Alcune aree del cervello adulto contengono cellule staminali neurali quiescenti o dormienti che se risvegliate e riattivate possono aumentare la formazione di nuovi neuroni per combattere malattie quali depressione e Alzheimer.
È quanto sostiene un gruppo di ricercatori delle Università di Ginevra e di Losanna in un articolo pubblicato su Science Advances.
PERCHÉ LE CELLULE STAMINALI NEURALI
Le cellule staminali neurali, spiegano gli esperti, sono responsabili della costruzione del cervello durante lo sviluppo embrionale, generando tutte le cellule del sistema nervoso centrale, compresi i neuroni. Anche dopo la completa formazione del cervello, persistono in alcune regioni cerebrali e hanno la capacità unica di produrre continuamente copie di sé stesse e di dare origine a cellule differenziate con funzioni più specializzate. I ricercatori si sono concentrati in particolare su quelle presenti nell’ippocampo, una regione del cervello importante per la memoria e per l’apprendimento.
LA NEUROGENESI ADULTA
Questo fenomeno biologico, chiamato neurogenesi adulta, è importante per funzioni specifiche come i processi di apprendimento e memoria. Tuttavia, nel cervello adulto, le cellule staminali neurali diventano più silenziose o “dormienti” e riducono la loro capacità di rinnovamento e differenziazione. Di conseguenza, la neurogenesi diminuisce significativamente con l’età.
COME RISVEGLIARE LE CELLULE DORMIENTI…
Sebbene la transizione dalla quiescenza alla proliferazione resti ancora poco conosciuta, il team ha capito come risvegliare e riattivare queste cellule dormienti, attraverso lo studio delle loro vie metaboliche.
“Abbiamo scoperto che i mitocondri, gli organelli che producono energia all’interno delle cellule, sono coinvolti nella regolazione del livello di attivazione delle cellule staminali neurali adulte”, ha spiegato Francesco Petrelli, ricercatore dell’Università di Losanna e co-autore dello studio insieme a Valentina Scandella.
…E GENERARE NUOVE CELLULE
Reindirizzando le vie metaboliche delle cellule staminali neurali adulte, i ricercatori si sono accorti che era possibile influenzare il loro stato di attività e di conseguenza il numero di nuovi neuroni generati.
Attraverso approcci farmacologici e genetici sono poi riusciti ad attivare le cellule staminali neurali dormienti e a generare nuovi neuroni nel cervello di topi adulti e anziani.
PERCHÉ POSSONO AIUTARE A COMBATTERE DEPRESSIONE E ALZHEIMER
“Questi risultati gettano nuova luce sul ruolo del metabolismo cellulare nella regolazione della neurogenesi”, ha detto Jean-Claude Martinou, coautore dello studio. “A lungo termine, questi risultati potrebbero portare a potenziali trattamenti per condizioni come la depressione o le malattie neurodegenerative”.
Sia nel caso dell’Alzheimer che della depressione, infatti, si osserva una significativa riduzione di nuovi neuroni. Nel primo caso questo provoca in parte importanti deficit cognitivi e di memoria; nel secondo è responsabile di disturbi dell’umore, stress e ansia.