Nestlé, tra i cui marchi di acqua in bottiglia annovera Perrier, Vittel e Contrex, deve prestare maggiore attenzione ai suoi siti di estrazione. Ad ammonirla è l’Agenzia francese per la sicurezza dell’alimentazione, dell’ambiente e del lavoro (Anses), dopo aver riscontrato tracce di contaminazione “fecale”.
L’azienda, uno dei principali attori del mercato internazionale dell’acqua in bottiglia, ha dichiarato che le sue acque minerali naturali prodotte in Francia sono assolutamente sicure da bere.
Tuttavia, la raccomandazione, presentata al ministero della Salute a metà ottobre 2023, si aggiunge a un’indagine dei pubblici ministeri sulle accuse che Nestlé abbia utilizzato trattamenti illegali per purificare le sue acque minerali.
DI COSA È ACCUSATA NESTLÉ
Un documento dell’Anses, rivelato da FranceInfo e Le Monde, conferma la contaminazione diffusa di diverse fonti di acqua minerale francese del gruppo Nestlé.
In questa nota, gli esperti citano un “livello di fiducia insufficiente” per garantire la “qualità sanitaria” delle acque del gruppo (Perrier, Contrex, Vittel, Hépar, ecc.) e affermano la necessità di “una sorveglianza estesa” a causa della “variabilità della contaminazione e la loro vulnerabilità microbiologica e chimica”.
Tra le cause della contaminazione si descrive “la presenza di contaminazioni microbiologiche di origine fecale” negli impianti dei Vosgi e del Gard, concentrazioni “talvolta elevate” di batteri del tipo Escherichia coli in numerosi pozzi e “tracce residue” di pesticidi o Pfas, i cosiddetti “inquinanti eterni”, molto utilizzati dall’industria.
LA RICHIESTA DI UN PIANO DI MONITORAGGIO
Gli esperti del laboratorio idrologico che ha condotto le analisi ha quindi raccomandato alle autorità di introdurre un piano di monitoraggio rafforzato per gli stabilimenti Nestlé, alla luce delle “molteplici segnalazioni di contaminazione di origine fecale”, della “notevole presenza cronica di microinquinanti” e dell'”assenza di parametri per il monitoraggio della contaminazione virale dell’acqua”.
Hanno inoltre espresso la volontà di non fare “alcuna raccomandazione” per i prodotti finiti. A loro avviso, i pozzi contaminati non dovrebbero più essere sfruttati e “portare alla produzione di acqua in bottiglia”.
LA RISPOSTA DI NESTLÉ
A Libération, Nestlé ha detto di non essere “a conoscenza del rapporto dell’Anses citato dai media” e di non essere quindi “in grado di commentarlo” ma ha ribadito che “la qualità delle sue acque minerali naturali è sempre stata garantita e rimane la sua priorità”.
Per quanto riguarda i Pfas, la filiale afferma di rispettare “tutti i requisiti normativi applicabili” ai minerali naturali francesi. Tuttavia, a differenza dell’acqua potabile, osserva il quotidiano, non esistono attualmente limiti normativi per i Pfas contenuti in queste acque naturali, a causa della loro “purezza originaria”.
Infine, a proposito dei pesticidi, “tracce residue possono talvolta essere presenti nelle acque minerali naturali e non devono superare le soglie molto basse stabilite dal quadro normativo applicabile”, ha concluso Nestlé.
IL PRECEDENTE
Ma lo scorso gennaio, Le Monde e l’unità investigativa di Radio France avevano già denunciato un altro affaruccio: l’acqua venduta come “di sorgente” o “minerale naturale” era in realtà sottoposta a tecniche di depurazione vietate per queste categorie, ma utilizzate per l’acqua del rubinetto, in modo da poter essere consumata. Con la piena consapevolezza delle autorità.
Il giorno prima di queste prime rivelazioni Nestlé Waters dichiarava di aver informato le autorità francesi nel 2021 dell’uso di trattamenti ai raggi ultravioletti e filtri a carbone attivo su alcune acque minerali – Perrier, Vittel, Hépar e Contrex – per preservarne “la sicurezza alimentare”.