Un abbonamento a 9 dollari al mese o 99 l’anno. È l’ultima offerta di Amazon ai clienti Prime per usufruire del suo servizio di assistenza sanitaria virtuale. Ma ancora una volta, guadagno economico a parte, il vero interesse del colosso di Jeff Bezos sembra essere nei dati sensibili delle persone…
IL SERVIZIO DI ASSISTENZA SANITARIA DI AMAZON
Se con il suo e-commerce ha fidelizzato 310 milioni di clienti nel mondo, ora vuole farlo anche in ambito sanitario, almeno negli Stati Uniti. Amazon Pharmacy, Amazon Care, One Medical, Halo e Amazon Clinic sono i passi mossi dal gigante di Seattle per entrare nel mercato sanitario – che negli Usa vale 4.300 miliardi di dollari -, a cui ora si aggiunge anche il servizio di assistenza virtuale Prime One Medical.
Con l’iscrizione a un abbonamento a 9 dollari al mese o 99 l’anno, i clienti Amazon Prime – che nel 2021 erano più di 200 milioni in tutto il mondo e decine di milioni negli Usa – potranno collegarsi virtualmente 24 ore su 24 per avere accesso rapido a un operatore sanitario. Il servizio include anche chat video e la possibilità di effettuare visite di persona se ci sono sedi One Medical nelle vicinanze.
Tuttavia, l’abbonamento copre le visite virtuali, mentre per quelle di persona in una clinica One Medical hanno un costo a parte ma si può ricorrere all’assicurazione.
PRO E CONTRO DELLA TELEMEDICINA
Diffusasi soprattutto durante il Covid, la telemedicina se da una parte può essere un’ottima soluzione per consultare un medico in caso di problemi di salute relativamente minori, dall’altra, per gli esperti, rischia di portare a una frammentazione delle cure che rende più difficile per il medico avere un quadro completo della salute generale del paziente, soprattutto se manca la comunicazione tra i diversi specialisti consultati.
IL PREZZO DI AFFIDARSI AD AMAZON
Affidarsi ad Amazon, però, ha un costo. Non di 9 dollari al mese o 99 l’anno, ma in termini di dati sensibili. Sono in diversi infatti tra politici e sostenitori dei consumatori ad aver sollevato preoccupazioni circa l’accesso ai dati sanitari da parte di una delle più grandi aziende del mondo.
Nonostante Neil Lindsay, responsabile della divisione Salute di Amazon, abbia ovviamente dichiarato che “i dati vengono utilizzati per fornire un servizio che consenta di ottenere le cure di cui si ha bisogno” e che Amazon rispetta le norme federali sulla privacy sanitaria (HIPAA) e non “vende i dati in nessun caso”, alla domanda su una possibile futura sinergia tra i servizi sanitari e lo shopping al dettaglio (ovvero che un farmaco da banco di One Medical appaia magicamente nel carrello di un membro Prime) si è limitato a rispondere che “in questo momento non è possibile e non abbiamo nulla da annunciare sul fatto che possa o non possa accadere”.
ONE MEDICAL SOTTO OSSERVAZIONE
Quest’ultima trovata di Amazon fa parte di One Medical, il fornitore di cure primarie che offre servizi di teleassistenza online e cliniche fisse, che il gigante dell’e-commerce è riuscito dopo mesi ad acquisire lo scorso febbraio per circa 3,9 miliardi di dollari. Con il nuovo abbonamento proposto, Amazon spera che One Medical riesca ad attirare in modo significativo nuovi iscritti: alla fine del 2022 erano 836.000.
A febbraio, però, come scriveva Start, la Federal Trade Commission (Ftc), l’autorità federale che vigila sulla concorrenza riferiva che, nonostante l’acquisizione fosse stata finalizzata, avrebbe continuato a tenere sott’occhio Amazon sia per quanto riguarda il rispetto delle regole del libero mercato sia per possibili danni ai consumatori derivanti dal controllo e dall’uso da parte di Amazon di informazioni sensibili sulla salute dei consumatori detenute da One Medical.
Tra i timori della Ftc, infatti, non c’è solo la possibilità che Amazon rafforzi il suo dominio economico, ma anche che l’acquisizione di dati sanitari possa portare a un uso improprio di tali informazioni per altri scopi, come la pubblicità mirata o la vendita online.