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Ventilazione Scuole

Ventilazione meccanica nelle scuole, ping pong tra presidi e ministro Bianchi

Dopo due anni di pandemia ci sono prove a sostegno dei benefici derivanti dalla ventilazione meccanica nelle scuole per combattere il Covid. Il governo ha stanziato dei fondi ma abbandonato i presidi. Ora, però, qualcosa potrebbe cambiare. Tutti i dettagli

 

Ne hanno parlato esperti, studi italiani e internazionali. La ventilazione meccanica controllata negli ambienti chiusi, attraverso l’effetto aerosol, può davvero fare la differenza nel contrasto al Covid, soprattutto in luoghi come le scuole. Tuttavia, il governo finora sembra non aver ascoltato gli appelli di associazioni del settore, docenti, presidi e famiglie.

Adesso, però, grazie a un emendamento al decreto Milleproroghe proposto dal Pd il provvedimento è entrato a far parte della legge N. 11 del 18 febbraio pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

COSA SI DICE NELL’EMENDAMENTO

La maggioranza in Parlamento ha votato nelle commissioni di Camera e Senato, un emendamento al decreto Milleproroghe il cui testo prevede che, entro 30 giorni, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, vengano definite “le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione”, oltre che di sanificazione delle aule.

COME SI DOVREBBE PROCEDERE ORA

Come ha ricordato Mila Spicola del Pd, che ha scritto l’emendamento facendosi voce del Comitato Ideascuola, di 2.200 docenti, 30.000 famiglie coinvolte, ingegneri e professori di Fisica, “ora la questione è nelle mani del governo”. Adesso dovrà, infatti, occuparsene il ministero della Salute e poi quello dell’Istruzione che dovrà trasmetterlo alle scuole.

QUANTI SOLDI SERVONO PER LA VENTILAZIONE MECCANICA

“Si è stimato – scrive Repubblica – che solo per la ventilazione controllata servirebbero 1,5-2 miliardi di euro, ma fin qui i soldi a disposizione sono quelli del Decreto sostegni [350 milioni di euro, ndr] Gli enti locali possono, inoltre, utilizzare risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza a questo fine”.

Il costo per installare un impianto di ventilazione meccanica controllata, riferisce il quotidiano citando i dati del Comitato Ideascuola, è di circa 5.000 euro per aula e finora, a eccezione della regione Marche, solo 23 istituti scolastici se ne sono occupati.

MARCHE: UNICA ECCEZIONE

In Italia, ricorda Repubblica, la ventilazione meccanica è stata finanziata “in modo massivo” solo dalla regione Marche. Si contano poi 15 scuole primarie del Comune di Milano, un liceo di Roma, due di Salerno, un comprensivo di Bari e un istituto di Vo’ Euganeo, in provincia Padova.

Nella Marche, fa sapere il quotidiano, sono stati messi a bilancio 12 milioni di euro per far avere la ventilazione alla metà degli istituti che l’hanno richiesta: 170 scuole per un totale di 1.500 aule e 24.000 studenti da proteggere.

LE PROVE DELL’EFFICACIA

Proprio dall’istituto di Vo’ Euganeo arriva la testimonianza del preside Alfonso d’Ambrosio, il quale ha raccontato a Repubblica: “Tre giorni fa una classe seconda, insediata all’interno di un istituto con ventilazione meccanica, ha fatto il tampone T5 dopo aver convissuto per tre giorni con un compagno positivo. Sono risultati tutti negativi. È accaduto sette volte su sette: un contagiato nell’aula ventilata, tutti i compagni negativi”.

PROBLEMI PER L’ATTUAZIONE

Uno dei problemi relativi alla mancanza di impianti di ventilazione meccanica nelle scuole non sembra però essere legato ai fondi stanziati di per sé quanto al non aver previsto indicazioni precise né sul budget da destinare a questi impianti né su chi lo debba effettivamente gestire.

“I soldi ci sono, ma dobbiamo organizzare meglio la spesa”, ha detto a Repubblica il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso (Lega), “bisogna individuare gli incaricati provincia per provincia e installare gli impianti entro il prossimo settembre”.

IL PING PONG TRA IL MINISTRO BIANCHI E I PRESIDI

L’intervento edilizio per installare le macchine per la ventilazione, la sanificazione e il controllo del livello di anidride carbonica, infatti, deve essere autorizzato dagli enti locali proprietari delle mura degli istituti scolastici, i quali dovrebbero essere individuati dai presidi, che però sono travolti da tutt’altre problematiche.

Lo stesso ministro Bianchi, intervenendo a Piazzapulita, se ne era così lavato le mani: “Sono materie e responsabilità degli Enti locali e delle singole scuole. Non si può determinare da Roma come organizzare una scuola. Siamo in regime di autonomia e quindi ognuno si prenda le proprie responsabilità”.

Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi (Anp), aveva risposto: “Il Ministero dell’Istruzione ha stanziato 350 milioni di euro a maggio dell’anno scorso e sono state date istruzioni alle scuole il 24 agosto. Non c’era una sola parola sui sistemi di sanificazione o di ventilazione. Chiariamo: le scuole non possono far installare impianti di areazione, è proprio vietato. Lo devono fare le autorità locali coi fondi degli Enti locali”.

PERCHÉ È NECESSARIO COINVOLGERE GLI ESPERTI

Fisici e ingegneri si sono fatti più volte fatti avanti per essere coinvolti nell’attuazione del progetto poiché senza l’intervento di esperti del settore si rischia o di non fare niente (come sta accadendo da tempo) o di procedere addirittura con acquisti sbagliati.

“La cosa più importante è far sì che ci siano degli esperti adeguati a guidare il cambiamento. Il Cts non è in grado di farlo, tra i membri non c’è nessun ingegnere studioso dell’aerosol, quindi non sono competenti – ha detto ad Huffpost il professor Giorgio Buonanno, docente ordinario di Fisica Tecnica all’Università di Cassino – È necessario che il governo includa in questo processo multidisciplinare competenze che vengono da chi studia l’aerosol e dagli ingegneri che studiano gli ambienti chiusi”.

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