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Hippocamera

HippoCamera, l’app che aiuta a non perdere i ricordi

Con il tempo la memoria può svanire e i ricordi diventare sempre più sbiaditi ma alcuni ricercatori hanno osservato che l’uso di un’app che fa registrare e riguardare video di eventi quotidiani può essere di aiuto. Tutti i dettagli

 

Un’app in grado di mantenere vivi i ricordi nelle persone che hanno problemi di memoria. Si chiama HippoCamera e imita il comportamento dell’ippocampo, la regione cerebrale che svolge un ruolo fondamentale nei processi di apprendimento e memoria episodica, quella che riguarda gli avvenimenti della nostra vita.

La capacità di ricordare il passato, infatti, diminuisce con l’età, e si tratta di un aspetto che ha un impatto negativo sul benessere generale. Ma ora uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Toronto e pubblicato su Pnas ha osservato come HippoCamera può avere un impatto positivo nel consolidare i ricordi.

L’IMPORTANZA DI RICORDARE LE ESPERIENZE QUOTIDIANE

L’atto di ricordare un’esperienza quotidiana, spiegano gli autori, influenza il modo in cui interpretiamo il mondo, come pensiamo al futuro e come percepiamo noi stessi. Inoltre, migliora la ritenzione a lungo termine del contenuto ricordato, aumentando la probabilità che venga rievocato.

Il declino del ricordo che deriva dall’età può riflettere una diminuzione della distintività delle rappresentazioni di memoria dell’ippocampo, tuttavia, esistono pochi interventi cognitivo-comportamentali efficaci che mirano alla memoria episodica del mondo reale.

Da qui l’idea di sviluppare un’app che consentisse ai partecipanti del trial di registrare video di eventi quotidiani e, successivamente, di riprodurli.

I TRIAL

Per capire il potenziale di HippoCamera sono stati condotti due esperimenti. In uno, i partecipanti hanno registrato ogni giorno, per due settimane, cinque clip di 24 secondi di eventi quotidiani. Mentre riprendevano ogni evento hanno anche registrato una descrizione audio di 8 secondi del suo significato. Poi gli è stato chiesto di riprodurre ogni giorno, per due settimane, sei eventi precedentemente registrati. Hanno ricevuto anche un promemoria dall’app.

Durante la riproduzione di un video, sullo schermo appariva brevemente un testo che indicava il tempo trascorso dalla registrazione dell’evento e la sua data.

Il video è stato poi riprodotto a velocità tripla – imitando la riproduzione ad alta velocità dell’ippocampo – accompagnato dalla descrizione registrata dell’evento riprodotta a velocità normale.

Nel secondo esperimento, invece, più vicino all’uso reale che verrebbe fatto dell’app, i partecipanti hanno registrato e riprodotto un solo evento al giorno per 10 settimane.

I RISULTATI

Le scansioni hanno rivelato che, mentre gli eventi venivano riprodotti, si verificava un aumento dell’attività nell’ippocampo e che esisteva una correlazione positiva tra il grado di questa attività e il numero di dettagli ricordati dai partecipanti. A distanza di tre mesi dall’esperimento, i partecipanti sono stati sottoposti a un nuovo test, ma questa volta non hanno avuto accesso all’app e si sono affidati esclusivamente ai loro ricordi.

Le persone che hanno utilizzato l’app per due settimane hanno registrato un aumento del 56% nella loro capacità di ricordare i dettagli degli eventi registrati con HippoCamera e quelle che l’hanno usata per 70 giorni consecutivi dell’84%.

Inoltre, un ricordo più dettagliato era associato a segnali di memoria più differenziati nell’ippocampo.

Per questo motivo, secondo i ricercatori, l’uso di questa app che riattiva sistematicamente i ricordi di esperienze recenti del mondo reale può aiutare a mantenere un ponte tra il presente e il passato nei più anziani.

OLTRE IL SINGOLO EVENTO

Nonostante HippoCamera aiuti le persone a ricordare solo i ricordi registrati, per uno degli autori, il suo valore potrebbe essere più ampio: “Se riuscite a ricordare meglio un momento specifico del vostro passato recente, avrete un ponte mentale più forte tra il vostro presente e il passato”.

Anche secondo un altro ricercatore che ha partecipato allo studio, l’app potrebbe favorire nuove abitudini per preservare la memoria.

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