Cosa comporta per la sanità il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca? Un piano chiaro non sembra esserci ma ecco quali sono i temi toccati dal tycoon durante la campagna elettorale che lo ha condotto una secondo volta a guidare gli Stati Uniti. Dall’Obamacare ai diritti riproduttivi, senza dimenticare i vaccini e l’emergenza fentanyl.
UN GRAN CAOS
Le questioni che coinvolgono la sanità sono molte ma parecchie testate americane concordano sul fatto che Trump non ha una chiara strategia in merito.
“Se siete confusi, non è un caso”. Esordisce così un articolo di Vox che analizza cosa aspettarsi dal nuovo presidente Usa. La rivista afferma infatti che, durante la corsa per la Casa Bianca, i repubblicani hanno cercato di fare il doppio gioco sull’assistenza sanitaria: “Si vantano di voler deregolamentare le assicurazioni e tagliare massicciamente la spesa pubblica, ma affermano anche che non farebbero mai nulla per mettere a rischio la copertura dei cittadini”.
“Il piano di Trump per l’assistenza sanitaria è per lo più solo Robert F. Kennedy Jr”, afferma Bloomberg, che aggiunge: “Le politiche sanitarie dell’ex presidente sono un miscuglio contraddittorio di scetticismo sui vaccini, deregolamentazione e rivendicazioni culturali”.
Anche nel Regno Unito, ieri il Guardian concordava sul caos: “Dalle affermazioni secondo cui il più famoso critico americano dei vaccini sarebbe alla guida delle agenzie sanitarie alle nuove promesse di una ‘massiccia riforma’ dell’Obamacare, l’ultima caotica settimana della campagna presidenziale di Donald Trump servirà probabilmente come anteprima di ciò che potrebbe significare ‘make America healthy again’ [Rendiamo l’America di nuovo sana, ndr] nel caso in cui l’ex presidente riconquistasse il potere. L’accozzaglia di proposte ha riecheggiato i documenti politici dei conservatori, ha incanalato la rabbia residua del movimento anti-vaccini post-pandemia e ha allarmato gli esperti che contribuiscono a definire le politiche sanitarie della nazione”.
POCHE “IDEE” MA CONFUSE SULL’OBAMACARE
Ma cosa ha detto Trump sulla sua riforma della sanità? Come ricorda Abc News, durante il dibattito presidenziale che si è tenuto a settembre, Trump ha sostenuto di essere interessato a sostituire l’Affordable Care Act (Aca), il cosiddetto ‘Obamacare’. Tuttavia, ha lasciato intendere di non avere ancora alcun piano specifico. “L’Obamacare era una pessima assistenza sanitaria. Lo è sempre stata – ha dichiarato -. Oggi non è molto buona e, come ho detto, se troveremo qualcosa, ci stiamo lavorando, lo faremo e lo sostituiremo”.
Inoltre, quando gli è stato chiesto di chiarire se avesse un piano per l’assistenza sanitaria, ha affermato di avere “idee di un piano” per sostituire l’Obamacare, ma non ha fornito dettagli.
In seguito però, ribattendo alla democratica Kamala Harris, ha scritto su X di non voler porre fine al piano, nonostante abbia già ripetutamente cercato di farlo nel corso del suo primo mandato. “Nei quattro anni di mandato di Trump – osserva Vox -, il numero di persone coperte dall’Aca è diminuito di oltre 1 milione, arrivando a 11,4 milioni. Da quando Joe Biden è diventato presidente e i democratici hanno ampliato i sussidi assicurativi della legge nell’ambito dell’Inflation Reduction Act, il numero di persone coperte da piani di mercato è quasi raddoppiato, raggiungendo i 21,4 milioni”.
Lyin’ Kamala is giving a News Conference now, saying that I want to end the Affordable Care Act. I never mentioned doing that, never even thought about such a thing. She also said I want to end Social Security. Likewise, never mentioned it, or thought of it. She is the one that…
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 31, 2024
A sostegno dell’abolizione dell’Obamacare si è pronunciato anche lo speaker della Camera, Mike Johnson, il quale all’inizio di questa settimana aveva dichiarato che in caso di vittoria di Trump non ci sarebbe stato “nessun Obamacare”, promettendo l’arrivo di una “riforma massiccia” e che “Trump farà le cose in grande”. Anche il vicepresidente JD Vance, il mese scorso, aveva accennato a “un programma di deregolamentazione in modo che le persone possano scegliere un piano di assistenza sanitaria adatto a loro” e per Vox questo significa “un ritorno a un mondo in cui le persone potrebbero essere caricate di più per la copertura se hanno condizioni mediche preesistenti, il mondo prima dell’Obamacare”.
Al contempo, per rendere tutto più chiaro, l’addetta stampa della campagna di Trump, Karoline Leavitt, ha riferito che l’abrogazione dell’Obamacare “non è la posizione politica del presidente Trump”. Anche Johnson in seguito ha cercato di ritrattare quanto detto.
TAGLI AI PROGRAMMI SANITARI
Stando a Vox, “se ci sono molti dettagli ancora da definire, il tema del programma sanitario del GOP [il partito repubblicano, ndr] è chiaro: tagli. Taglio dei regolamenti. Taglio delle spese”.
In particolare, secondo la rivista, i leader repubblicani vogliono tagliare la spesa sanitaria e abolire le norme sulle assicurazioni sanitarie. Trump infatti sebbene abbia spesso dichiarato di voler proteggere Medicare, che copre gli anziani, in passato ha appoggiato enormi tagli a Medicaid, il programma per le persone a basso reddito che assicura 73 milioni di americani.
Inoltre Vox ritiene che gli uomini di Trump continuino “a mettere l’assistenza sanitaria nel mirino, a volte in modi che possono non essere così ovvi”. Per esempio, Elon Musk, a cui il tycoon ha promesso un posto di rilievo nella sua amministrazione, si è impegnato a tagliare 2.000 miliardi di dollari dal bilancio di 6.800 miliardi del governo federale. Per fare due calcoli, Vox ricorda che “circa 1 dollaro su 5 del bilancio federale è destinato all’assistenza sanitaria” e, dunque, “a meno che non si proceda a un taglio drastico alle forze armate statunitensi (improbabile), un piano del genere richiederebbe tagli massicci ai programmi di assistenza sanitaria”.
IL CONTROVERSO ROBERT F. KENNEDY JR
In un mare di incertezze, una chiara promessa in materia di sanità Trump l’ha fatta riguardo a “un grosso incarico” nella sua amministrazione a Robert F. Kennedy Jr, noto – oltre che per certe teorie cospirazioniste – per le sue posizioni scettiche sui vaccini, il che potrebbe portare alla possibilità di bandirne alcuni. Inoltre, il mese scorso, Trump ha detto che avrebbe lasciato che Kennedy “si scatenasse” sulla regolamentazione della salute, degli alimenti e dei farmaci.
Non è ancora chiaro quale ruolo potrebbe ricoprire, ma Cnbc scrive che per alcuni esperti questo “potrebbe potenzialmente portare a gravi conseguenze per i pazienti, i produttori di farmaci e la salute pubblica in generale”. “Le cose non sarebbero fondate sulla verità scientifica, ma solo su ciò che lui o i suoi accoliti credono. Sarebbe un gioco libero. Ci sarebbero incertezza e instabilità. Sarebbe il caos”, ha detto il dottor Paul Offit, esperto di vaccini presso il Children’s Hospital di Philadelphia.
Il “caos”, ha spiegato l’esperto, potrebbe tradursi in una diminuzione dei tassi di vaccinazione, un aumento delle malattie prevenibili, come poliomielite e morbillo, e una maggiore sfiducia nelle agenzie sanitarie federali, come la Food and Drug Administration (Fda) e i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc).
Kennedy infatti non ha credenziali mediche o scientifiche e ritiene che le aziende farmaceutiche e le agenzie sanitarie federali che le regolano stiano rendendo gli americani meno sani. Inoltre, ha suggerito che alcuni vaccini dovrebbero essere ritirati dal mercato – una posizione che Trump non ha escluso. È anche il fondatore dell’organizzazione no-profit Children’s Health Defense, l’organizzazione anti-vaccini più finanziata del Paese.
Tuttavia, Cnbc ricorda che per Kennedy potrebbe essere difficile cambiare le modalità di approvazione, raccomandazione e regolamentazione dei vaccini e di altri trattamenti, così come intervenire sulle agenzie sanitarie.
FECONDAZIONE ASSISTITA E INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA
Un importante tema di scontro tra Trump e Harris ha riguardato poi i diritti riproduttivi, in particolare per quanto riguarda la fecondazione assistita e l’interruzione di gravidanza, per cui in Florida e Arizona si è tenuto, contemporaneamente alle elezioni presidenziali, un referendum. In Florida si è rivelato un flop e rimarrà quindi in vigore il divieto per le interruzioni di gravidanza dopo le 6 settimane. In Arizona, invece, ha vinto il sì per estendere il diritto all’aborto fino a 24 settimane di gravidanza.
Sulla fecondazione in vitro, Trump ha detto di volere che il governo la finanzi o che le compagnie assicurative private paghino. Tuttavia, i repubblicani al governo “non sono necessariamente d’accordo”, scrive Cbs News. Questo perché si tratta di una procedura intensiva e per niente economica. Il suo costo va dai 12.000 ai 24.000 dollari per ciclo e molte coppie hanno bisogno di più cicli per avere un bambino.
Dopo vari passi avanti e indietro, sull’interruzione di gravidanza, il neopresidente, nonostante le posizioni dei repubblicani più conservatori – a partire da quelle del suo vice Vance -, si è mostrato meno rigido, delegando la libertà di scelta ai singoli Stati. I suoi oppositori, tuttavia, temono che si sia trattato solamente di un modo per convincere gli elettori più moderati.
Non è infatti passata inosservata una delle ultime uscite di Trump, il quale ha detto che, in caso di vittoria, avrebbe lasciato fare a Robert F. Kennedy Jr. “ciò che vuole” con l’assistenza sanitaria alle donne.
“Bobby's going to pretty much do what he wants,” Trump said at his Pittsburgh rally tonight, talking about RFK Jr and his potential responsibilities in a Trump White House.
“Work on the pesticides, work on making the women’s health — he’s so into women’s health.” pic.twitter.com/mxPhMTBVw4
— Dan Diamond (@ddiamond) November 5, 2024