skip to Main Content

Sileri

Tutte le bordate di Sileri contro i burocrati del ministero della Salute sul piano pandemico vecchio

Il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, attacca Claudio D'Amario, capo della sanità in Abruzzo e  da febbraio 2018 fino al maggio scorso direttore generale al Ministero della Salute e chiede le dimissioni di Giuseppe Ruocco, segretario generale del Ministero

 

L’Italia non aveva un piano pandemico aggiornato. Le responsabilità si chiariscono. E la polemica si infiamma.

Tra chi aveva la responsabilità di aggiornare il piano pandemico non c’è solo Ranieri Guerra, ora vicedirettore all’Oms, ma anche Claudio D’Amario, ora capo della sanità in Abruzzo, ma da febbraio 2018 fino al maggio scorso direttore generale al Ministero della Salute per la prevenzione sanitaria e dunque responsabile del piano pandemico. Ed è proprio contro D’Amario che Pierpaolo Sileri, viceministro alla Sanità, si scaglia. Dov’è il piano pandemico aggiornato di cui lui era responsabile?

E nell’occhio del ciclone anche Giuseppe Ruocco, segretario generale del ministero della Salute. Andiamo per gradi.

LE BORDATE DI SILERI

Intervistato negli scorsi giorni da La Verità, Sileri retrodata ulteriormente il piano al 2006. Ma aggiunge che “il punto non è avere un piano ‘vintage’, bensì avere un piano che, anche se vecchio, sia stato declinato a livello periferico“. Cosa che evidentemente non è mai avvenuta. Nemmeno per l’influenza, malattia su cui ovviamente erano incentrati i documenti di prevenzione prima che arrivasse il Covid. “Che cosa è stato fatto per l’influenza? Io, da quando sono tornato in Italia, cioè tra il 2005 e il 2018, in ospedale non ho mai fatto un corso sull’influenza. O sul bioterrorismo. O sugli attacchi nucleari”. I ministri della Salute che si sono avvicendati negli anni, però, aggiunge Sileri, hanno poche colpe. “Guerra ha mandato una lettera datata 15.09.2017 in cui c’è un appunto sul rinnovo del piano. La stessa cosa ha fatto Claudio D’Amario nel 2018 con il ministro Giulia Grillo“, chiarisce al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro. “E infatti Lorenzin e Grillo si sono mosse. La prima ha istruito la pratica, la seconda l’ha portata avanti con tanto di gruppi di lavoro“. Il punto è che “se io fossi stato direttore generale avrei scritto una nota relativa al piano che riepilogasse quanto avvenuto negli ultimi dieci anni. Non ha semplice paginetta“. Altrimenti, insiste Sileri, “come fa un ministro a sapere a che punto è il lavoro?”. Le responsabilità, a suo parere, sono tutte nella “sciatteria” dell’amministrazione, si legge nell’approfondimento del Fatto Quotidiano.

CLAUDIO D’AMARIO: NOI ABBIAMO LAVORATO AL PIANO PANDEMICO

Ecco la replica di Claudio D’Amario. Da febbraio 2018 fino al maggio scorso è stato lui il direttore generale al Ministero della Salute. A lui spettava il compito di aggiornare il piano pandemico.

Lo ha fatto? Ha avviato il processo, sostiene D’Amario ai microfoni di Non è l’Arena, programma di La7: “Io ad agosto 2018 ho fatto presente all’allora ministro pro tempore che c’era bisogno di un aggiornamento, coinvolgendo tutti, dal Ministero interno all’Istituto Superiore di Sanità e alle Regioni. I gruppi si sono riuniti ed hanno lavorato e prodotto documenti. Io stesso ho presentato nell’aprile 2019 i risultati di questo primo studio”.

UN PIANO PANDEMICO IN BOZZA

“Il piano è lì, in bozza”, ha aggiunto D’Amario, specificando che la redazione del documento e delle linee guida richiede tempo. “Ci vuole la condivisione tecnico-giuridica di tutti i componenti, per portarlo alla Conferenza Stato-regioni. Ci sono procedure lente”.

L’AFFONDO A SILERI

E dopo che l’inviato di Non è l’Arena ha letto alcune dichiarazioni di Sileri sulle mancanze imputabili a D’Amario, il capo della sanità abruzzese dice: “Quel che pensa Sileri non mi interessa, è un problema suo, ma è necessario restare nell’ambito della polemica politica. Se si va sul personale, poi ci sono gli organismi deputati”, ha detto D’Amario.

LA REPLICA DI SILERI

Immediata la replica di Pierpaolo Sileri, ospite di Non è L’Arena: “Io non credo di aver offeso nessuno, ma sicuramente c’è un ritardo. Ho chiesto questo piano pandemico per diversi mesi e non ho mai ricevuto nulla”, ha detto Sileri. “Non ho mai ricevuto questa bozza, ho chiesto di darmi date, componenti, quando si sono riuniti e cosa hanno fatto. Mi è stato detto che si sono riuniti nell’aprile del 2019 e poi a febbraio 2020”.

L’ATTACCO A D’AMARIO

E qui la polemica si infiamma ancora di più. “Venissero qui e ci mettiamo seduti con le carte in mano, ma una cosa del genere è inaccettabile. Sono sei mesi che ho chiesto delle cose”.

E aggiunge: “Il piano pandemico è vecchio, sono dieci anni che non viene rinnovato. Se questo signore pensa di averlo letto, deve spiegarmi perché le colonne sono vuote e dov’è questo comitato per la pandemia. Chi ci sta? Sono dieci anni, dal 2013. Dov’è questo comitato? Chi lo dirige? Che documenti hanno fatto? Cosa hanno scritto? Nessuno ha fatto una telefonata, io non so dove stanno. Prima di parlare bisogna avere rispetto per gli italiani”.

SILERI: SCADUTE LE SCORTE DI TAMIFLU?

E ancora: “Non farò l’epidemiologo, come dice D’Amario, ma io almeno in questi 10 mesi che faccio il viceministro il piano pandemico me lo sono letto e riletto rigo per rigo. Ho visto quello che manca e se manca una cosa una persona onesta la cerca, la aggiunge, la migliora. Cerca di implementare quello che non c’è e allora visto che non faccio l’epidemiologo e non faccio nemmeno il direttore generale della prevenzione, chiedo a questo signore che era Direttore generale della prevenzione, visto che ci sono le scorte di Tamiflu, sono forse scadute dopo 10 anni? Mi viene questo di dubbio, tra l’altro dubbio espresso mesi fa eppure nessuno mi ha risposto”.

SILERI: CONTINUERO’ A CERCARE LA VERITA’

“Io faccio il viceministro – aggiunge Sileri – e mi dispiace per loro, ma io cercherò di andare a fondo nella verità. Io non contesto che il piano pandemico sia del 2009, ma ditemi cosa avete fatto fino ad oggi. Perché se io cerco il Comitato Nazionale della pandemia, se chiedo quanti posti ci sono nelle terapie intensive, qualcuno dovrà pure dirmelo. Dove sono i dispositivi? Dov’è il Tamiflu? Sta in un magazzino, andiamo a vedere se è scaduto. Perché immagino che questo direttore generale della prevenzione, il 5 o il 6 gennaio, quando è nata la problematica, avrà chiesto all’Aifa o alla Roche se il Tamiflu fosse scaduto nel caso fosse stato utile per questa infezione. È un rimpallo dal 2013 al 2020. Gli italiani meritano verità, però negli ospedali le esercitazioni non le hanno fatte e le mascherine non c’erano”.

GUERRA: IO HO DATO ALLERTA SU AGGIORNAMENTO

Se quel piano è vecchio 10 anni, cosa è stato fatto prima? Prima di Claudio D’Amario, il direttore generale al Ministero della Salute, e quindi il responsabile del mancato aggiornamento del piano pandemico, era Ranieri Guerra, ora vicedirettore Oms e colui che ha chiesto a Francesco Zambon, coordinatore del gruppo di lavoro Oms che ha redatto il rapporto sulla risposta dell’Italia alla pandemia, di cambiare date sull’aggiornamento del piano e limare le critiche.

Ecco, anche Guerra sostiene di aver fatto il suo dovere: il piano pandemico “andava aggiornato nel 2018, io mi sono limitato a rilasciare una allerta”.

GIUSEPPE RUOCCO, L’ASSENTEISMO E LE SUE RESPONSABILITA’

E poi c’è anche Giuseppe Ruocco, segretario generale del Ministero della Salute dal 2017 (nominato da Beatrice Lorenzin e confermato da Giulia Grillo e Roberto Speranza) e “macchina” del dicastero secondo Sileri.

Dicastero, sempre secondo Sileri, colpevole di “pressapochismo”. Ed è per questo che sarebbe l’ora di “cacciarne qualcuno a calci nel sedere”. Tra chi vorrebbe fuori c’è Ruocco, al quale il viceministro, scrive La Stampa, imputa cronico assenteismo dalle riunioni del comitato tecnico scientifico e reticenza sul piano.

RUOCCO, RESPONSABILE DEL PIANO NAZIONALE PREVENZIONE SANITARIA

Ruocco, convocato anche dai Pm di Bergamo che hanno avviato un’indagine sulla riposta italiana alla pandemia, tra il 2012 e il 2014 elaborò il piano nazionale di prevenzione sanitaria, delineando anche i principi del piano pandemico, imposto dall’Ue nel 2013 per vecchie (morbillo, Hiv) e nuove minacce come i virus influenzali tipo suina e aviaria.

A Ruocco poi seguirono Ranieri Guerra (2014-2017) e Claudio D’Amario (2018-2020, ora capo della sanità in Abruzzo) nello stesso ruolo.

Più volte interpellato da Non è l’Arena, Ruocco non ha voluto parlare di alcunché.

Back To Top