skip to Main Content

Italia Oms Piano Anti Pandemico Oms Ranieri Guerra

L’Oms con Guerra silenzia le carenze anti Covid dell’Italia?

Che cosa ha svelato la trasmissione di Rai3, Report, sul caso del rapporto (occultato) di ricercatori Oms sulla strategia anti pandemia in Italia. Il caso del mancato aggiornamento del piano anti pandemico, il ruolo di Ranieri Guerra (Oms) e le coperture reciproche fra Oms e governo italiano (ossia tra Oms e il ministro Speranza)

 

L’Italia aveva un piano pandemico aggiornato?

Stabilirlo è essenziale nell’ambito dell’indagine sull’ospedale di Alzano e sulla gestione dell’epidemia nella Bergamasca, ma l’Organizzazione mondiale della Sanità, chiamata a testimoniare in quanto informata sui fatti, ha invocato l’immunità diplomatica. Immunità di cui non si è avvalso però Ranieri Guerra, oggi direttore aggiunto Oms, che doveva aggiornare il piano pandemico italiano.

Solo ai ricercatori che hanno redatto il rapporto (finanziato dal Kuwait) in cui si denunciavano le mancanze dell’Italia e gli errori nella gestione della pandemia è vietato dall’Oms incontrare i procuratori. Tra questi c’è Francesco Zambon.

Tutti i dettagli.

LE PAROLE DEL PROCURATORE DI BERGAMO

“Il nostro interesse è accertare l’esistenza o meno di un piano pandemico e quando sarebbe stato redatto. Questo è importante per le valutazioni che la procura sta facendo nell’ambito dell’indagine sull’ospedale di Alzano e sulla gestione dell’epidemia nella Bergamasca”, durante i mesi di febbraio e marzo scorsi, ha detto all‘Ansa il Procuratore di Bergamo Antonio Chiappani.

L’INDAGINE

Facciamo un passo indietro. L’indagine della Procura di Bergamo riguarda la mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana e la chiusura e poi quasi immediata riapertura dell’ospedale di Alzano Lombardo. L’ipotesi di reato è epidemia colposa.

Per stabilire i fatti e valutare quanto accaduto la procura ha sentito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro Roberto Speranza, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

L’INVITO A TESTIMONIARE DI ALCUNI RICERCATORI OMS

Con lo stesso obiettivo, la Procura ha anche convocato, come persone informate sui fatti, alcuni ricercatori dell’Oms. Ricercatori, però, che non si sono presentati a deporre perché l’Organizzazione Mondiale della sanità ha invocato l’immunità diplomatica. L’organizzazione – come ricostruito da Report – ha invitato i ricercatori a non presentarsi davanti ai pubblici ministeri. L’Oms, racconta la puntata di Report del 30 novembre, ha spedito da Copenaghen, sede europea, una nota alla Procura e ai ministri degli Esteri e della Salute, Luigi Di Maio e Roberto Speranza, in cui afferma che i suoi ricercatori non sono tenuti a rispondere alle domande dei magistrati per via del loro speciale status.

DAVVERO OMS HA IMMUNITA’?

Ora alla Procura spetta anche il compito di chiarire se questa immunità esista: è stata avviata, con tale obiettivo, “un’interlocuzione” col ministero degli Esteri per capire se l’Organizzazione possa avvalersi della possibilità di non rispondere alle domande della Procura in base a quanto previsto nella Convenzione del 1947 sui privilegi e le guarentigie di chi fa parte delle agenzie dell’Onu.

IL CASO RANIERI GUERRA

Di questa immunità, però, non si è avvalso il direttore generale aggiunto Oms, Ranieri Guerra, che la Procura ha potuto sentire il 5 novembre scorso come persona informata sui fatti.

LE RESPONSABILITA’ DELLA MANCANZA DEL PIANO PANDEMICO

Ma proprio a Ranieri Guerra andrebbe fatta risalire la responsabilità del mancato piano pandemico italiano.

Guerra, attuale è l’ex direttore del ministero della Salute. Il compito di aggiornare il piano pandemico spettava al Dipartimento Prevenzione del ministero. Tra il 2014 e il 2017, ha raccontato Report nelle scorse puntate, a guidarlo c’era Ranieri Guerra.

IL RAPPORTO OMS

L’impreparazione dell’Italia emerge proprio da un rapporto Oms, andato in pubblicazione il 13 maggio scorso (e rimosso poche ore dopo). Il rapporto, di 100 pagine, redatto da 10 ricercatori e titolato “Una sfida senza precedenti, la prima risposta dell’Italia al Covid” sosteneva che il nostro Paese non aveva un piano pandemico aggiornato ed adeguato.

UN PIANO PANDEMICO VECCHISSIMO

L’obbligo di avere un piano per eventuali pandemie veniva assolto, negli anni che fanno a capo a Ranieri Guerra, riconfermando un piano del 2006.

Quel rapporto, evince Report da un leak di cui è venuta in possesso, “metteva in imbarazzo il governo italiano e il Ministro della Salute Speranza e ancor più il Direttore Aggiunto dell’OMS Ranieri Guerra. Infatti, tra le varie criticità annotate dai ricercatori, si certifica che il piano italiano di prevenzione delle pandemie era vecchissimo, del 2006. E mai aggiornato”.

IL PRESSING DI RANIERI GUERRA

Ed è proprio per questo che Guerra, “nella sua veste di top official di Oms scriveva a uno degli autori di indicare come data del piano il 2016 invece del 2006. Ma il 2016 è solo la data di aggiornamento della pagina web e non quella del piano. Un gioco di prestigio”, denuncia Report.

Ranieri nella mail all’autore del rapporto poi inguattato dalla stessa Oms scriveva: “devi correggere subito nel testo: 1. Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale; Ministero della Salute; 2006 (…) E riportare quanto disponibile al sito minsalute (…) Ultimo aggiornamento dicembre 2016. Non fatemi casino su questo. (…)Stasera andiamo sui denti di Report e non possiamo essere suicidi. (…) Adesso blocco tutto con Soumya. Fammi avere la versione rivista appena puoi. Così non può uscire”.

SPERANZA E BRUSAFERRO INFASTIDITI

Su questo non sbagliava. Quel rapporto, sostiene una ricercatrice Oms a Report, “ha infastidito anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il ministro della Salute Roberto Speranza, che avrebbero voluto essere informati prima della pubblicazione”.

Quanto scritto nel documento urtava la sensibilità del Governo e per questo, scrive Guerra, andavano “mitigate le parti più problematiche del rapporto”.

OMS COME FOGLIA DI FICO

E ancora. In un’altra comunicazione via posta elettronica svelata da Report, Guerra racconta di un presunto tacito accordo tra l’Oms e il governo italiano. Uno degli atout di Speranza è stato sempre il poter riferirsi a Oms come consapevole figlia (sic) di fico per certe decisioni impopolari e criticate da vari soggetti. Questa è stata materia di discussione e di accordo con Tedros, anche attraverso chi ti scrive e la Missione a Ginevra”, scrive Guerra. “Se anche Oms si mette in veste critica non concordata con la sensibilità politica del Ministro che è certo superiore alla mia, non credo che facciamo un buon servizio al Paese. Ricordati che hanno appena dato 10 milioni di contributo volontario sulla fiducia e come segno di riconoscenza per quanto fatto finora, dopo sei anni di zero”.

Incalzato dalle domande di Report su quanto scritto e su quanto avesse dichiarato in Procura, però, Guerra fa scena muta.

CRISTIANA SALVI: QUEL RAPPORTO NON E’ RIFERIBILE A OMS

Non risponde alle domande nemmeno Tedros Adhanom, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità. E anche Cristiana Salvi, responsabile Relazioni Esterne, Emergenze Sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità, contattata dalla trasmissione di Rai3: “Il rapporto (sulla mancanza del piano pandemico, ndr) non è riferibile all’Oms”, ha risposto

“Il capo delle comunicazioni europee Oms è quella che vi ha scritto questo non è un documento Oms. Ha messo nei guai tutti. Si era già spesa prima della pubblicazione per eliminare i passaggi più imbarazzanti per il governo italiano”, dice la ricercatrice Oms a Copenaghen.

ZAMBON (UNO DEGLI AUTORI DEL RAPPORTO) TEME IL LICENZIAMENTO

“La consegna è di tenere la bocca chiusa”, ha aggiunto la ricercatrice. Anche a Francesco Zambon, uno degli autori del rapporto Oms, è stato intimato il silenzio. E convocato per ben due volte dalla Procura di Bergamo, Zambon non si è recato.

“Io la prima volta sono stata convocata come persona informata dei fatti, ma se vogliono sentirmi io vado”, ha detto Zambon a Report, sottolineando che il rapporto in questione “non è pieno di inesattezze” rispetto a quanto si è detto. Zambon fa intendere che, ove parlasse,  potrebbe essere licenziato. “E’ da maggio, non è una situazione piacevole, non sono come andrà a finire, sono tanti mesi, io sono stanco”, ha detto Zambon. E’ finiro il qualcosa più grande di lei?, chiede il giornalista. “Non lo so. Sicuramente in qualcosa sono finito, ma non so in cosa”.

IL RITIRO FECE ARRABBIARE IL KUWAIT

Qualche risposta l’Oms la darà al Kuwait? Lo studio Oms è stato finanziato con circa 100mila dollari da un grant del Kuwait, che non sarà certo contento di sapere che il suo denaro sia finito nella spazzatura. “L’Oms ha ritirato persino le copie stampate per paura che fossero divulgate. Ha chiamato il Kuwait e ha detto che nel rapporto c’era un errore e che dovevano rispedirlo, che l’Oms di faceva carico dei costi”, ha detto la ricercatrice Oms sentita da Report.

RANIERI GUERRA: UN “CASO” ROVESCIATO

In tutta questa storia, c’è un altro particolare da sottolineare: “In genere sono i paesi che distaccano il loro personale presso l’Oms come forma di assistenza all’organizzazione”, dice Nicoletta Dentico, Health Innovation In Practice. Con Ranieri Guerra, invece, il caso è “rovesciato: Guerra è pagato dall’OMS ed è una specie di distaccamento OMS all’Italia”, spiega Dentico.

 

 

Back To Top