed una nuova possibilità di business).


Alcune critiche al piano del sindaco Ignazio Marino
(a dire il vero più ragionate di quelle dei commercianti) denunciano il “rischio Venezia”, ovvero un centro storico di Roma dove i romani non vivono e non lavorano più, una grande attrazione per turisti. Ecco, basterebbe mettere i servizi per la mobilità nuova a disposizione dei romani integrandoli con il trasporto pubblico locale.


Il comune dovrebbe fare la sua parte con controlli, regolamenti e disponibilità nei confronti di questa innovazione. I privati che temono il tracollo causa pedonalizzazione dovrebbero fare un investimento economico.

 

Tutti dovremmo fare un ulteriore sforzo. Il più difficile e doloroso di tutti: cambiare il modo di ragionare. Rinunciare alla conservazione e scegliere l’innovazione, tutto il resto potrebbe venire di conseguenza.

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