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Moderna Under 30

Cosa succede (e dove) al vaccino Moderna per gli under 30

I Paesi che bloccano l’uso del vaccino Moderna e i dati su miocardite e pericardite che motivano la decisione. Che cosa dicono Ema e Fda. E i conti della casa farmaceutica

 

Dopo lo stop alla somministrazione del vaccino Moderna per gli under 30 in molti Paesi del Nord Europa, anche Germania e Francia ne sconsigliano l’utilizzo per un apparente “leggero aumento del rischio miocardite e pericardite”.

La miocardite è l’infiammazione del miocardio, il principale muscolo del cuore, mentre la pericardite è l’infiammazione del pericardio, ovvero la membrana che circonda il cuore.

I PRECURSORI

Circa un mese fa, a inizio ottobre, è stata la volta di Svezia, Danimarca, Finlandia e Norvegia. Questi Paesi hanno deciso di sospendere l’uso del vaccino di Moderna nei giovani per il timore di effetti avversi – sebbene molto rari – come le miocarditi.

Ai tempi, la raccomandazione di preferire il vaccino di Pfizer si era basata su uno studio che segnalava “un aumento del rischio di effetti collaterali come l’infiammazione del muscolo cardiaco o del pericardio”. Nel documento, tuttavia, era segnalato anche che “il rischio è molto basso”.

LO STOP DELLA FRANCIA

Martedì scorso la Francia ha annunciato che sconsiglia la somministrazione di Moderna negli under 30 per lo stesso principio di precauzione adottato dagli altri Paesi.

La Haute Autorité de Santé (Has), l’autorità sanitaria francese, ha dato il proprio parere in seguito a uno studio, secondo cui il siero in questione “aumenta leggermente il rischio di miocardite e pericardite” in questa fascia d’età. Anche in questo caso, i responsabili dello studio sottolineano però come in ogni caso i benefici superino ampiamente i rischi.

LO STUDIO FRANCESE

Lo studio ha coinvolto un gruppo di persone tra i 12 e 50 anni ricoverate in Francia tra il 15 maggio e 31 agosto per miocardite. Sono stati identificati 919 casi di miocardite e 917 casi di pericardite. Non si sono registrati decessi tra le persone ricoverate in ospedale in seguito alla vaccinazione.

I ricercatori hanno quindi concluso che esiste il rischio che si verifichino casi di miocardite o pericardite nei 7 giorni successivi alla somministrazione di un vaccino a mRna nella fascia di età 12-50 anni, e soprattutto tra chi ha meno di 30 anni.

Gli episodi si riscontrano sia con Pfizer che con Moderna, ma sono maggiori con Moderna. L’Has, scrive Reuters, ha comunicato che il rischio di rare infiammazioni cardiache negli under 30 sembra essere circa cinque volte inferiore con Pfizer rispetto a Moderna.

Il numero di casi che si sono verificati, tuttavia, resta comunque basso rispetto al numero di dosi somministrate.

PERCHÉ CI SONO PIÙ CASI TRA GLI UOMINI?

I casi di miocardite, fanno sapere gli esperti, “di solito vanno via da soli”, ma devono essere valutati da un medico. I dati, inoltre, indicano un aumento dell’incidenza negli adolescenti e nei giovani adulti maschi. Secondo le analisi preliminari la connessione è particolarmente chiara quando si tratta del vaccino Moderna, soprattutto dopo la seconda dose.

“Un piccolo aumento di miocarditi lievi è stato registrato da alcune agenzie sanitarie dopo la doppia vaccinazione di Moderna in persone di sesso maschile tra i 12 e i 29 anni che si sono autorisolte”, ha detto Paul Burton, Chief Medical Officer di Moderna, chiarendo che questi “rari casi” non riguardano la dose booster.

“L’aumento di miocarditi non è stato osservato nelle donne – ha aggiunto Burton – e questo fa pensare che il testosterone potrebbe essere un fattore che contribuirebbe a questo raro effetto collaterale”.

L’AUMENTO DI CONTAGI IN GERMANIA

In Germania l’allarme Covid sta aumentando. Nelle ultime 24 ore, si legge su AP, si sono registrati 40 mila nuovi positivi – una settimana fa l’incremento era di 20 mila. Solo il 67% della popolazione tedesca è immunizzato e Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel, ha invitato i tedeschi a seguire l’esempio di Italia, Portogallo e Spagna per quanto riguarda l’adesione alla campagna vaccinale.

ANCHE LA GERMANIA DICE NÌ A MODERNA

Intanto, però, anche il Comitato permanente per le vaccinazioni della Germania (Stiko) ha raccomandato l’uso di Pfizer, invece che di Moderna, negli under 30 e nelle donne incinte, in quanto ha mostrato una minore incidenza di infiammazioni cardiache.

La raccomandazione di preferire Pfizer è valida anche per i richiami pure se il primo ciclo vaccinale è stato effettuato utilizzando un prodotto diverso.

I CASI DI MIOCARDITE E PERICARDITE IN ITALIA

In Italia, secondo il più recente Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini anti Covid pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), con Pfizer, ogni milione di dosi somministrate si sono registrati 6 casi di miocardite/pericardite; mentre nel caso di Moderna ogni milione di dosi somministrate il numero di casi di miocardite/pericardite risulta leggermente superiore e arriva, infatti, a 11.

EMA E FDA

Le autorità regolatrici sanitarie, intanto, stanno comunque continuando sia ad approfondire gli studi che analizzano i casi di miocardite e pericardite che a portare avanti altre valutazioni sull’utilizzo del vaccino Moderna.

L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha infatti avviato la valutazione della domanda presentata da Moderna per ottenere il via libera all’uso del suo siero nei bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni.

La statunitense Food and Drug Admistration (Fda), invece, proprio a causa dei possibili rischi ha rimandato la decisione sulla somministrazione del vaccino di Moderna nei bambini.

I CONTI DI MODERNA

Mentre le vaccinazioni in Europa e non solo stanno facendo la fortuna di Pfizer – nel Vecchio Continente si tratta dell’80% dei vaccini inoculati e negli Stati Uniti del 74% -, Moderna ha recentemente rivisto al ribasso da 18 a 15 miliardi di dollari le sue stime sui ricavi dal vaccino anti Covid nel 2021. Al contrario, Pfizer le ha alzate per la seconda volta in un anno portandole a 36 miliardi di dollari.

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