Dopo essere diminuite dal 2012 al 2020, le nuove diagnosi Hiv in Italia hanno iniziato ad aumentare. L’aumento più significativo dopo il 2020 è stato rilevato nella fascia di età 40-49 anni e nella trasmissione eterosessuale. Crescono anche la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da Hiv e l’incidenza delle nuove diagnosi Aids.
A raccogliere i dati è stato l’Istituto superiore d sanità (Iss) nel rapporto “Aggiornamento delle nuove diagnosi di infezione da Hiv e dei casi di Aids in Italia al 31 dicembre 2023”.
AUMENTANO LE DIAGNOSI HIV
Dal 2012 al 2020 si era osservata una diminuzione delle nuove diagnosi Hiv in Italia, che tuttavia ha iniziato a crescere progressivamente tra il 2021 e il 2023. L’anno scorso infatti, si legge nel rapporto, sono state segnalate 2.349 nuove diagnosi di infezione da Hiv pari a un’incidenza di 4,0 nuove diagnosi ogni 100.000 residenti.
A oggi, nel nostro Paese, il numero complessivo di persone che vive con l’infezione da Hiv è stato stimato intorno a 140.000 (120.000-160.000) con tasso di prevalenza pari a 0,2 per 100 residenti.
UOMINI PIÙ COLPITI DELLE DONNE
Dall’indagine emerge inoltre che le persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nel 2023 sono maschi nel 76% dei casi.
L’età mediana è di 41 anni, più alta nei maschi (42 anni) rispetto alle femmine (39 anni) e l’incidenza più alta di nuove diagnosi è stata osservata tra le persone di 30-39 anni. In questa fascia di età l’incidenza nei maschi è 3 volte superiore a quelle delle femmine.
Il numero più elevato di diagnosi è da vari anni attribuibile alla trasmissione sessuale e, in particolare, nell’ordine, a maschi che fanno sesso con maschi (MSM) (38,6%), maschi eterosessuali (26,6%) e femmine eterosessuali (21,1%).
Le tre città con l’incidenza maggiore nel 2023 sono state Roma, Milano e Bologna.
DIAGNOSI PIÙ TARDIVE
Insieme all’incidenza di nuove diagnosi crescono anche i tempi in cui viene diagnosticata l’infezione da Hiv. Nel 2023 più di un terzo delle persone con nuova diagnosi Hiv ha effettuato il test in seguito alla presenza di sintomi o patologie correlate all’infezione e un quinto lo ha effettuato in seguito a comportamenti sessuali a rischio di infezione.
Tuttavia, secondo il rapporto dell’Iss, l’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi Hiv, nel 2023 si colloca al di sotto della media calcolata nei Paesi dell’Europa occidentale (6,2 per 100.000 residenti).
“Anche se, soprattutto grazie alle nuove terapie, l’Aids non rappresenta più l’emergenza sanitaria di qualche tempo fa, non dobbiamo spegnere i fari su questo problema – ha detto Anna Teresa Palamara, che dirige il Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss -. Occorre lavorare sulla prevenzione, soprattutto tra i giovani”.
AUMENTANO ANCHE I CASI DI AIDS
Dall’inizio dell’epidemia nel 1982 a oggi sono state segnalate 73.150 nuove diagnosi di Aids, di cui 47.862 deceduti entro il 2021. Nel 2023 ne sono state notificate 532, pari a un’incidenza di 0,9 nuovi casi per 100.000 residenti. Questo dato, scrive l’Iss, segna “un marcato aumento nel numero di casi rispetto al 2020 (+28%) e all’ultimo anno (+20%)”. Il numero dei casi prevalenti di Aids, ossia ancora viventi, al 2021 è pari a 24.760.
Infine, nel 2023, il 77,2% delle persone diagnosticate con Aids non aveva ricevuto una terapia antiretrovirale prima della diagnosi e tra le persone che non avevano effettuato trattamenti antiretrovirali prima dell’insorgenza dell’Aids nel 2023, la polmonite da Pneumocystis jirovecii è stata la più comune patologia di esordio (22,6%) sebbene nell’ultimo ventennio abbia subito il calo più evidente.